Fino a pochi anni fa sarebbe sembrato impensabile parlare di acque minerali con lo stesso lessico che si riserva ai grandi vini: terroir, mineralità, profilo gustativo, abbinamenti gastronomici. Eppure, è proprio quello che sta accadendo. Come raccontato di recente dal New York Times, è in atto una vera e propria rivoluzione culturale nel mondo delle acque imbottigliate. Degustazioni guidate, sommelier specializzati, competizioni, associazioni di specializzate nell’analisi sensoriale, persino carte delle acque nei ristoranti fine dining stanno contribuendo a trasformare un prodotto considerato banale in una nuova frontiera del lusso. Un settore, quello dell’acqua naturale imbottigliata, che gode delle simpatie anche presso la Generazione Z, sempre più lontana dall’alcol, e tra gli amanti del benessere, diffidenti nei confronti dell’acqua del rubinetto e di quella purificata in bottiglia di plastica.
Alla base di questo cambiamento c’è una crescente attenzione verso l’origine, la purezza e il profilo minerale dell’acqua. Esattamente come accade per il vino, la birra artigianale o il caffè specialty, anche l’acqua oggi viene selezionata per accompagnare piatti specifici, evidenziando o bilanciando sapori attraverso contenuti di sodio, calcio, magnesio o bicarbonati. Il risultato è l’emergere di un nuovo linguaggio e, con esso, di un mercato in espansione che guarda sempre più alla qualità, al design e alla sostenibilità.
A sancire questa evoluzione ci sono premi e riconoscimenti internazionali, come i Fine Water Taste & Design Awards, che nel 2025 si è tenuto ad Atlanta, in Georgia, Usa, e ha visto la partecipazione di oltre 100 acque premium. Tra i protagonisti dell’ultima edizione della competizione internazionale spiccano nomi come Wossa (Austria), vincitrice nella categoria Super Low minerality per la delicatezza della sua acqua a bassissimo residuo fisso, La Sasse (Francia) e Antipodes (Nuova Zelanda), che si sono guadagnate l’oro nella categoria Low minerality per l’eccezionale purezza. Gold anche per un’acqua italiana, Marzia, prodotta in Campania dalla Sorgente Sant’Elena, nel Casertano, sul gradino più alto del podio nella categoria “alta mineralizzazione”.
Il trend tocca anche l’estetica. Dall’iconica Fillico Jewelry Water giapponese, acqua esclusiva che sgorga ai piedi del monte Rokko, nella provincia di Kobe (fonte famosa per la produzione dei migliori sakè nipponici), confezionata in bottiglie realizzate a mano artigianalmente, una a una, e decorate con i celebri cristalli austriaci Swarovski, fino alla nostra Lauretana, in un’elegante e sinuosa bottiglia design disegnata da Paolo Pininfarina.
Acque rare e pregiate, da alcuni anni distribuite nel nostro Paese da un’azienda specializzata italiana: Acque di Lusso, una grande selezione delle migliori “fine waters” del mondo. Le più costose: la tedesca Nevas, acqua cuvée in bottiglia magnum (84,50 euro) e la citata giapponese Fillico (250 euro). La più particolare: la Breeze, delle Canarie, ottenuta dal vapore di nebbie che avvolgono le isole.
Contemporaneamente l’attenzione è rivolta anche alla sostenibilità, con investimenti importanti da parte delle aziende: impianti a energia solare, materiali riciclabili, trasparenza sulla filiera. Un esempio su tutti è Fontenoce, acqua italiana oligominerale che punta su un equilibrio tra gusto, responsabilità ambientale e certificazioni di qualità: dopo aver convertito l’impianto di imbottigliamento a energia solare rinnovabile, nel 2024 ha lanciato i tappi tethered rivoluzionando il packaging delle bottiglie e rendendole completamente riciclabili.
Il mondo dell’acqua tocca anche ambiti esperienziali. Alcune cantine iniziano a riservare spazi specifici alla conservazione delle etichette più pregiate di “fine waters”, come vini Riserva e annate rare. Nei ristoranti di alto profilo già da diversi anni insieme al menu e alla carta dei vini al cliente viene consegnata la carta delle acque, e si cominciano a moltiplicare le figure degli idrosommelier, che guidano nella scelta del pairing ideale. Una recente figura professionale costruita grazie a corsi specializzati e all’ADAM, Associazione Degustatori Acque Minerali: nata oltre 20 anni fa e con sede a Rimini, organizza un percorso didattico in tre livelli al termine del quale viene rilasciato il diploma di Idrosommelier.
Per chi voglia approfondire, qui la classifica delle migliori acque minerali naturali secondo il Gambero Rosso.
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