Nรฉ allevamenti intensivi, nรฉ carne coltivata. La ricetta di Slow Food per sopperire all’insufficienza delle risorse animali per l’alimentazione umana รจ solo una: ridurre i consumi di carne. Che in Occidente sono altissimi: in Italia โ non certo il Paese in cima alla classifica โ si attestano sui 79 chili annui a testa, meno di Usa, Australia, Spagna e Germania, ma ben al di sopra della media mondiale che una decina di anni fa era di 43 chili a persona. Una richiesta di carne che รจ parte integrante โ causa e conseguenza โ di un modello alimentare e agricolo inquinato che implica sovralimentazione e sovraproduzione. Negli ultimi 60 anni la produzione di carne รจ infatti aumentata di 5 volte e โ secondo la Fao โ potrebbe raddoppiare entro il 2050 toccando quota 500 milioni di tonnellate, frutto dell’industrializzazione dell’agricoltura e della diffusione di allevamenti intensivi nati per soddisfare la crescente domanda globale di carne, con conseguenze disastrose per l’uomo, per gli animali, per l’ambiente, e per l’economia delle comunitร agricole. E nonostante questo la produzione รจ ancora insufficiente mentre i rischi per l’ambiente ormai sono altissimi.
Anche per rispondere a questa emergenza si รจ intrapresa negli ultimi anni la strada delle cosiddette carni sintetiche, in realtร carni coltivate inย laboratorio, all’interno di bioreattori, frutto di un processo per ora ancora molto costoso e da mettere a punto, soprattutto sul profilo organolettico. Ma la ricerca continua a fare passi in avanti (come per la scoperta del ruolo delle staminali immortalizzate) al punto che non รจ impensabile che in un futuro molto prossimo si possa passare dai laboratori scientifici a quelli alimentari. Proprio in virtรน di questo, anche Slow Food, dopo Coldiretti e lo stesso Governo italiano, ha espresso la sua posizione. Che รจ una sonora bocciatura, che viene motivata con una serie di ragioni, che vanno dal valore culturale e sociale del cibo, all’alto costo energetico di questi processi produttivi, arrivando poi all’incertezza sulla sua salubritร e all’impatto su categorie che verrebbero penalizzate dalla messa in commercio di queste carni, che saranno comunque inaccessibili per il sud del mondo, favorendo ulteriori diseguaglianze e divisioni tra popolazioni di serie A e di serie B, senza contare che a investire su questa ricerca sono alcune realtร individuate come responsabili dell’attuale e deleterio sistema produttivo.
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