ร stata la sua cifra politica da sempre: attenzione alla pancia. E cosa รจ piรน pancia del cibo? Matteo Salvini lo sa bene. E da sempre usa il cibo come elemento di avvicinamento verso i suoi fan e follower sui social, ma anche in diretta nelle manifestazioni cui partecipa. Il Capitano sa bene che col cibo si acchiappa. E sa bene che il cibo catalizza, attira passione e al tempo stesso crea avversari. Divide e costringe a schierarsi: il food รจ la benzina dellโumanitร , il carburante, la base della nostra esistenza e dunque della nostra quotidianitร . Ed รจ cosรฌ che oggi si sta specializzando come il peggior food influencer sul mercato dei social.
Da anni Salvini utilizza il cibo come medium politico: posta una foto di pizza trash, una immagine non curata, โsporca e untaโ, ricca di grassi e molto poco glamour, la pizza che incontriamo noi semplici cittadini ai tavoli delle pizzerie e non quella che esce sulle pagine di riviste e siti.
Salvini usa il cibo in modo viscerale. La sua campagna contro la carne coltivata e i novel food, da una parte tocca lโimmaginario di un italiano medio che prova disagio di fronte allโidea di mangiare i grilli ridotti a farina o una polpetta fatta dal prodotto di una crescita cellulare in provetta. E dallโaltra tocca anche la pancia di una rete agricola che non รจ sempre o in tutto pronta a scegliere la difficile strada della sperimentazione e delle nuove tecnologie, del futuro, ma che si preoccupa del presente, del suo limitato orizzonte oltre il quale preferisce non immaginare per non โsprecareโ energie.
ร un refrain nella storia dellโumanitร : ci sono i visionari, quelli che immaginano come e cosa sarร e che cercano le novitร e ci sono i conservatori, quelli che puntano a conservare lo status quo osteggiando ogni cambiamento che lo modifichi. Questa รจ anche un a contraddizione che attraversa il mondo agricolo e della produzione agroalimentare. Ci sono i grandi innovatori, i ricercatori (da Leonardo a Cavour, fino alle startup nel campo dellโagricoltura di precisione passando per nomi come Nazzareno Strampelli e il senator pugliese Raffaele Cappelli) e cโรจ il popolo di chi la terra la lavora che spesso fatica a cogliere il senso delle novitร tecnologiche.
Il rapporto di Salvini col cibo coglie in pieno questa contraddizione: รจ il mezzo per toccare la pancia di chi fatica ogni giorno. Si perde per strada gli innovatori? E chissenefrega, tanto sono molti meno. E poi una scelta va fatta. Il piatto sciatto, senza trucchi, fotografato con la luce della cucina di casa รจ quello su cui punta Salvini. E ovviamente fa infuriare chi ci vede โsoloโ un piatto. La cosa in genere funziona bene per il leghista. Ma da qualche tempo lโaria ha cominciato a cambiare. Ne รจ un segnale lโultimo video sulla visita al pastificio Rummo dove Salvini ha stigmatizzato le farine di insetti esaltando invece la grande pasta made in Italy. Beh, in molti non hanno digerito lโuso di un marchio come Rummo per la passerella mediatica del ministro e sui social รจ salita unโonda di protesta, una campagna di boicottaggio dei prodotti con quel marchio: il che ha messo in difficoltร proprio quellโazienda che nel 2015 aveva invece commosso il Paese a seguito dei disastrosi danni dovuti allโalluvione del Sannio.
Anche la vicenda del video della pesca nello spot di Esselunga ha creato qualche problema al leader leghista che ha voluto marcare la distanza rispetto a quello spot โbuonistaโ e troppo aperto ai cambiamenti sociali usando un contro-video in cui preferisce acquistare castagne piuttosto che pesche. Giร perchรฉ quello spot ha conquistato anche la premier, Giorgia Meloni, che al suo alleato non ha risparmiato una bordata.
Il punto, perรฒ, non รจ solo lโuso del cibo come medium di propaganda politica. Il cibo รจ anche un tassello utile a capire chi ne parla: รจ infatti un elemento molto legato alla sfera emotiva e alla dimensione della soddisfazione e dellโaffetto. Chi ne fa uso โ come Salvini โ per parlare al suo popolo, per far politica, punta a scomunicare i salami vegani e gli hamburger vegetariani per intercettare il consenso di chi prova rabbia di fronte al vortice implacabile del mondo che cambia e si evolve in modo continuo e velocissimo senza lasciare il tempo per capire e condividere. Con il bacio al culatello nella cella di stagionatura, Salvini tocca la pancia di chi cerca terreni semplici e intimi per vivere la quotidianitร senza troppe domande, senza cercare spiegazioni complesse. E ne cerca il consenso attraverso il cibo che รจ quanto di piรน vicino alla pancia.
Erano tempi diversi e il paragone puรฒ sembrare stridente. Ma questa strategia comunicativa di Salvini risuona vagamente delle campagne di Mussolini per il grano, quando il Duce si faceva fotografare a torso nudo durante la trebbiatura. Anche quello era cibo ed era pancia. Era lโaspettativa e lโidea del cibo che ne sarebbe nato, era lโorgoglio italico, era lโocchiolino a un popolo essenzialmente ancora molto agricolo, era lโesaltazione di una bandiera che doveva far digerire una politica di autarchia che avrebbe reso molto piรน difficile averlo, quel cibo. Dunque, un messaggio che diceva: ti accarezzo la pancia per farti digerire una scelta che sarร contro di te. Esalto il grano italico e lo sventolo come identitร e orgoglio di un Paese che sta decidendo di chiudersi al mondo e ai mercati e quel grano dovrร razionarlo, un Paese che di cibo in realtร ne avrร molto meno e a un prezzo molto piรน caro.
Invece di sostenere lโinnovazione e spingere i suoi fan a capire il futuro e ad affrontarlo, punta a conquistare consenso sapendo bene che quella chiusura al progresso potrร dargli dei voti, ma sicuramente indebolirร il Paese perchรฉ sarร sempre una spanna indietro agli altri competitor sul fronte della scienza e dellโinnovazione (e quindi della competitivitร ) e perchรฉ priva la stessa agricoltura delle possibilitร di diversificazione e razionalizzazione nelle produzioni. Tanto che qualche mese fa, quando lโUe autorizzรฒ lโuso alimentare delle farine di insetti, furono diverse le associazioni degli agricoltori (esclusa Coldiretti che ha scelto la linea oscurantista a 360 gradi) che espressero posizioni aperte e possibiliste in quanto quella decisione apriva scenari nuovi di business per i loro stessi associati, gli agricoltori. Come dice il professore Alberto Grandi commentando gli ultimi sommovimenti dei paladini della Carbonara filologicamente corretta (che non esiste), questo fondamentalismo gastronomico รจ segno di una estrema fragilitร del nostro Paese. Questo vale anche per la cassouela e per le polente sciatte di Salvini.
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