Cosa c’entrano le neuroscienze con la ristorazione? Tanto, tantissimo, se si pensa che studiano i meccanismi che governano i processi percettivi e decisionali. Anche per quel che riguarda cibo e vino. Lo spiega Vincenzo Russo, docente di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing all’Universitร IULM di Milano, Direttore del Master in Food andย Wine Communication di IULM e Gambero Rossoย e autore di Neuroscienze a Tavola. I segreti del cervello per avere successo nella ristorazione, in uscita nei prossimi giorni per i tipi di Guerini. Un libro che si rivolge a chi ha la responsabilitร di creare esperienze enogastronomiche, di cui la dimensione della degustazione รจ solo una parte, fortemente influenzabile da altri fattori. Comprendere come funziona il nostro cervello di fronte al cibo, e quali stimolazioni influenzano la percezione di quel che mangiamo e beviamo รจ un alleato nella comprensione delle dinamiche di mercato. In che modo?
โInnanzitutto c’รจ da chiarire che la percezione e la sensazione sono due cose diverseโ spiega Russo. โLa prima รจ il risultato della somma di vari elementi, tra cui la sensazione. Ed รจ una ricostruzione che fa il cervello di fattori consapevoli ma soprattutto inconsapevoli. Cheโ continua โsono tra il 50 al 90% delle attivitร del cervelloโ, elementi che condizionano la nostra percezione e โ di conseguenza โ le nostre decisioni. โLa risonanza magnetica evidenzia che certi stimoli attivano la parte piรน antica del cervello, il sistema limbico, che si muove in maniera automatizzata e involontariaโ. In questa parte del cervello risiedono alcune aree – l’amigdala, l’insula, il nucleus accumbens – direttamente collegate con le emozioni negative (come paura, disgusto, ansia) o positive (come piacere e gusto) che giungono prima di qualsiasi considerazione razionale. Sono le ghiandole che si attivano quando – vedendo qualcuno che finge gioia e felicitร – sentiamo qualcosa che non ci convince. Anche se non sappiamo il perchรฉ.
Quando il sistema limbico si attiva, mette in moto delle reazioni istintive che avvicinanoย o respingono. Sono reazioni molto veloci, circa 13 millisecondi, le prime a emergere.ย Quelle che ci fanno dire che prima di essere macchine pensanti che si emozionanoย siamo macchine emotive che pensano. Tra gli elementi che incidono sul sistema limbico,ย vi sono gli aspetti ambientali โ luci, rumori, suono, folla, profumi come quello del paneย o della vaniglia da forte connotato emotivo – o informazioni del prodotto come il suoย design, la sua storia, il suo prezzo.
A tal proposito รจ illuminante un esperimento che ha coinvolto un gruppo consumatori non esperti, cui si รจ fatto testare due vini con prezzi molto diversi. Per la maggioranza, il piรน costoso era piรน buono. In realtร si trattava dello stesso vino. โQuesto ha a che fare con le aspettativeโ. Si tratta di una reazione indotta da un’informazione, evidenziata โ anche in questo caso โ dalla risonanza magnetica: โsapendo di bere un vino costoso, si attiva in misura maggiore una parte della corteccia orbito frontale, che entra in gioco quando una cosa al gusto o all’olfatto ci piaceโ: questo significa che una informazione puรฒ cambiare la percezione di quanto si assaggia.
Alcuni dettagli, quindi, non solo rendono piรน gradevoli gli ambienti, o arricchiscono la conoscenza di un prodotto, ma riescono a cambiare il modo in cui si โsentonoโ i sapori. Per esempio, la musica ad alta frequenza tende a essere associata ai sapori dolci. Alcuni esperimenti hanno evidenziato che, nell’assaggio di un Amarone accompagnato a una musica ad alta frequenza, โsi percepisce una incongruenza dei suoni acuti rispetto alla profonditร del vinoโ, mentre un test su 350 persone ha abbinato un Aglianico a una sensazione sonora (musica ad alta o bassa frequenza, Beach Boys o Carmina Burana), e una tattile, morbida o ruvida โspingendo la percezione del vino verso sentori piรน dolci o amari, secondo i casiโ.
โAnche il messaggio visivo passa prima per il sistema limbico, e poi va nella corteccia visiva primariaโ. Certe reazioni si attivano in maniera coerente con l’immagine che si ha di fronte. Cosa significa? Che quel che si vede, condiziona il modo in cui si percepisce quel che si mangia. Circa il 50% cellule cerebrali sono deputate alla visione che anticipa e condiziona altre percezioni come quelle delย gusto, si chiama โdominanza sensorialeย visivaโ. Un succo di frutta il cui colore รจ reso piรน rosso con elementi insapori, sembra piรน dolce e fruttato di uno non colorato. Perchรฉ succede? โIl nostro sistema cerebrale registra una stimolazione e si prepara a certe percezioniโ. Nel caso della luce di unย ambiente, un altro esperimento effettuato in una cantina, illuminata con una luce rossa eย poi una verde, ha dimostrato come la prima esaltasse le sensazioni di dolcezza eย aumentasse in modo significativo la probabilitร di acquisto di un vino tendente al dolceย come certi Riesling.
La luce artificiale e quella naturale hanno un impatto diverso sul nostro cervello, โperchรฉ nella nostra retina ci sono cellule fotosensibili alla luce che producono un ย ormone, laย melanina, e sono attivate dalla luce calda o naturaleโ. La melanina ha la capacitร diย stimolare il sistema limbico migliorando lโumore,ย attivando anche la memoria, โrendendo un’esperienza particolarmente memorizzabileโ. Piรน di un’altra equivalente, ma vissuta in un ambiente diverso. ร evidente quanto una sala ben illuminata sia importante. โA volte basterebbe poco per migliorare le cose, come una pellicola oscurante o qualcosa che limiti la luce di certi frigoriferi per le bevandeโ.
โI neuroni specchio si attivano se una cosa la facciamo o se la vediamo fare, come quando qualcuno davanti a noi prova disgusto e noi di conseguenzaโ. Ciรฒ vale anche per le espressioni dei visi, che spesso rivelano molto piรน delle parole. โSe chi mi accoglie non รจ felice di farlo, lo percepiscoโ. E questo prescinde persino dall’immagine che si registra (il meccanismo di identificazione vale anche nel caso di non vedenti di fronte a immagini fotografiche, secondo la teoria della “visione emotiva cieca”); รจ la capacitร di riconoscere le emozioni altrui in maniera automatica e istintiva. E di reagire di conseguenza. Riportando questa informazione nella ristorazione, รจ chiaro che una cattiva gestione dell’accoglienza rende l’esperienza deludente. โSono piccole regole molto efficaci per creare un’esperienza positivaโ. Qualche esempio? โQuanto costa a chi accoglie presentarsi con il proprio nome, dire che sarร lui o lei a occuparsi degli ospiti e accompagnare al tavolo?โ. Dove, entro pochi minuti deve arrivare il menu.
โIl menu รจ il biglietto da visita del ristoranteโ. Comunica chi si รจ o si vuole essere, puรฒ esprimere qualitร , freschezza, cura โper esempio presentando un numero contenuto di pietanze, in coerenza con una dimensione di valori che oggi spinge verso autenticitร sobrietร semplicitร naturalezzaโ. Ma non รจ solo questo: un menu puรฒ condizionare le scelte del cliente. Scrivere solo cheese cake o “New York Style cheese cake con salsaย di cioccolato God”, spiegando in maniera articolata e coinvolgente il prodotto, รจ una strategia che โ se usata nella giusta misura โ puรฒ aumentare la vendite di quel dolce e la cifra che le persone sono disposte a pagarlo. L’uso di un colore, una sottolineatura o un elemento a contrasto guida lo sguardo, e volendo anche la scelta. โMettendo a confronto dei menu, in cui accanto alla cifra si aggiungeva la scritta dollari, il simbolo, o nulla, si รจ conteggiato fino a 5 dollari in piรน a comanda per i tavoli con il menu con il solo numero. Il cervello riconosce alcuni elementi come positivi o negativiโ.ย Il prezzo รจ un fattore respingente, attiva lโinsula, ghiandola deputata alย disgusto nel nostro sistema limbico. E, dato che il cervello percepisce gli elementi in tempi diversi e le decisioni razionali arrivano dopo le quelle istintive, si possono influenzare le scelte. โAlla vista di un cioccolato, le reazioni emotive di attrazione e repulsione sono precedenti alla decisione di acquistare o meno la tavolettaโ. ย Prima c’รจย la sensazione di piacere, determinata dallโattivazione del Nucleo Accubens, poi il frenoย legato al prezzo (lโinsula), poi la scelta (corteccia prefrontale).ย Lasciare piรน spazio alla parte del piacere, prima di comunicare il costo puรฒ spingere all’acquisto. Stiamo semplificando informazioni e contesti complessi, naturalmente. Nel considerare il valore di un piatto entra in gioco tutto, anche le posate: โquelle piรน pesanti fanno percepire il prodotto come di migliore qualitร โ. Anche se un cibo cattivo non diventerร buono per questo. Sicuramente un prodotto buono, con alcuni accorgimenti, potrร essereย percepito migliore.
โNel libro ho raccolto e analizzato diversi esempi di studi e analisi di come le neuroscienze si possono applicare alla ristorazioneโ. Ma poi il passo ulteriore avverrร in aula, con il coinvolgimento di chef che piรน o meno consapevolmente applicano queste nozioni. Si tratta di tecniche note a tanti โper esempio Oldani, Borghese e Bartolini – e che vengono trattate in maniera approfonditaย allโinterno del Master in Food and Wine Communication, giunto ormai alla nonaย edizione, realizzato da IULM e Gambero Rosso e prossimo a ripartire nei primi giorni diย febbario 2121. “Stiamo costruendo un percorso formativo che riprenda tutte queste informazioniโ e le declini in esempi pratici e utili, sia con corsi in presenza (appena sarร ย possibile farlo) che attraverso una versione online del suddetto master che partirร al marzo 2021. Un corso rivolto ai molti patron che โ anche a fronte di una buona cucina – non riescono a formulare in modo sistemico una strategia per il successo. โMolti non si rendono conto quanto basti poco far percepire un’esperienza come di qualitร . Per farloโ conclude โnon serve stravolgere il ristoranteโ.
Neuroscienze a tavola – a cura di Vincenzo Russo โ Guerini โ 208 pp. – 24 โฌ
a cura di Antonella De Santis
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