A Roma il Chiosco Vittorio in fiamme nei giardini dell'Esquilino: "Sconvolti, ma pronti a ripartire"

«Sconvolti e demoralizzati», ma anche «pronti a ripartire per mandare avanti il progetto». Chiosco Vittorio non si arrende dopo l’incendio che nella notte tra il 23 e il 24 luglio ha distrutto quasi completamente il gazebo celeste che spiccava nei giardini Calipari di Piazza Vittorio. La struttura in legno, inaugurata appena 12 giorni fa, è andata in fiamme, lasciando intatto soltanto il perimetro protetto da materiale ignifugo. Un duro colpo per il progetto estivo di Vinificio Roma, amato e frequentato da centinaia di persone durante l’arena cinematografica estiva organizzata come ogni anno da Anec Lazio. L’ipotesi di alcuni residenti è che si sia trattato di un atto di disturbo verso l’attività ricreativa estiva, ma al momento i carabinieri rimangono cauti sulle cause, indagando sulla possibile natura dolosa del rogo. «Anche noi stiamo cercando di capire cosa sia successo, ma per ora ci affidiamo alle indagini che sono in corso. Quello che sappiamo con certezza è che ci hanno fatto un grandissimo danno quest’anno», confessano al Gambero Rosso Matteo de Angelis e Alessandro Antognozzi, tra i titolari di Chiosco Vittorio.

Un presidio nel cuore dell’Esquilino

Il rogo è l’apice di una lunga serie di furti e atti vandalici subiti in questi quattro anni di gestione, come evidenziato nel post diffuso dal chiosco su Instagram a poche ore di distanza dall’accaduto. «Possiamo solo prendere atto che stavolta l’epilogo è stato il peggiore possibile», si legge sul loro profilo. Una ferita che si è allargata in un momento delicato, mentre l’area è soggetta a controlli antidegrado, con numerosi arresti per spaccio. In un comunicato stampa congiunto, Anec Lazio e il team del chiosco hanno espresso profondo malessere per l’accaduto, rivendicando con forza la volontà di reagire e non piegarsi al degrado ed alla criminalità. A chiedere chiarimenti alle autorità anche il comitato dei residenti, con un occhio attento a possibili collegamenti con fenomeni criminali o tensioni sociali nel quartiere.

Non si tratta, infatti, di una batosta solo per il Chiosco – un progetto che tra street food selezionati e vini naturali aveva portato qualità e intrattenimento all’Esquilino – bensì per l’intera comunità del XV Rione, che trovava nel gazebo un importante presidio gastronomico e sociale. Un luogo di incontro fondamentale per una zona che spesso risente di problemi di degrado e insicurezza. «Tenere viva Piazza Vittorio per noi è importante. È una delle piazze più belle di Roma, e il lavoro che facciamo insieme a Anec per rendere il nostro chiosco un punto di aggregazione e per mantenere pulita questa splendida zona è fondamentale, anche se non sempre è facile», ci spiega Alessandro.

Tanta voglia di continuare

Nonostante il colpo subito, la volontà di ripartire è forte. Ne è la prova l’evento organizzato a Vittorio Emanuele già per la serata di venerdì 25 luglio, ad appena 24 ore dalle fiamme. Una manifestazione di solidarietà per dimostrare che Chiosco Vittorio non molla. «Ci teniamo alla piazza. È ciò che portiamo avanti da quattro anni con un’ottica importante, quella della riqualificazione», racconta al Gambero Rosso Matteo. Un progetto iniziato con qualche difficoltà questa estate, ma sempre guidato dalla voglia di fare. «Quest’anno – continua – tra alcuni intoppi e le questioni legate ai bandi siamo partiti un po’ in ritardo, ma abbiamo comunque fatto del nostro meglio. Ed è proprio quello che vogliamo continuare a fare». 

L’auspicio dei titolari è che le autorità collaborino con loro per ricostruire e rilanciare il progetto, affinché il chiosco possa riconfermare il suo ruolo di servizio e utilità per la comunità. «Siamo demoralizzati dall’accaduto, è chiaro», ammettono Matteo e Alessandro, «ma la determinazione è più forte. Speriamo che questa nostra vicinanza con la piazza e le persone possa portarci verso una rinascita, insieme alle istituzioni e a chi ama davvero questo quartiere». Ora resta da capire l’entità dei danni e i tempi necessari per la possibile ricostruzione di un nuovo e colorato casottino in Piazza Vittorio.