Fermentazioni

Storia della startup che produce aglio nero e scalogno fermentato a tutta tecnologia

Aglio di Voghiera Dop, tecnologia e tanta passione. Questi gli ingredienti della startup NeroFermento, che produce aglio e altre liliaceae fermentati.

  • 02 Dicembre, 2020

Per loro si potrebbe coniare, se non esiste giร , la definizione di โ€œnerd gastronomiciโ€ essendo riusciti – in pochi anni – a combinare con successo la passione per i numeri, i calcoli e le strutture con quella per la gastronomia. Lโ€™informatica, a dire il vero, arriva prima del gusto, quando i ravennati Stefano, Tommaso, Chato e Davide sono ancora studenti universitari e condividono la curiositร  per numeri, teoremi e costruzioni. Formazione che li porta a lavorare assieme per una societร  cooperativa che si occupa di energie alternative ed รจ nel 2015 che decidono, a tempo perso, di costruirsi il loro primo fermentatore.

NeroFermento il team

La scoperta dell’aglio nero

โ€œUn nostro collega stava facendo da un po’ una ‘odorosa’ cura dโ€™aglio fresco ingerito ogni mattinaโ€ racconta divertito Stefano โ€œma un giorno, con nostra grande sorpresa, รจ arrivato in studio con un aglio completamente nero, poco pungente, mai visto prima e che proveniva dalla Corea. รˆ stata la nostra salvezza. Ci siamo incuriositi subito a quel prodotto cosรฌ anomalo, fermentato, ma dal sapore estremamente dolce e per niente invadenteโ€. Decidono cosรฌ di volerne sapere di piรน e googolando iniziano ad appassionarsi di fermentazione e di tutto ciรฒ che ci sta attorno. Scaricano manuali orientali soprattutto in lingua giapponese che parlano di temperature, tempi di attesa e maturazione, e dopo la teoria, arriva subito la pratica.

Sequenza fermentazione

Il primo fermentatore

Decidono di provare a costruirsi da soli quellโ€™oggetto per la trasformazione dei vegetali cosรฌ strano e studiare, in modo scientifico, cosa accade quando vengono lasciati maturare in ambiente favorevole e a temperatura controllata. โ€œLa nostra prima strutturaโ€ continua Stefano โ€œรจ stata progettata utilizzando un vecchio essiccatore di semi abbandonato in una cantina che noi abbiamo recuperato e adattato alle nostre esigenze. Assieme a un programma hardware di nome Arduino, lo abbiamo fatto diventare una prima, rudimentale, cella di maturazione. Una volta realizzata la struttura abbiamo iniziato a fermentare lโ€™aglio locale e dopo diversi tentativi รจ stato chiaro il meccanismo e i risultati sono apparsi da subito entusiasmantiโ€.

La scelta dell’aglio di Voghiera Dop

La passione cresce e i ragazzi, ingegneri di giorno e fermentatori a tempo perso, decidono di impegnarsi seriamente e trovano nellโ€™aglio di Voghiera Dop del ferrarese, a pochi chilometri da casa, il prodotto che me meglio si adatta alle loro esigenze. La fermentazione lo conferma: ottimo risultato sia da un punto di vista organolettico che nutritivo. Presentano il prodotto allโ€™Alma, la scuola internazionale di cucina italiana a Colorno, vicino a Parma, che rimane piacevolmente colpita da questo sapore tutto nuovo, ma da veri ingegneri chiedono aiuto allโ€™universitร  di Ferrara che, dopo attente indagini, riconosce a quellโ€™aglio nero una crescita esponenziale di antiossidanti e una perdita quasi totale della parte solforosa facendolo diventare a tutti gli effetti un โ€œsuperfoodโ€.

teste di aglio da fermentare

I nuovi fermentatori

Una cella sola non basta piรน e cosรฌ decidono di progettarne una piรน grande, da seicento chili, assemblandola in autonomia e corredandola di un software, sempre creato da loro, che attraverso sonde parametriche offre tutte le informazioni necessarie per lavorare al meglio i bulbi. Da questo momento nasce NeroFermento, una startup che consente, anche attraverso il consorzio dellโ€™aglio di Voghiera Dop, di commercializzare il prodotto e continuare la ricerca. I ragazzi escono dalle stanze dei computer e iniziano a raccontare le qualitร  del loro aglio trasformato, si mettono a collaborare con grandi chef che inventano piatti dove lโ€™aglio nero, a lungo studiato, diventa il vero protagonista.

โ€œFinalmente nel 2017 abbiamo realizzato la nostra maxi cella che ci consente oggi di fermentare fino a 2, 5 tonnellate di prodotto. Per costruirla ci sono voluti piรน di tre mesiโ€.

Non solo aglio

Gli esperimenti non finiscono, โ€œabbiamo fatto prove con tutte le liliaceae compresa la cipollaโ€ e dopo lโ€™aglio hanno studiato la fermentazione di un nuovo bulbo del territorio ravennate: lo scalogno di Romagna Igp. โ€œรˆ in commercio solo da qualche settimana ma ci sta dando molte soddisfazioni. Le nostre macchine applicate ai software lo hanno trasformato in un prodotto ricco di antiossidanti e dal sapore tutto nuovo, anche questo molto apprezzato in cucinaโ€.

I ragazzi, ora 40enni, sono solo allโ€™inizio e hanno mantenuto il vecchio lavoro a fianco di questa nuova avventura. Fatturano 120 mila euro allโ€™anno che servono solo a coprire le spese e finanziare le nuove ricerche.

Il coronavirus e i ristoranti chiusi hanno rallentato la distribuzione ma i quattro soci di NeroFermento non mollano: โ€œsiamo solo in un momento di adattamentoโ€ sorride Stefano โ€œma pronti a ripartire quanto primaโ€. E tornare a sperimentare.

NeroFermento – http://www.nerofermento.it

a cura di Tommaso Costa

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