
Mentre il mondo attende trepidante l’inizio del Conclave che eleggerà il 267° Pontefice, dietro le porte chiuse della Cappella Sistina si gioca una partita altrettanto decisiva: quella a tavola. Per i giorni di riflessione, confronto e preghiera che si susseguiranno da mercoledì 7 maggio, anche l’alimentazione dei cardinali è stata pianificata con estrema attenzione. Una dieta che dovrà sostenere mente e corpo dei porporati, sotto la supervisione delle suore Figlie della Carità di San Vincenzo De’ Paoli che, come riportato da Il Messaggero, gestiranno la domus del collegio cardinalizio sovrintendendo anche la preparazione dei pasti.
Il menù del Conclave si ispira a un principio semplice ma essenziale: fornire energia senza appesantire, così come consigliato dal nutrizionista Giorgio Calabrese a Adnkronos. Una formula non lontana dalle portate normalmente proposte dalla mensa di Santa Marta – quando la residenza funziona come semplice albergo – con piatti che dovrebbero essere riproposti anche per questa occasione. L’obiettivo è chiaro. Garantire un’alimentazione rigorosa e bilanciata, capace di sostenere un corpo e una mente impegnati in un compito cruciale, nel pieno rispetto di intolleranze e condizioni di salute, come il diabete, comuni nell’età dei 133 cardinali presenti.
Niente maritozzi, carbonara o abbacchio, dunque. Al loro posto una colazione leggera a base di tè o caffè, pane tostato o fette biscottate accompagnate da marmellata o miele. Una soluzione per superare la mattinata a mente lucida, evitando picchi glicemici che potrebbero compromettere la concentrazione. A rimpinzare lo stomaco ci penserà poi il pranzo, composto da piatti semplici ma nutrienti. Pasta o riso con sughi leggeri, carne bianca, pesce al forno, verdure di stagione direttamente dagli orti vaticani, insalate e frutta fresca. Questa la scelta per il pasto principale, fatto di cibi poco elaborati e ricchi di vitamine e sali minerali. La cena sarà invece più frugale e rapida, per non appesantire il sonno e permettere un riposo rigenerante. A tavola ci saranno acqua e vino, mentre saranno banditi superalcolici e cibi troppo grassi come uova e pancetta, spesso preferiti dai porporati del Nord Europa ma poco adatti alla situazione.
La dieta attuale è il frutto di una lunga evoluzione. Nel Medioevo, il Conclave poteva durare anni, come accadde tra il 1268 e il 1271, quando Papa Gregorio X impose una dieta rigorosa per evitare eccessi: un solo piatto per pasto dopo tre giorni e solo pane, vino e acqua dopo otto giorni senza decisioni. Nel Rinascimento, invece, i pasti erano ricchi e articolati, con menù di quattro portate e prelibatezze come il celebre timballo del cardinale. Oggi il regime alimentare è semplice e sobrio, come il contesto di isolamento totale in cui si inserisce.
Dalle 16:30 del 7 maggio 2025 i cardinali sono infatti completamente isolati dal mondo esterno. Vietati smartphone, tablet e qualsiasi dispositivo di comunicazione, con l’installazione di jammer per bloccare le frequenze e pellicole anti-droni alle finestre per garantire la massima privacy. Una prassi che coinvolgerà anche il personale di cucina e sala. I cuochi e gli addetti laici di fiducia, già operanti a San Pietro, saranno infatti sottoposti a rigide regole di riservatezza, con contatti limitati con i cardinali solo per necessità di servizio e telecamere nelle cucine per evitare qualsiasi rischio di interferenze o comunicazioni non autorizzate.
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