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Lotta agli antibiotici negli allevamenti: "I politici possono fare molto, ma anche gli investitori sono molto potenti"

Sempre piรน le reti di attivisti che puntano ad aumentare la pressione sugli azionisti per affrontare una questione sempre piรน vista come una minaccia per la salute globale

  • 22 Agosto, 2023

Sta crescendo sempre di piรน la consapevolezza dellโ€™impatto negativo dellโ€™antibiotico-resistenza sui rendimenti degli azionisti, tanto che alcune aziende alimentari si trovano a subire una pressione crescente da parte dei loro investitori per ridurre lโ€™utilizzo di antibiotici negli allevamenti. Non solo: un peso sempre maggiore lo stanno avendo anche gruppi di attivisti che si rivolgono sempre piรน agli azionisti per affrontare il flagello globale della resistenza antimicrobica. Ad affrontare la questione รจ stato anche il Financial Times con un’analisi ad hoc nella quale si va a scandagliare lo stretto rapporto tra investitori e produzioni alimentari.

Il potere degli investitori

L’analisi รจ partita proprio dalla consapevolezza degli azionisti della minaccia che lโ€™antibiotico-resistenza puรฒ rappresentare per i rendimenti. Secondo il FT gli investitori oggi rappresentano unโ€™arma essenziale e sempre piรน strategica nella lotta agli antibiotici e della stessa idea รจ anche Dame Sally Davies, inviata speciale del governo britannico sulla resistenza antimicrobica, sentita dal quotidiano britannico: “I politici e la politica possono fare molto, ma gli investitori sono molto potenti”.

D’altronde รจ proprio grazie a Davies che nel 2020 ha preso il via il gruppo Investor Action al World Economic Forum di Davos che come mission punta a “sfruttare lโ€™influenza degli investitori per combattere i superbatteri resistenti ai farmaci”.

A questo si aggiunge lโ€™iniziativa Fairr, una rete di investitori focalizzata sui rischi legati allโ€™allevamento intensivo di bestiame, con il sostegno di circa 370 finanziatori da tutto il mondo e un patrimonio complessivo di ben 71 trilioni di dollari. Gli attivisti riconoscono che la questione deve ancora colpire gli investitori con la stessa forza che ha avuto il cambiamento climatico. Tuttavia, Fairr ha affermato che il suo sostegno รจ cresciuto di oltre il 200% dal 2019, con 15,2 trilioni di dollari in asset combinati che ora sostengono la spinta per modifiche alle pratiche antimicrobiche delle aziende.

Il problema dell’abuso degli antibiotici

Una panoramica non certo incoraggiante quella che mostrano i dati, che spingono a intraprendere una serie di iniziative indispensabili: circa il 70% degli antibiotici, infatti, vengono consumati dagli animali per prevenire le malattie. Inoltre un terzo di tutti gli antibiotici utilizzati nel mondo vengono destinati solamente ai maiali in Cina e si prevede che l’antibiotico-resistenza ucciderร  piรน persone del cancro entro il 2050. In tutto ciรฒ, secondo lโ€™Organizzazione Mondiale della Sanitร , la resistenza antimicrobica รจ giร  stata associata a quasi 5 milioni di decessi allโ€™anno a livello globale ed รจ costata al mondo 100 trilioni di dollari in perdite economiche globali.

I contrari agli allarmismi

Non tutti gli osservatori concordano sul livello di colpevolezza che le aziende alimentari dovrebbero accollarsi per ridurre la resistenza antimicrobica. Eva Gocsik, analista senior per le proteine animali presso Rabobank, uno dei principali finanziatori del settore, ha affermato che lโ€™uso di antibiotici nella produzione animale รจ โ€œsolo uno dei potenziali fattori che contribuisconoโ€ al problema ed รจ โ€œdifficile stabilire scientificamente lโ€™esatto contributo del settore zootecnico alla resistenza antimicrobica negli esseri umaniโ€.

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