โLโavvento del lievito chimico โ un miscuglio di bicarbonato e cremor tartaro โ cambio? radicalmente le cose. Ebbe sulla produzione dei lievitati lo stesso impatto della ferrovia sui trasporti via terra: porto? la garanzia di tempi cronometrabili, certi, e rapidissimiโ. Con queste parole Sabrine d’Aubergine (foodblogger tra le piรน note, da sempre votata al doppio binario cucina-scrittura) introduce il primo capitolo del suo nuovo libro Il fornaio della domenica edito da Guido Tommasi, che si rivolge proprio ai panificatori domestici e a chi si propone di diventarlo.
La passione per l’home bakery segue strade inaspettate, non sempre lineari: qualcuno รจ folgorato sulla strada del lievito madre, qualcuno dalla voglia di dire โil pane l’ho fatto ioโ; qualcun altro dal bisogno di scaricare lo stress con il rito arcaico dell’impastare e sfornare. Quale sia la spinta iniziale, l’importane รจ provare e provare, senza scoraggiarsi per gli (inevitabili) fallimenti.
Cosรฌ il primo capitolo รจ, saggiamente, quello โa prova di principianteโ, dedicato a un metodo infallibile, facile da gestire e velocissimo: mediante quel lievito che tanta parte ha avuto nel cambiamento dello stile di vita post Rivoluzione Industriale e che – ci racconta l’autrice in una narrazione gustosa e ricca di aneddoti – nasce durante un’altra Rivoluzione, quella Francese.
Fu allora che un medico squattrinato scoprรฌ il modo di produrre la soda: un’invenzione che ha avuto un impatto incredibile nelle cucine di mezzo mondo (ma anche in altri settori merceologici) portando la panificazione alla portata di tutti. Tanto che il mix di bicarbonato e cremor tartaro รจ chiamato comunemente lievito, anche se tecnicamente non lo รจ: โi lieviti esistono in natura e sono โ e si comportano โ come tutti gli esseri viventi (respirano, si nutrono, si riproducono…), mentre il bicarbonato e? un prodotto della chimica, e come tale non e? capace di vita autonomaโ. Ma รจ capace di imitare il comportamento dei โveriโ lieviti, ovvero โscatenare una tempesta di bolle dโaria in un impastoโ. In che modo? โquando entra in contatto con un ingrediente acido, il bicarbonato reagisce liberando anidride carbonica. Se questa reazione viene indotta in una ciotola contenente farina e un qualche liquido, le bolle dโaria restano intrappolate nel composto, e una volta in forno si espandono per effetto del calore, facendolo crescere di volumeโ.
Spiegato il cosa, passa al come, con un primo prontuario che sintetizza con chiarezza passaggi essenziali, proporzioni, tecniche e consigli. Pochi ed elementari, perchรฉ โil pane al bicarbonato รจ di un semplicitร disarmanteโ. Pronto in appena un’ora, poche regole di base, pochi attrezzi, pochi passaggi, qui spiegati passo passo con tanto di fotografie e alcuni suggerimenti utilissimi (burro o carta forno? Quali farine?), e poi la ricetta base che ognuno puรฒ poi personalizzare secondo fantasia. ร il famoso soda bread anglosassone (quello che tra gli ingredienti prevede il latticello) che saprร introdurre anche piรน timorosi al mondo della panificazione domestica.
Presa confidenza con il forno, e preso gusto a quell’irresistibile profumino che pervade casa alla comparsa di una bella pagnotta fragrante, รจ facile che dopo la soda qualcuno voglia provarsi con un lievito vero e proprio. Cosรฌ arriva il momento del Saccharomyces cerevisiae, ovvero il lievito di birra che, tecnicamente, e? un fungo golosissimo di zucchero. Un elemento che accompagna l’uomo da qualche migliaio di anni, addomesticato, impiegato e studiato nel corso dei secoli โFu Pasteur a svelare al mondo che il mistero della fermentazione non era questione di chimica, bensi? di biologia: cโera un essere vivente, non una reazione chimica, dietro la magia del vino!โ e come il vino, il pane (del resto parliamo dello stesso lievito). Questi esserini viventi che si nascondono dentro il cubetto da conservare in frigorifero, sono dunque degli storici compagni di viaggio dell’uomo, preziosi strumenti degli amanti dell’arte bianca.
Oggi il lievito di birra vive un periodo di annebbiamento, dovuto alla riscoperta (talvolta corredata da un certo fanatismo) della pasta madre, ma โlievito di birra e lievito madre sono entrambi preziosi alleati, quando si tratta di costruire un pane, ma sono diversi e servono a cose diverse. Percio?, al momento di scegliere, lasciatevi guidare dal vostro progettoโ. Come ogni progetto ci sono procedure da seguire, strumenti (qui rigorosamente a basso tasso di tecnologia), meccanismi con cui prendere confidenza e da conoscere a fondo (che poi non sono altro che processi chimici e fisici), e una serie pressochรฉ infinita di variazioni sul tema. Nel libro sono riuniti tutti: gli indispensabili e gli accessori, ognuno spiegato chiaramente nel come e nel perchรฉ. Oltre, ovviamente, a un bel corollario di ricette.
Ma se il lievito di birra รจ qualcosa di naturale, vivente, cosa lo differenzia dal lievito madre? La varieta?. โIn un cubetto di lievito di birra ci sono milioni di individui perfettamente identici e con lo stesso nome (Saccharomyces cerevisiae, vi ricordate?), mentre in una cucchiaiata di lievito madre gli individui si contano sempre a milioni ma… sono diversiโ. Per la precisione, sempre diversi: cambiano da casa a casa, praticamente, se portati in un altro ambiente per un po’ di tempo, si adatteranno al cambiamento cambiando un po’ essi stessi. Richiedono cura, perchรฉ devono essere alimentati e seguiti, ma basta un po’ di attenzione per avere enormi soddisfazioni.
E anche il pane, in fondo, non รจ cosรฌ complicato da realizzare con il lievito madre e con la pasta madre, diligentemente differenziati: โNon sono la stessa cosa, e non solo perche? uno e? liquido e lโaltra e? solida: servono proprio a cose diverse… Se volete un pane di quelli con la mollica umida e piena di grossi buchi, e con una punta di deliziosa acidita?, e? il primo che dovete utilizzare. La seconda produce invece un pane tipo quello che in Italia si chiama toscano, oppure lievitati con una mollica di incomparabile finezza, e senza tracce di acidita?โ.
In ogni caso panificare in casa รจ piรน agevole di quanto si immagini, anche con la pasta madre. Certo, non si tratta piรน di unire gli ingredienti e mettere in forno, ma seguire con amore le evoluzioni sempre un po’ imprevedibili dell’impasto. โPreparatevi a tempi lunghi e mai precisi: ogni lievito madre e? diverso e ha ritmi tutti suoi, percio? impegnatevi a conoscere il vostroโ. Il lievito madre dunque impone di trovare un’armonia tra i suoi tempi e i nostri. A questo Sabrine d’Aubergine corre in soccorso con le sue ricette โLa mia preoccupazione principale e? stata di renderle compatibili con la quotidianita?: e? tutto piu? facile se voi e il vostro lievito riuscite a marciare allo stesso passoโ. Ecco allora i pre-impasti lasciati nella ciotola anche mezza giornata, โperche? possiate prepararli in due minuti la mattina, utilizzarli per lโimpasto la sera, e mettere tutto in frigo prima di andare a lettoโ. Ovvio che serve un po’ di organizzazione: โusate carta e penna: fatevi uno schema dei tempi, e appuntatevi gli orari di pieghe e lievitazione, aiuta a semplificare le coseโ.
Dalle tecniche di base, inclusa quella per produrre il lievito madre a partire dall’innesco, fino alle mille varianti, dagli strumenti ai consigli ai molti piccoli segreti di un bravo panificatore domestico, il libro procede tra informazioni, ricette, passaggi illustrati e curiositร . In totale oltre 60 ricette alla portata di tutti, spiegate in ogni dettaglio, perchรฉ fare il pane torni a essere un momento di relax.
Il fornaio della domenica – Sabrine d’Aubergine – Guido Tommasi โ 352pp. – 35โฌ
a cura di Antonella De Santis
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