
Mentre tra gli appassionati cresce la febbre da The World’s 50 Best Restaurant, la classifica dei migliori 50 ristoranti al mondo, arriva la lista dei secondi 50, i locali che occupano le posizioni che vanno dalla 51 alla 100. L’appuntamento con la parte bassa della classifica come di consueto anticipa di qualche giorno la cerimonia di premiazione principale, evento ad alto tasso di glamour e mondanità gastronomica che quest’anno, per la prima volta dalla sua nascita, si tiene in Italia, il 19 giugno, in una Torino che promette eventi e iniziative per tutta la settimana. L’annuncio della serie cadetta non è solo un antipasto che fa crescere le aspettative, ma può anche dare qualche indizio sull’andamento della notte degli Oscar della cucina.
Scorrendo la lista emerge subito che le posizioni 51 e 52 sono cambiate: dove lo scorso anno c’erano i fratelli Alajmo con le Calandre e Norbert Niederkofler con l’Atelier Moessmer, oggi ci sono L’Alcalde (lo scorso anno al numero 67) e lo Schloss Schauenstein di Andreas Caminada in Svizzera, scivolato giù dalla posizione numero 47. L’unica presenza italiana è quella di Jessica Rosval di Al Gatto Verde, che celebra il suo ingresso in classifica. In molti se lo aspettavano, e non solo per il valore della chef canadese, ma per l’effetto Bottura che è stato al vertice nel 2016 ee nel 2018 e continua a essere un nome molto amato e influente. Al Gatto Verde fa infatti parte di Casa Maria Luigia, guest house della Francescana Family a un passo da Modena, spesso visitata dai potenziali voters (anche se la loro identità è o dovrebbe essere segreta). L’ingresso è nella posizione numero 92, ma siamo pronti a scommettere in una scalata già dal prossimo anno.
L’Italia è passata dunque da due ristoranti a uno, ma questa potrebbe non essere una cattiva notizia, al contrario: perché l’uscita dalla parte bassa potrebbe tradursi in un ingresso nella parte alta, quella che va dalla prima alla cinquantesima posizione dove lo scorso anno c’erano 4 nostri ristoranti, nessuno dei quali è comparso nella classifica appena annunciata. Pur conoscendo l’imprevedibilità di questo elenco che negli anni ha registato balzi di decine e decine di posizioni sia in avanti che indietro, confidiamo dunque in una presenza tricolore più nutrita di quella ddel 2024, quando c’erano Lido 84 di Riccardo Camanini alla posizione numero 12, Reale di Niko Romito alla numero 19, Piazza Duomo di Enrico Crippa alla 39 e Mauro Uliassi alla 50. Molto dipende da quante visite hanno ricevuto nei mesi passati.
Come spiegato anche da William Drew, Director of Content della 50 (in foto), la classifica viene stilata sulla base del lavoro di 1.120 elettori sparsi in tutto il mondo che devono votare i loro 10 ristoranti preferiti tra quelli visitati negli ultimi 18 mesi. Sistema che non prevedere criteri specifici né assicura a tutti i locali un numero equivalente di visite (dunque voti potenziali). Cosa che presta il fianco al gioco degli inviti e dei grandi investimenti in cui i pr internazionali hanno un ruolo di primo piano. Un vero Risiko di strategie che riguarda anche gli uffici turistici visto l’impatto della classifica, capace di determinare un incremento esponenziale della presenza di clientela straniera, motivo per cui la 50 Best Restaurant è spesso – concedeteci l’espressione – un affare di stato.
L’opportunità data dalla cerimonia è un fattore da non sottovalutare: la prossima settimana ci saranno più di 200 giornalisti di tutto il mondo, senza contare chef, sommelier e via cantando, tutti potenziali voters che avranno molto più agio nel muoversi nella penisola e visitare i nostri ristoranti. Se lo faranno, potrebbe esserci uno scatto nella classifica del 2026. Vedremo se l’Italia avrà saputo capitalizzare questa opportunità mettendo in campo strategie efficaci, nel frattempo leggiamo con attenzione questa seconda parte della classifica, cercando new entry o retrocessioni.
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