alimentazione

Addio dieta mediterranea. Gli italiani mangiano male, lo dice uno studio

Da paladini della dieta mediterranea a paese da monitorare per la cattiva alimentazione dei suoi abitanti. Da un'infografica di Unicusano il j'accuse verso il cambio di passo delle abitudini alimentari degli italiani negli ultimi vent'anni

  • 25 Luglio, 2023

Se รจ vero quello che affermava il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach nell’Ottocento “siamo quello che mangiamo“, allora negli ultimi anni il Belpaese non se la passa molto bene. Siamo stati veloci e abili nel mettere in un cassetto la tanto decantata dieta mediterranea per abbracciare abitudini alimentari pericolose, dannose e neanche troppo edonistiche. Uno spaccato che emerge bene nell’ultima infografica pubblicata da Unicusano che traccia un quadro nitido sulla salute e il rapporto degli italiani con il cibo.

La veloce involuzione degli ultimi vent’anni

L’analisi dellโ€™universitร  telematica ha affrontato l’incremento dei casi di cattiva alimentazione e dei disturbi a essa collegati prendendo in considerazione vari parametri, dallโ€™etร  mediana alle forme piรน comuni, dai trend del futuro ai vantaggi ambientali. I dati non sono confortanti. Tra il 2000 e il 2023 sono aumentati del 900% i casi legati a una cattiva alimentazione nel nostro Paese e si รจ rilevato che soltanto il 30% della popolazione mangia in modo sano.

Obesitร  infantile

Il preoccupante incremento dei disturbi alimentari

Se nel 2000 i casi conclamati di disturbi della nutrizione e dellโ€™alimentazione in Italia si aggiravano intorno ai 300mila, 23 anni dopo la percentuale di nuovi casi รจ salita del 113% per un totale di circa 3 milioni di persone. Numeri che devono far riflettere e che non riguardano piรน quasi esclusivamente il pubblico femminile, ma hanno raggiunto valori preoccupanti anche tra adolescenti e ragazzi. A soffrire, infatti, di malattie disfunzionali della nutrizione come lโ€™anoressia e la bulimia sono anche i maschi fino ai 14 anni, il cui tasso di ricovero – solo tra il 2014 e il 2018 – รจ aumentato del +110%. Dallโ€™anoressia al binge eating, passando per la bulimia nervosa e lโ€™obesitร  grave. Ogni patologia riscontrata si porta dietro disagi psicologici e psichiatrici che si traducono in disturbi dellโ€™umore, disturbi ossessivo-compulsivi e disturbi della personalitร , portando a popolarereparti di psichiatria, recupero e riabilitazione funzionale e medicina generale. Inoltre, secondo lโ€™Unicusano, tra i primi cinque reparti che ospitano persone affette da disturbi alimentari vi sono pediatria e neuropsichiatria infantile, segno della crescente tendenza dei giovanissimi a cadere nella trappola dei disturbi della nutrizione e del comportamento alimentare.

Le cause del mangiar male e la sua distribuzione geografica

Se i fattori di rischio sono quelli piรน conosciuti, come i fattori individuali (etร , personalitร , genere), famigliari (dipendenze o disturbi dellโ€™umore in famiglia, abusi, eccessiva attenzione al giudizio altrui) e socio-culturali, un alto impatto negativo arriva anche da diete e decontestualizzazione del cibo (tendenza a vedere il cibo come pericoloso o velenoso perchรฉ non senza glutine, grassi, conservanti, coloranti etcโ€ฆ). Disturbi che sembrano piรน presenti nel Centro-Nord Italia (65,7% dei casi), con in testa la Lombardia, la Toscana e il Piemonte. Allargando la panoramica si puรฒ constatare che, mentre i paesi poveri dellโ€™Asia, dellโ€™Africa e del Sudamerica non sembrano essere toccati da questo fenomeno, lโ€™Occidente si aggiudica il primato per casi ogni 100mila persone, a confermare come questi disturbi siano culture bound syndromes, ovvero determinati dalla cultura di ogni Paese.

Poche persone mangiano con consapevolezza

Chi decide consapevolmente di adottare un regime alimentare salutare รจ circa un terzo della popolazione che nella quotidianitร  tende a prediligere il consumo di cereali e carboidrati, mentre fa riflettere, dall’altro lato, il consumo spropositato di zuccheri semplici e grassi saturi (che risultano raddoppiati), di formaggi, latte e dolci e di carne. In questo contesto parte della soluzione potrebbe arrivare proprio da quel tipo di alimenti oggi al centro di polemiche e dibattiti come carne coltivata, farine da grilli o locuste, soluzioni plant-based e regenerative food che potrebbero comportare una serie di vantaggi sia a livello nutritivo e salutare, sia a livello climatico-ambientale.

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