Mentre il 4 luglio si avvicina tra appelli accorati delle istituzioni a limitare i festeggiamenti per il Giorno dellโIndipendenza, gli Stati Uniti si trovano a fronteggiare unโondata di ritorno piรน violenta del previsto. In molti Stati, per dir la veritร , gli aggiornamenti costanti sui numeri del contagio non hanno mai fatto tirare davvero un sospiro di sollievo. E la manifestazioni di piazza che hanno attraversato lโAmerica intera stigmatizzando il razzismo nei confronti della comunitร afroamericana, che รจ purtroppo materia sempre allโordine del giorno, non hanno certo aiutato a contenere la circolazione dellโepidemia. Fatto sta che, davanti allโammontare di 50mila nuovi positivi registrati in un giorno, anche tra gli ottimisti della prima ora si afferma lโurgenza di imporre nuovamente regole ferree, ripristinando in parte lo stato di lockdown. ร sicuramente la California, che torna a paralizzare 19 delle sue contee (compresa quella di Los Angeles) a cavalcare con piรน decisione questโondata di prudenza di ritorno. Insieme a Texas, Florida e Arizona, del resto, lo Stato affacciato sulla West Coast, รจ tra quelli piรน in difficoltร a contenere la ripresa del contagio, e questo anche per una certa confusione nellโimpartire misure di sicurezza alla popolazione, che in molte cittร ha continuato a vivere come nulla fosse, frastornata da appelli governativi alla prudenza subito smentiti da scelte piuttosto discutibili (che dire della convention repubblicana organizzata per la metร di luglio in una delle cittร piรน colpite di tutti gli Usa, come Houston?). Ma anche nella cittร di New York, dove dal prossimo 6 luglio bar e ristoranti avrebbero dovuto riaprire a pieno regime tornando ad accogliere i clienti negli spazi chiusi, il sindaco Bill De Blasio, confermando lo scetticismo dei giorni scorsi, rinvia ulteriormente la piena ripresa delle attivitร di ristorazione.
Dunque, in alcune tra le cittร piรน popolose e conosciute dโAmerica, per lโindustria della ristorazione la situazione torna a farsi critica (proprio quando il mese di giugno sembrava aver portato un poโ di respiro sul versante occupazionale, con il ripristino di 4,8 milioni di posti di lavoro, di cui molti nel settore in questione). In California, il governatore Gavin Newsom ha ordinato la chiusura di musei, teatri, bar e sale indoor dei ristoranti nella maggior parte del territorio dello Stato. Il blocco si protrarrร per tre settimane, sperando sia sufficiente a far rientrare lโemergenza. Ma il contraccolpo sulle attivitร commerciali, giร compromesse dalle perdite dei mesi scorsi, sarร durissimo: nella contea di Los Angeles, la piรน popolosa della California, i ristoranti avevano ripreso a lavorare un mese fa (al 60% della loro capacitร ), ora potranno sfruttare solo gli spazi outdoor e operare servizio delivery e take away, mentre bar, birrerie ed enoteche che non servono cibo hanno dovuto richiudere lโattivitร . E il governo preannuncia anche un giro di vite sulla severitร delle sanzioni imposte a chi non rispetterร distanziamenti e utilizzo dei dispositivi di sicurezza sul lavoro. live22
Allargando il quadro allโintero territorio statunitense, chiusure e nuovi regolamenti sono imposti in questi giorni a macchia di leopardo, spesso allโinsegna del caos e con lโaggravante di molte chiusure repentine di attivitร costrette a fermarsi perchรฉ membri dello staff hanno contratto il virus. Dallโinizio di luglio, tra gli Stati che hanno imposto un nuovo stop per i bar si annoverano anche Florida, Texas, Arizona e Idaho; ai ristoranti รจ lasciata piรน libertร , ma spesso sono costretti a operare al 50% della loro capacitร o solo negli spazi allโaperto. Ancora diverso, come dicevamo, รจ il caso della cittร di New York, che dallโinizio dellโemergenza sta procedendo con maggior cautela.
Preoccupato dalla ripresa dei contagi in altri Stati, De Blasio ha posticipato a data da destinarsi la riapertura delle sale indoor di bar e ristoranti, raccogliendo il consenso di una parte dei ristoratori e la preoccupazione di un numero molto maggiore di loro, che lamentano il cambio di rotta dellโultimo minuto, e si dicono convinti di poter riprendere a lavorare in sicurezza nel pieno rispetto delle regole di distanziamento. Secondo le ultime stime, in cittร 4 attivitร su 5 non sono riuscite a pagare lโaffitto nel mese di giugno, e non sempre di comune accordo con la proprietร delle mura. Mentre le richieste per utilizzare spazi outdoor ammontano giร a 6800 e lโamministrazione assicura massima disponibilitร sul raddoppiare le aree pubbliche da destinare a dehors e tavolini. Al momento sono 22 le strade di New York chiuse al traffico nellโambito del programma Open Streets, per consentire a bar e ristoranti di allestire tavoli dal venerdรฌ pomeriggio e per tutto il weekend, nei mesi di luglio e agosto (ma cโรจ chi lamenta poca chiarezza nelle linee guida che dovrebbero regolare lโallestimento dei dehors, con conseguenti multe salate per i malcapitati).
Ma a testimoniare lo stato di allerta diffuso arriva anche la decisione di McDonaldโs: la catena di fast food piรน diffusa negli Usa, preoccupata dal dilagare del virus, sospende temporaneamente la riapertura delle sue filiali sul territorio americano, congelando la situazione per tre settimane e chiedendo agli affiliati di orientare il proprio business su drive-thru, delivery e take away.
a cura di Livia Montagnoli
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