Notizie / Attualitร  / Albarossa, il rosso piemontese fa il punto a dieci anni dalla doc

Vino

Albarossa, il rosso piemontese fa il punto a dieci anni dalla doc

Produzione in crescita per le aziende che hanno scelto il vitigno nato da un incrocio di Chatus (nebbiolo di Dronero) e barbera. Ma che origini ha la Doc Albarossa?

  • 17 Ottobre, 2020

Albarossa. Una doc piemontese poco conosciuta

A dieci anni dal riconoscimento della Doc, i produttori di Albarossa si sono riuniti a Cavatore sulle colline che circondano Acqui Terme per fare il punto su una produzione che ormai sfiora il mezzo milione di bottiglie (470mila). โ€œVorremmo che questo diventasse un appuntamento annuale, per presentare lโ€™ultima annata e per far scoprire un vino importante che si apprezza nel tempoโ€ ha detto Alberto Chiarlo presidente dellโ€™Albarossa Club, lโ€™associazione che si occupa della promozione e della tutela del rosso piemontese nellโ€™ambito del Consorzio Barbera dโ€™Asti e Vini del Monferrato che comprende la tipologia Albarossa nella doc Piemonte.

Una storia, quella dellโ€™albarossa, relativamente breve, perchรฉ se รจ vero che il vitigno รจ nato nel 1938 dagli studi del professor Giovanni Dalmasso – docente di enologia e viticoltura prima a Conegliano e poi preside della Facoltร  di Agraria dellโ€™Universitร  di Torino – alla ricerca di un vino che unisse lโ€™eleganza del Nebbiolo alla freschezza del Barbera, si deve arrivare agli anni โ€™80 e โ€™90 del secolo scorso perchรฉ quelle ricerche fossero riprese a livello universitario e cominciassero le microvinificazioni alla Tenuta Cannona di Carpeneto, campo sperimentale della Regione Piemonte.

Produttori di Albarossa in degustazione

Le prime sperimentazioni con lโ€™albarossa e il suo territorio

โ€œRicordo ancora quellโ€™incontro, cโ€™erano anche Riccardo Cotarella e Piero Antinori, quando ci venne proposto di impiantare barbatelle di albarossa nei terreni di nostra proprietร โ€ commenta Michele Chiarlo, padre di Alberto, uno dei personaggi protagonisti della nascita di questo nuovo vino piemontese. Accanto a quel nucleo storico di aziende โ€œinnamorateโ€ fin da subito dellโ€™Albarossa โ€“ Chiarlo, appunto, Bava, Banfi, Castello di Neive – se ne sono aggiunte via via altre โ€“ ultima la Cantina di Maranzana โ€“ che ha portato a venti il numero totale di realtร  coinvolte nel progetto. Lโ€™area vocata attraversa Langa, Monferrato e Roero, ma focalizzando lโ€™attenzione sulle zone a piรน alta concentrazione di impianti si individua una fascia collinare che da Santo Stefano e Canelli, corre verso Nizza Monferrato e arriva nel bacino dellโ€™Acquese (Bistagno, Carpeneto, Strevi). Con le dovute eccezioni geografiche, Bava ad esempio utilizza una vigna a Cocconato. Un patrimonio vitato che ormai raggiunge i 70 ettari e una produzione che oltre ai ristoranti locali, enoteche selezionate, si affaccia in qualche caso anche sui mercati esteri, Svizzera, Stati Uniti e Canada.

I punti di forza dellโ€™Albarossa

โ€œCi hanno preso un poโ€™ per pazzi quando abbiamo deciso di dedicare quasi un ettaro allโ€™albarossa in terreni dove potremmo piantare nebbiolo per Barbarescoโ€ racconta Claudio Roggero enologo di Castello di Neive โ€œma ci ha sempre affascinato questo rosso che esprime eleganza, potenza e sensualitร .โ€ โ€œIl lato piacevole di questo club di aziende legate allโ€™Albarossa โ€“ aggiunge Andrea Costa di Marenco โ€“ รจ che per nessuno di noi si tratta del core business, stiamo parlando di qualche migliaio di bottiglie, e quindi possiamo far crescere il prodotto nel migliore dei modi, senza particolare fretta e assilli commerciali.โ€

Lโ€™ultima annata in commercio รจ il 2017, ma alla degustazione le annate 2010 de Lโ€™Armangia e il 2008 di Michele Chiarlo (che ha circa 3 ettari a Montaldo Scarampi) dimostrano tutto il potenziale, in termini di longevitร , di un vino che tendenzialmente si beve al meglio dopo 3 anni dallโ€™imbottigliamento.

Lโ€™enologo Donato Lanati, presente allโ€™incontro di Cavatore, ha tirato le conclusioni: โ€œSe ci fosse Veronelli, direbbe sicuramente che lโ€™albarossa ha vinto la sua prima partita, cioรจ ha conquistato i produttori con la sua longevitร  certa, sicura. Acciaio, legno? Le strade possono essere valide entrambe, ma in prospettiva una menzione geografica aggiuntiva potrebbe essere fondamentale per valorizzare un vitigno che dimostra di avere giร  una sua linea conduttrice, ma risultati diversi da azienda ad azienda, da territorio a territorio.โ€

Un vitigno che comunque richiede buone esposizioni, senza esagerare nellโ€™abbassamento delle rese, perchรฉ come รจ stato sottolineato le uve hanno โ€œunโ€™anima molto rossaโ€, bucce sottili, acini piccoli, vinaccioli grandi e pressature e macerazioni vanno controllate attentamente.

A cura di Dario Bragaglia

TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE...

Corsi per Appassionati

Corsi per Professionisti

University

Master

ยฉ Gambero Rosso SPA 2025
P.lva 06051141007
Codice SDI: RWB54P8 Gambero Rosso registrazione n. 94/2021 Tribunale di Roma

Privacy: Responsabile della Protezione dei dati personali – Gambero Rosso S.p.A. – via Ottavio Gasparri 13/17 – 00152, Roma, email: [email protected]

ยฉ Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.

Made with love by Programmatic Advertising Ltd

Made with love by Programmatic Advertising Ltd

ยฉ Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati