Paghe eque e basse commissioni. ร questo che i rider continuano a chiedere da anni attraverso proteste e indagini, specialmente nellโultimo periodo in cui la pandemia ha moltiplicato le richieste di consegne a domicilio. Ora รจ la volta di Duccio, Luca, Salvatore, Nadim, Simone e Mahmad, a cui ci auguriamo possano presto aggiungersi molti altri: sono i paladini del delivery a filiera corta, gli ideatori di una cooperativa di consegne interamente posseduta e gestita dagli stessi fattorini. La Robin Coop, prima societร del genere che si prepara a sfidare i colossi del delivery dalla sua Firenze, proprio come faceva Robin Hood, che i ragazzi non mancano di citare: โNon pensavano ad i rischi che correvan nel gettarsi in acqua per trovare ristorโ. E proprio come lโeroe popolare della letteratura britannica, i giovani si lanciano a capofitto, pronti a fronteggiare โi ricchiโ.
Unโalternativa piรน giusta alle grandi piattaforme, famose per i tempi rapidi di consegna sรฌ, ma anche per le paghe basse, gli orari di lavoro estenuanti, i turni massacranti. โI fattorini che stanno creando Robin Food sono pronti ad affrontare i โsubdoli sceriffi e gli scagnozziโ delle multinazionali del Food Delivery pur di dare un contratto di lavoro dignitoso ai lavoratoriโ, hanno scritto gli ideatori del progetto sulla loro pagina Facebook. Unโiniziativa in grado di offrire non solo delle condizioni migliori per i dipendenti ma anche per gli stessi ristoratori, che potranno godere di commissioni piรน convenienti (molti gestori di attivitร , infatti, rinunciano al delivery o lo organizzano in autonomia per via dellโalta percentuale richiesta dai grandi nomi del settore).
Proprio come Robin Hood, la cooperativa si propone di fare giustizia, riequilibrare il mercato del delivery e distribuire meglio le risorse di tutti, economiche e lavorative. Mantenendo sempre alta la qualitร del servizio, โpuntuale, economico e rispettoso dellโambienteโ, un aspetto per niente banale in un settore cosรฌ in espansione e incentrato sui numeri, โnon riteniamo giusto che questi profitti vadano ad arricchire paradisi fiscali esteri anzichรฉ rimanere qua, nella comunitร che li generaโ. Un delivery a filiera corta, quindi, che avverrร tramite app e verrร presentato ufficialmente alla cittร a metร giugno come una realtร โsostenibile a 360 gradiโ. Le premesse โ e promesse โ sono molte: la paga per i rider non scenderebbe sotto i 9 euro lโora, il sistema del cottimo verrebbe abbandonato e le commissioni per i ristoratori si aggirerebbero attorno al 30%. Un delivery a misura dโuomo, insomma, da cui possano trarne tutti vantaggio.
a cura di Michela Becchi
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