Pesca

La crisi nera del merluzzo nel mare più inquinato d'Europa

La situazione del Baltico non è rosea tra inquinamento, cambiamenti climatici ed eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche

  • 28 Agosto, 2025

Il mare più fragile d’Europa, il Baltico, è a corto di pesci, tanto che la Commissione europea ha deciso di diminuire drasticamente le quote pesca per il prossimo anno. Le misure, basate sulle raccomandazioni scientifiche dell’Ices, il Consiglio internazionale per l’esplorazione del mare, confermano un quadro allarmante: molti stock ittici restano in forte sofferenza e richiedono tagli significativi alle catture. Il dossier si inserisce nel quadro della Politica comune della pesca e del piano pluriennale adottato nel 2016 per merluzzi, aringhe e spratti. Una situazione drammatica che verrà discussa il 30 settembre prossimo, a Stoccolma, in occasione della terza conferenza “Our Baltic” per fare il punto sul futuro di questo importante e sofferente mare.

Merluzzo e aringa in crisi

Il piano prevede una riduzione del 62% per l’aringa del Golfo di Botnia, del 17% per quella del Golfo di Riga e del 3% per la passera di mare. Drastiche le misure per i merluzzi: -84% per il merluzzo occidentale, -63% per quello orientale, entrambi limitati alle catture accessorie inevitabili. Previsto anche un dimezzamento delle catture di aringa occidentale. Per il salmone, le quote scendono del 27% nel bacino principale, mentre viene consentito un lieve aumento (+1%) per la popolazione del Golfo di Finlandia.

Dal 2019 il merluzzo è in stato critico e le misure adottate fino a oggi non hanno aiutato molto a invertire il declino. Per l’aringa occidentale, gli stock restano sotto i livelli minimi tanto che la Commissione ha proposto di eliminare le deroghe per la piccola pesca costiera. Ancora più grave il crollo dell’aringa del Botnia, oggi ai livelli più bassi mai registrati, per la quale, oltre alle riduzioni di quota, verrà introdotta una chiusura di tre mesi durante la stagione riproduttiva.

Il caso del salmone

La situazione varia molto tra i diversi fiumi del bacino centrale tanto che alcune popolazioni sono da considerarsi sane, mentre altre fortemente compromesse. L’Ices da anni ha suggerito la chiusura totale della pesca, ma Bruxelles ha sempre preferito un approccio graduale fatto di riduzione delle quote, divieto di pesca ricreativa per i salmoni allevati (che spesso comporta la morte dei selvatici) e slittamento delle stagioni di pesca in alcune aree.

Le “fragili” acque del Mar Baltico

Il Baltico è considerato il mare più inquinato d’Europa. Alla pressione della pesca si sommano cambiamenti climatici, eutrofizzazione, perdita di biodiversità e livelli elevati di contaminanti. A ciò si aggiungono pratiche scorrette come il sotto-riportare le catture, che aggravano il rischio di sovrasfruttamento. Oltre a questo il Mar Baltico è fragile soprattutto a causa della sua scarsa profondità, della limitata connessione con l’oceano e della lenta circolazione delle acque.

La situazione attuale è estremamente difficile per i pescatori, poiché stock commerciali un tempo importanti (merluzzo bianco, aringa, spratto e numerose popolazioni di salmone) sono sottoposti a pressioni aggiuntive che vanno oltre la pesca, in particolare a causa della perdita di habitat dovuta al degrado ambientale sia nelle acque interne che nel Mar Baltico stesso. Mantenere le popolazioni ittiche al di sopra del livello minimo – fissato dagli scienziati come soglia sostenibile – ne garantisce la sopravvivenza, la riproduzione e previene la pesca eccessiva. A tal proposito il Commissario per la Pesca e gli oceani Costas Kadis, ha dichiarato in una nota: «Sono preoccupato per il cattivo stato degli stock ittici del Mar Baltico e per l’impatto che ciò ha sui pescatori locali. Troppi stock ittici sono vicini al collasso e l’ecosistema sta peggiorando. Dobbiamo attuare pienamente la legislazione dell’Ue e adottare misure a tutti i livelli e in tutti i settori politici o questa situazione continuerà nei prossimi anni. Dobbiamo ricostituire gli stock ittici e rafforzare l’ecosistema del Baltico. Deve trattarsi di uno sforzo congiunto».

Il controllo della pesca

Ogni anno, la Commissione europea propone opportunità di pesca per tutti i bacini marittimi dell’UE, incluso il Mar Baltico. Dette anche totali ammissibili di catture (TAC), le possibilità di pesca sono limiti di cattura per la maggior parte delle specie ittiche, basati su pareri scientifici. Una volta approvati dal Consiglio dell’Unione europea, i TAC vengono suddivisi in quote nazionali che determinano la quantità di pesce che ciascun paese dell’UE è autorizzato a catturare in un determinato anno. Le quote possono essere scambiate tra i paesi dell’UE.

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