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Non è cibo, è ASMR: il food secondo TikTok e l’intelligenza artificiale

Una banana che si frantuma come fosse di cristallo, una fetta di torta che scintilla: non c’è nulla di commestibile ma tutto è irresistibilmente attraente. Il cibo tagliato che sembra fatto di vetro è solo l’ultima frontiera visiva creata dall’AI

  • 22 Giugno, 2025
  • 22/06/25

Se nelle ultime settimane hai trascorso anche solo qualche minuto su TikTok o Instagram, è probabile che ti sia imbattuto in uno di quei video ipnotici dove una fetta di anguria, un mango o un cocco viene tagliato a metà rivelando un interno traslucido, levigato e brillante. Non si tratta di oggetti veri né tantomeno di ricette gourmet, ma di un nuovo trend dove il cibo diventa arte digitale grazie l’intelligenza artificiale.

Colori saturi, texture e tagli perfetti

Negli ultimi anni, i contenuti visivamente accattivanti hanno conquistato un ruolo centrale nella viralità online, e il mondo del food è stato uno dei principali protagonisti di questa tendenza e si è passati rapidamente a contenuti sempre più curati, dove la componente estetica supera spesso quella gastronomica.

L’effetto è un mix tra ASMR, estetica e arte digitale, dove la materia organica viene trasformata in un oggetto prezioso, da contemplare più che da mangiare. Il realismo è così ben studiato da ingannare l’occhio per qualche secondo, mentre il cervello cerca di capire cosa stia guardando. Una strategia perfetta per il linguaggio dei social, dove tutto passa attraverso l’impatto istantaneo.

Ciò che rende questi video virali non è solo la resa visiva. C’è anche l’elemento sonoro: ogni taglio produce un suono secco, cristallino, una sorta di crunch che richiama il vetro che si spezza.

Piacere per gli occhi e solletico per le orecchie

Dietro l’apparente semplicità di un sussurro o del suono di un oggetto che si frantuma, si nasconde un potente meccanismo neurofisiologico. L’ASMR, acronimo di Autonomous Sensory Meridian Response, indica una sensazione piacevole e rilassante che alcune persone sperimentano in risposta a determinati stimoli uditivi o visivi, come un lieve formicolio alla testa, al collo o alla schiena, spesso accompagnato da uno stato di calma profonda.

È una risposta che affonda le sue radici nell’infanzia e nei gesti rassicuranti di accudimento, come una voce dolce o il rumore ritmico di una carezza. Alcuni studi ipotizzano addirittura un legame diretto con le cure parentali dei primi anni di vita: sentire un certo tipo di suono ci rimette inconsciamente in contatto con un senso di protezione e intimità.

Ma perché questo fenomeno funziona così bene con il cibo finto, come quello di vetro creato con l’intelligenza artificiale? La risposta sta nel modo in cui questi contenuti uniscono stimoli visivi straordinariamente realistici (ma chiaramente irreali) a suoni progettati con estrema precisione: tagli netti, crunch secchi, fratture che sembrano appartenere al vetro ma che si manifestano su un ananas o su un grappolo d’uva.

Il nostro cervello, stimolato da questi elementi in sincronia, entra in uno stato di attivazione rilassata: prova piacere perché riceve uno stimolo sensoriale coinvolgente, ma al tempo stesso non deve fronteggiare alcun pericolo reale. È come se assistessimo a qualcosa di proibito – rompere un oggetto fragile – senza nessuna conseguenza.

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