La cena perfetta, dal 26 aprile nelle sale di tutta Italia, non รจ il solito film sulla cucina. Certo, contiene gli echi di altre celebri storie dโamore ai fornelli, tra Il sapore del successo e Ricette dโamore, narrando la storia fra Carmine e Consuelo, cioรจ fra un camorrista โsuo malgradoโ che viene esiliato a Roma allโinterno di un ristorante/lavanderia, e una chef inacidita dalle ingiustizie professionali che (anche in quanto donna) ha dovuto subire; a far la differenza, tuttavia, รจ la consulenza di Cristina Bowerman, che ha collaborato alla realizzazione del film anche in fase di sceneggiatura per far sรฌ che la storia risultasse plausibile agli addetti ai lavori, cioรจ ai ristoratori e al nutrito popolo dei gourmet.
In un documentario sullo chef Paolo Masieri, Il cuoco contadino, diretto da Luca Guadagnino nel 2006, cโera giร stato un certo Carlo Cracco a creare i piatti che sfilano (con fare barocco) alla fine della storia, ma in questo film la Bowerman non si รจ limitata a ideare il menu degustazione di Consuelo, quello che la chef ha preparato nel ristorante che Carmine ha costruito apposta intorno a lei, e in cui spiccano lo Chantilly di foie gras su crostino con cioccolato, rosmarino e lampone, e il Raviolo liquido all’amatriciana con pecorino e guanciale croccante: โTanto per fare un esempio, cโera una scena in cui Consuelo, dopo essersi arrabbiata, lanciava un piatto, fino a spaccarlo, ma io lโho fatta togliere: uno chef ama le sue stoviglie, non le romperebbe maiโ, ci ha detto mentre stava tornando dalla Turchia, appunto con una valigia piena di stoviglie comprate per il suo ristorante. โHo appena tollerato un piccolo errore estetico: nella frittata della nonna cโรจ un uovo che sโinclina in avantiโ aggiunge ridendo โma non ho consentito che si facesse un gelato allโazoto liquido senza lโapposita maschera protettiva. Soprattutto, ho cercato di rendere plausibile la brigata: Giovanni, Nicola e Chiara lavorano con me a Glass Hostaria. In sala, invece, ci ha pensato Salvatore Esposito, lo straordinario attore di Gomorra: nel film serve ai tavoli con la sensibilitร di chi sembra lโabbia sempre fattoโ.
Anche il ristorante del film, Il picchio blu, esiste davvero (Corsetti 1921, situato a Roma in piazza Cosimato), e sono veri pure gli chef che una sera, dopo il servizio, brindano con Carmine e Consuelo: oltre alla Bowerman scorgiamo i volti di Arcangelo Dandini, Roy Caceres, Massimo Riccioli, Davide Del Duca, Luciano Monosilio, insieme ad Alessandro Pipero.
La cena perfetta viene considerata lโopera prima di Davide Minnella, anche se nel 2004 il regista pugliese aveva giร diretto Ci vorrebbe un miracolo, un mediometraggio surreale interpretato dalla conduttrice radiotelevisiva Elena Di Cioccio che, con lo stile del mockumentary dโinchiesta, punta il dito su un fenomeno, quello secondo cui in Italia consumeremmo piรน pesce rispetto a quello che viene pescato. โMi sono sempre piaciuti i food movies, da Il pranzo Babette a Big night, in piรน amo il personaggio (piรน artista, che killer) di Chazz Palmintieri in Pallottole su Broadway, sicchรฉ quando Stefano Sardo mi ha proposto il soggetto de La cena perfetta, lโho subito fatto mioโ, ci ha detto Minnella.
Qualche luogo comune, allโinterno del film, รจ rimasto (il modo militaresco โ โSi, chef!โ โ con cui la brigata risponde agli ordini, come pure la foto di Maradona appesa in cucina, i richiami ai piatti della nonna e lโenfasi eccessiva con cui Consuelo esprime talora la propria rabbia, in stile โIl sapore del successoโ), ma si sente che il regista รจ stato un mese in cucina, per comprendere bene il mestiere dello chef: โร grazie a Cristina, che ho voluto a tutti i costi affinchรฉ trasmettesse al personaggio di Consuelo una sensibilitร al femminile, che ho compreso la fatica che cโรจ dietro, quella che i format televisivi non sempre mettono in primo piano, e invece giustifica la tensione e lโattenzione maniacale di quel lavoro. In piรน il set รจ filato via liscio anche grazie al fatto che sia Salvatore Esposito, sia Greta Scarano, sono dei gourmet, lo si vede dal modo in cui cucinano e mangianoโ. โร vero, sono appassionata di cibo, รจ uno dei modi migliori per conoscere la cultura di un paese, e soprattutto per trasmettere lโamore di una persona verso lโaltra: per questo amo mangiare tanto nei ristoranti stellati, tipo quello di Cristina che devo ringraziare per avermi aiutata a rendere plausibili i miei gesti da chef, quanto nelle trattorie: lโimportante รจ che ci sia sensibilitร โ, ci ha detto Greta Scarano.
Non poteva mancare di certo la figura del critico cattivo, Luca Villani, un personaggio inventato (e interpretato) da Stefano Sardo, autore del soggetto e co-sceneggiatore del film insieme allo stesso Salvatore Esposito. Anche in questo caso si sente un rimando: Villani ricorda Ego, il critico di Ratatouille, da un lato perchรฉ abbina i sorrisi affettati di fine pranzo a delle inaspettate stroncature ex post, dallโalto perchรฉ anche lui viene redento dal calore di un piatto, quello che finalmente gli fa scrivere un pezzo con il cuore. Nonostante questa conversione, ne La cena perfetta cโรจ un personaggio che pone lโattualissimo tema delle guide e della critica: lo chef Eric Berger, presso cui Consuelo ha imparato il mestiere. Berger, dopo aver ottenuto le fatidiche Tre Stelle, si stufa di tutto il sistema mediatico e chiude il ristorante per aprirne uno nuovo in mezzo ai boschi della Danimarca, raggiungibile solo a piedi, imponendo la firma di un foglio, da parte di tutti i commensali, in cui ci sโimpegna a non recensirlo in alcun modo. Il personaggio mette insieme alcune figure reali, dallo chef Magnus Nilsson e il suo Faviken, a tutta quella serie di chef (talora anche pizzaioli) che, in opposizione alla critica, a un certo punto hanno esplicitamente chiesto di non essere recensiti, come se la loro non fosse unโattivitร pubblica, โbuonaโ per essere raccontata dal pubblico. Ahimรจ, giornalisti compresi.
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