Un guscio cosƬ resistente da poter reggere il peso di un uomo. Un tuorlo grande come venti di gallina. E un prezzo che le rende una raritĆ sulle tavole, più oggetto di curiositĆ che ingrediente del quotidiano. Le uova di struzzo erano ben conosciute giĆ 60mila anni fa, nellāattuale Sudafrica, utilizzate per creare ornamenti, contenitori e boccali per i riti religiosi; mentre in epoca romana erano considerate una prelibatezza (riservata solo ai più ricchi). Ma cosa le rende ancora cosƬ particolari? Dove si trovano e, soprattutto, come si cucinano?
Un singolo uovo di struzzo può pesare fino a 1,5 kg, contenendo lāequivalente di 20-25 uova di gallina. Il guscio, incredibilmente resistente, ĆØ talmente duro da richiedere lāuso di martelli o attrezzi appositi per essere aperto. Proprio questa caratteristica lo rende prezioso anche per usi decorativi: inciso, dipinto o impreziosito con metalli, il guscio delle uova di struzzo era un oggetto di lusso giĆ nellāantichitĆ , rinvenuto in tombe egizie, relitti dellāetĆ del bronzo e siti archeologici in tutto il Mediterraneo. Dal punto di vista nutrizionale, le uova di struzzo non si discostano molto da quelle di gallina: ricche di proteine e vitamine del gruppo B, sono una fonte eccellente di ferro. E il loro sapore? Molto simile a quello delle uova di gallina, ma con una nota più delicata.
Uovo di struzzo proveniente dalla tomba della Nave di Cerveteri esposto al Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma
Se pensiamo agli struzzi, lāimmaginario collettivo ci porta immediatamente nelle vaste pianure dellāAfrica. Ed ĆØ proprio qui, in paesi come Sudafrica, Kenya e Namibia, che si concentra la produzione delle uova di struzzo, grazie a un clima favorevole e a una lunga tradizione di allevamento. Lāindustria non si ferma però al continente africano: anche in Australia si sono sviluppate fattorie dedicate alla produzione di uova, carne e pelle di struzzo.
E in Europa? Nonostante il consumo sia ancora di nicchia, esistono allevamenti anche in Francia e Italia, dove le uova di struzzo sono destinate a mercati locali e ristoranti. Negli Stati Uniti, invece, lāallevamento di struzzi ha una storia travagliata: inizialmente pubblicizzati come āla nuova carne rossaā del XX secolo, questi volatili non hanno mai realmente conquistato il pubblico americano, e oggi sono più unāattrazione turistica che una realtĆ produttiva. Nella maggior parte dei casi, comunque, per acquistare un uovo di struzzo bisogna rivolgersi direttamente ad un allevamento.
RaritĆ e difficoltĆ di produzione si riflettono nel prezzo: un singolo uovo di struzzo può costare dai 10 ai 25 euro in Europa, mentre negli Stati Uniti i prezzi salgono vertiginosamente, con alcuni allevamenti che li vendono anche a 60 dollari lāuno. Il guscio, tuttavia, viene spesso riutilizzato, riducendo gli sprechi e aggiungendo valore al prodotto.
Nonostante le dimensioni impressionanti, cucinare un uovo di struzzo non ĆØ molto diverso dal trattare un normale uovo di gallina, se non per i tempi di cottura.
Nei mercati africani, lāuovo di struzzo viene spesso cotto direttamente sulla brace, praticando un piccolo foro nella parte superiore e mescolando lāinterno con un bastoncino, un metodo che si dice risalga ai nomadi dellāantichitĆ .
La Pala di Brera (o Pala di Montefeltro) di Piero della Francesca conservato alla Pinacoteca di Brera di Milano
Non ĆØ certo un caso che lāuovo abbia assunto nei secoli un forte valore simbolico: la sua forma perfetta e il suo legame con la nascita lo hanno reso un emblema universale di vita e rigenerazione. Il mito dellāuovo cosmico, da cui avrebbe avuto origine lāuniverso, affonda le radici nelle civiltĆ più antiche e, proprio come lāalbero della vita, ha attraversato epoche e culture mantenendo intatto il suo significato di rinascita. Con il Cristianesimo, lāuovo diventa anche simbolo della resurrezione, motivo per cui ĆØ al centro delle celebrazioni pasquali. Fin dal Medioevo, inoltre, ĆØ associato alla figura della Maddalena, spesso raffigurata con un uovo ā talvolta rosso ā tra le mani. ù
Nel Rinascimento, Piero della Francesca lo rende protagonista della sua Sacra Conversazione (1474): qui lāuovo di struzzo, sospeso al centro della scena, richiama lāImmacolata Concezione della Vergine e, più in generale, il concetto di rinascita. Ma la sua presenza non ĆØ solo simbolica: ha anche una funzione prospettica. Lāuovo, illuminato da sinistra, pende da una conchiglia in ombra, suggerendo una profonditĆ spaziale che altrimenti verrebbe meno. Se mancasse, lo sfondo apparirebbe piatto e meno tridimensionale. Un dettaglio cosƬ essenziale che quasi si dimentica che, in realtĆ , quellāuovo non proietta alcuna ombra.
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