Dalla Toscana alla conquista del mondo pedalando e producendo succhi di frutta. ร la storia di Niccolรฒ Bagarotto e Riccardo Ferragamo, 24 anni il primo 25 il secondo, che stanchi dei rispettivi lavori, nonostante la giovane etร , si sono messi in proprio con un progetto tutto loro. Punto in comune: la passione per il surf.
โTutto รจ nato quando ci siamo incontrati a Bologna per caso โ ci racconta Niccolรฒ โ era una festa di compleanno ed eravamo gli unici due visibilmente surfistiโ. Amore per il surf tradito da un’abbronzatura dorata e i capelli bruciati dal sole. โChe poi in realtร siamo cresciuti assieme, passavamo tutte le estati nella costa Toscana, dato che io sono di Bologna e lui di Firenze, a fantasticare sul nostro futuro a suon di onde nonostante non ci fosse un’onda neanche a pagarla oro! Ma poi con gli anni ci siamo persi di vistaโ. Niccolรฒ ha preso la strada della ristorazione, si รจ diplomato a Le Cordon Bleu di Londra, รจ stato un anno in Australia e ha continuato a viaggiare tra le cucine del mondo, ultima esperienza a San Sebastiรกn dal mitico Arzak. Riccardo (sรฌ, รจ il nipote di Salvatore Ferragamo), invece, ha tutt’altro bagaglio: dopo aver studiato per qualche anno a Miami, ha deciso poi di trascorrere del tempo a Firenze dove ha studiato Business e aiutato il padre nella gestione dellโimmobiliare di famiglia.
โArzak รจ stata la mia ultima esperienza nel fine dining, qui ho capito che volevo creare un concetto tutto mio, un qualcosa che avesse un significato e comunicasse un messaggio positivo. La sera del compleanno ne ho parlato a Riccardo, e lui, come se non ci fossimo mai persi di vista, ha colto l’input con l’entusiasmo che lo caratterizzaโ. I due si sono messi a tavolino e hanno ideato un chiosco dove vendere succhi di frutta, โl’idea era quella che mentre uno surfava, l’altro avrebbe dovuto vendere i succhi in un chiosco che potesse viaggiare insieme a noi. Abbiamo prima pensato al brand, sfruttando โVeggie Waveโ che avevo giร ideato per la mia tesi finale a Le Cordon Bleu, e poi concepito il chiosco con l’aiuto di mio papร architettoโ. Un chiosco itinerante, dunque, con pannelli fotovoltaici e una bici a creare energia meccanica, niente utilizzo di energia elettrica nรฉ di plastica.
Primo banco di prova, il Portogallo, patria dei surfisti e paese che sta passando un periodo economicamente florido. โAbbiamo cominciato sulle spiagge di Sintra, una zona molto turistica, le cose sono andate benissimo e al di lร di ogni piรน rosea previsione, il nostro juice bar รจ diventato un’attrazione, vi dico solo che il succo รจ passato quasi in secondo pianoโ. Ed effettivamente la bicicletta integrata al chiosco rende l’esperienza di prendersi un semplice succo di frutta, decisamente piรน partecipativa. โPedalavano tutti, dai bambini agli anziani. Tutti volevano autoprodurre l’energia necessaria per il proprio succo. Certo, non ci siamo inventati nulla, in Sud America esistono da sempre svariati meccanismi per produrre energia meccanica, dalle lavatrici alle giostre, ma il nostro punto di forza รจ l’aver fatto riaffiorare nelle persone un ricordo, molti clienti non pedalavano una bicicletta da anniโ.
Un’idea tanto semplice quanto vincente, che ha consentito ai due di aprire altri cinque chioschi in giro per le spiagge del Portogallo, ma anche al Mercato Centrale di Firenze e, pochi giorni fa in franchising, a Palermo (questo chiosco รจ gestito da Lorenzo Barbera, Giovanna Albanese Trigona e Christina Andersen). Tutti incentrati sulla cultura dell’hospitality, โsulla parte piรน nobile del servire il clienteโ, e sulla sostenibilitร che passa anche e soprattutto dalla rinuncia alla plastica: โI nostri bicchieri sembrano plastica, ma non lo sono, cosรฌ incuriosiscono le personeโ. Il materiale, acido poliattico, รจ 100% vegetale e totalmente compostabile. โSiamo anche attenti al benessere dei nostri dipendenti e a ridurre gli scarti. Quando lavoravo nelle cucine dei ristoranti, mi sono ripromesso che non avrei piรน buttato cosรฌ tanto cibo, ecco perchรฉ nei nostri succhi โ le materie prime sono, lรฌ dove possibile, sempre locali โ cerchiamo di massimizzare il piรน possibile ogni ingredienteโ.
Domanda di rito: progetti futuri? โLa nostra idea รจ di aprire altri Veggie Wave, stiamo entrando in Brasile, ma la veritร รจ che il nostro sogno รจ quello di arrivare nelle maggiori piazze italiane, magari a cominciare da Piazza Maggiore a Bologna. Un sogno che include anche delle collaborazioni con qualche associazione, insomma vorremmo creare un circuito virtuoso che vede il nostro chiosco come fonte di reddito da investire nella pulizia delle nostre cittร โ. Hanno idee chiare e sogni concreti i due, complimenti.
a cura di Annalisa Zordan
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