Panifici

Uno dei migliori panifici d'Italia apre solo 3 giorni alla settimana. La storia di Settecroste

Andrea Cirolla, bergamasco di nascita e salentino dโ€™adozione, apre il suo panificio Settecroste a Galatina solo tre giorni a settimana, negli altri si dedica alla produzione del pane e poco altro. Il suo modello imprenditoriale รจ sempre piรน apprezzato tra i panettieri emergenti.

  • 18 Giugno, 2024

Quest’anno il premio Panettieri Emergente per la guida Pane e Panettieri d’Italia รจ andato ad Andrea Cirolla, di Bergamo, classe 1983, non piรน giovanissimo – non ce ne voglia, lo diciamo con spensieratezza dato che chi scrive รจ coetanea – ma esponente convinto di un modo di fare imprenditoria in crescita: ยซFare da solo, fare poco, concedendomi il lusso di poter lavorare il pane e poco altroยป. Un modello imprenditoriale che stride con la generazione di Andrea e quella che la precede, le generazioni con il culto dell’iperproduttivitร , per le quali lavorare tante ore rappresenta un vanto, ma che si sta facendo strada tra tanti nuovi artigiani (qui ne abbiamo parlato con il gelatiere Gianfrancesco Cutelli). Certo, l’essere ยซmaniaco del controllo e poco incline a delegareยป o l’essersi trasferito a Galatina, gli ha dato la giusta spinta.

Il panificio ispirato da Eugenio Pol

ยซHo iniziato da Cascina Sant’Alberto a Rozzano, successivamente, dal 2017 al 2019, ho lavorato da Davide Longoni. Anche se il mio primo maestro rimane Eugenio Pol. Ho scoperto il suo pane da Ratanร  a Milano, spesso andavo a โ€œelemosinareโ€ una micca di montagna lรฌ, poi un giorno ho deciso di inviargli una lettera. Ne รจ nato un rapporto epistolare e poi un’amicizia, con Pol condividiamo la passione per il jazz e una certa letteraturaยป. Ma di Milano Andrea si stanca. ยซVolevo recuperare una dimensione piรน tranquilla, dove avere un contatto diretto con gli elementi naturali. Mia moglie รจ salentina e io ho fortemente spinto per trasferirci in Salento, vari incastri fortuiti mi hanno assecondato e cosรฌ ci siamo trasferiti a Galatina. Due mesi prima del primo lockdownยป. Ciononostante Andrea non si scoraggia e a marzo 2021 apre Settecroste, panificio contemporaneo che – con coraggio – resta aperto solo tre giorni a settimana.

pane di Settecroste a Galatina

Il pane di Settecroste

Non un panificio tradizionale, ยซla sensazione รจ quella di fare ingresso in un luogo dโ€™eccezione. Essenziale, lineare, intimoยป, scrive l’ispettrice che รจ andata a visitare in anonimato il panificio. E continua: ยซQui la biodiversitร  รจ la regola, con farine da grani selezionati e macinati a pietra, fattori che restituiscono profumi inebrianti: Duri del Sud con il grano duro che offre il territorio, le varietร  al farro, all’orzo salentino, al grano Senatore Cappelli, Saragolla, Tummina e Urria, o ancora il Russello di Castiglione dโ€™Otranto e segale integraleยป. Pani che hanno conquistato le persone del posto e non. ยซCirca la metร  dei clienti arriva da fuoriยป, ci racconta Andrea, ยซarrivano anche da Santa Maria di Leuca, vengono una volta alla settimana a far scortaยป, tanto il suo pane si conserva per giorni. Il nome Settecroste non รจ casuale.

pane di Settecroste a Galatina

Il mito del pane dalle sette croste

Un pane dalle sette vite. ยซC’รจ anche questo senso all’interno del nome Settecrosteยป, spiega. ยซPoi il sette in qualsiasi cultura, religione, tradizione, mitologia รจ un numero fortemente simbolicoยป. Ma nello specifico il nome del panificio deriva dal libro โ€œPane nostroโ€ di Predrag Matvejevic: ยซNel testo c’รจ il mito, che elabora lui chiaramente prendendo dei riferimenti dalla letteratura di ogni tempo, del pane dalle sette croste, legato ai destini degli ultimi. Un pane che dร  nutrimento al corpo ma anche all’anima, un pane che accompagna. Vi leggo il passaggio dal quale nasce il nome del mio panificio perchรฉ ce l’ho stampato (e incorniciato, ndr) qui in negozio: โ€œMolti sono i destini, collettivi e singoli che dipendevano e dipendono dal pane, in vari modi e in diversa misura. Ma alcuni esseri umani hanno forse patito di piรน degli altri: i santi, gli eremiti, i monaci, gli anacoreti, i pellegrini, i mariani, i carcerati. I mendicanti, gli zingari, e i poveri. Per tutti costoro il pane delle sette croste รจ stato ristoro del corpo e il sostegno dellโ€™animaโ€. Da qui la scelta del grande formato e del tipo di lavorazione, con pasta madre, che per me รจ l’unica possibile. Un pane di lunga vitaยป. Lunga vita al pane. E alla libertร  di ognuno di scegliere il modello imprenditoriale che piรน gli si addice.

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