Nel cuore della campagna inglese dello Shropshire l’azienda vitivinicola Veenow Vineyard è il primo il primo operatore nel Regno Unito a implementare e commercializzare la tecnologia Uv Boosting sviluppata in Francia, un sistema che promette di rinnovare le pratiche agricole preservando la qualità delle uve.
La nuova tecnologia Flash Uv-c porta con sé una serie di benefici concreti che, secondo gli esperti, possono cambiare il modo di fare viticoltura. Uno dei vantaggi più significativi riguarda la protezione dal gelo: grazie a una stimolazione preventiva delle viti, effettuata fino a 48 ore prima di un’ondata di freddo, il rischio di gelate può ridursi addirittura del 50%. Un aspetto cruciale in un Paese come il Regno Unito, dove le primavere imprevedibili mettono spesso a rischio le giovani gemme.
Non meno importante è la capacità di contrastare le malattie fungine. Le prove sul campo mostrano come l’utilizzo mirato di raggi Uv-c consenta di tagliare fino al 60% i trattamenti con pesticidi contro oidio e peronospora, con appena tre o quattro applicazioni stagionali. Un passo avanti rilevante sia in termini di sostenibilità ambientale sia per i costi di gestione delle aziende agricole. La tecnologia sembra efficace anche nel ridurre in modo sensibile la presenza di muffe, abbattendo in media del 40% il livello di infezioni. Non meno rilevanti i test che indicano un incremento delle rese fino al 13% dovuto alla maggiore vigoria delle piante trattate.
La titolare di Veenow Vineyard Katie Greenow ha sottolineato come la scelta di adottare per prima questa tecnologia nel Regno Unito sia guidata da una «passione per la sostenibilità» e dal desiderio di mantenere «grappoli sani e di qualità al momento della vendemmia». L’obiettivo è dimostrare che le grandi monoculture possono differire da un modello più responsabile, specialmente se integrate con tecniche come il cover cropping e l’uso di digestato naturale. Anche per l’azienda produttrice della tecnologia Uv Boosting guarda con entusiasmo al futuro tanto che il ceo Baptiste Rouesné ha dichiarato che «avere la prima unità operativa nel Regno Unito nel 2025 è motivo di grande emozione», auspicando una diffusione sempre più ampia della tecnologia nei vigneti britannici.
Intervistato dalla Bbc l’agronomo esperto in vigneti, Rob Fletcher, ritiene che questo approccio potrebbe essere utilizzato anche per altre colture: «Sicuramente sarà qualcosa che avrà una diffusione molto più ampia», ha affermato, ma si tratta comunque di una tecnologia ancora piuttosto delicata e non è possibile utilizzarla sotto la pioggia, ad esempio. Da quest’anno intanto l’azienda francese che ha ideato il sistema sta contribuendo a tracciare tutti i dati delle piante e del raccolto di quest’anno per farsi un’idea di quanto il sistema sarà utile per i coltivatori inglesi.
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