Vendemmia 2025

In Spagna la produzione di vino va giù di oltre il 10%. E salgono i prezzi delle uve

Le stime della Fev parlano di una vendemmia da 32 milioni di ettolitri a causa della siccità e della peronospora. Buone notizie per i consumi che restano stabili

  • 07 Ottobre, 2025

Spagna in terreno negativo sul fronte della produzione di vino in questo 2025. L’annata non si prospetta delle migliori in termini quantitativi dal momento che, secondo la Fev (Federazione spagnola del vino), i volumi dovrebbero scendere tra un 10% e un 15% rispetto allo scorso anno, quando furono prodotti 36,8 milioni di ettolitri, una cifra distante dai livelli del 2021 e 2022, con 40 milioni di ettolitri.

Stime complessive vicine, quindi, a 32 milioni di ettolitri (ben lontane dalle previsioni per l’Italia), che contengono forti differenze al loro interno, se si guarda alle singole regioni vitivinicole. Alcuni territori, fa sapere l’organizzazione che riunisce produttori ed esportatori di vino, potrebbero chiudere la raccolta con un -40% o addirittura -50 per cento nei volumi, per via delle ondate di calore, della siccità o delle malattie della vite, tra cui la peronospora.

Alta qualità e prezzi in rialzo

Diverso il discorso sulla qualità del raccolto 2025 per la Spagna. Sempre secondo la Fev, siamo di fronte a una vendemmia precoce, molto corta nelle fasi di raccolta ma con una qualità molto alta. La riduzione dei volumi produttivi a livello nazionale porta con sé conseguenze sui prezzi dei vini. La Fev fa sapere che si stanno registrando significativi incrementi dei prezzi dell’uva, che le aziende devono applicare far poter coprire i costi reali di produzione e, in alcuni casi, per compensare le basse rese dei viticoltori. Un aumento, quello delle spese per l’approvvigionamento delle materie prime, che «si ripercuote a sua volta sul resto della filiera del vino».

La Fev ha chiesto alle istituzioni maggiore flessibilità nella formazione del prezzo, perché attualmente la legge non consente di modificare il prezzo di scambio (pattuito nelle fasi di pre-raccolta) dopo che l’uva è arrivata in cantina, vale a dire dopo che si conosce realmente il calo del raccolto. Tale situazione potrebbe creare problemi economici, secondo la Fev, sia alla cantina sia ai conferitori.

Consumi interni stabili a luglio 2025

Al di là del vino prodotto, quello consumato dagli spagnoli sul mercato interno resta stabile nei 12 mesi terminanti a luglio scorso. Secondo i dati Infovi, ufficio statistico del ministero dell’Agricoltura, ammonta a 9,75 milioni di ettolitri il livello dei consumi interni, che equivale a una stabilità rispetto all’anno precedente, con appena 2mila ettolitri in meno. L’analisi sul lungo periodo indica che tra la fine del 2021 e per tutto il 2022 a pesare sul calo generalizzato dei consumi siano stati, l’inflazione, l’aumento dei costi di produzione e l’aumento dei prezzi del vino. La maggiore stabilità del 2023 e soprattutto quella del 2024 ha consentito al consumo di vino in Spagna di stabilizzarsi. Stima che dovrebbe essere confermata anche negli ultimi mesi del 2025.

Considerando le analisi di Nielsen-Iq, per il mese terminante a luglio 2025, nei due principali canali della distribuzione organizzata e del fuori casa (ristorazione e hotellerie), si registra una diminuzione dei volumi di vino dello 0,9% a cui è corrisposto un incremento a valore dell’1,7%, con un prezzo medio intorno a 5,1 euro al litro. Nel dettaglio, meglio la ristorazione (+2,4% in volume e +4% in valore) rispetto al canale della distribuzione alimentare (-2,7% in volume e -0,1% in valore).

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