La produzione di nocciole in Italia sta affrontando una crisi senza precedenti tanto che per la raccolta 2025 si attesta un calo del 60% rispetto alla media, con ripercussioni gravi su tutta la filiera. Una situazione quasi drammatica per un paese come l’Italia che è il secondo produttore mondiale di nocciole e dove la filiera corilicola ha un ruolo chiave non solo sul piano economico, ma anche per la salvaguardia del paesaggio, dell’ambiente, dell’occupazione e del tessuto sociale.
Nei mesi scorsi ci si è trovati davanti a un clima avverso, cominciato con un inverno troppo mite, piogge intense in primavera ed elevate temperature estive e siccità. Una dinamica meteorologica che ha danneggiato vaste aree coltivate, in particolare in Piemonte, Lazio e Campania. In provincia di Alessandria alcuni agricoltori segnalano performance crollate tanto che da rese attese di 20 quintali per ettaro si è passati a sole 5.
La contrazione produttiva rischia di incidere anche sui prezzi tanto che si prevede una crescita fino al doppio rispetto allo scorso anno, con impatto diretto sull’industria dolciaria, che considera la nocciola ingrediente chiave. Inoltre, per compensare la mancanza di prodotto nazionale, si ragiona sull’importazione da paesi come Cile e Oregon, con il rischio di concorrenza estera.
Una situazione catastrofica che sta ovviamente allarmando anche le associazioni di riferimento. Davanti a questo scenario la CIA chiede l’immediata convocazione di un tavolo di filiera nazionale per affrontare in modo strutturato le criticità e mettere in campo misure concertate, investimenti mirati in innovazione e ricerca, e interventi di sostegno per garantire competitività e continuità al comparto. «Nel 2023 la produzione nazionale era scesa a 102mila tonnellate, con ulteriore ribasso a 85mila l’anno scorso. Ora, la nuova stagione conferma la grave crisi per il prodotto principe della frutta in guscio, ingrediente indispensabile per moltissime produzioni dell’industria dolciaria Made in Italy», ha dichiarato in una nota Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani. Dello stesso avviso Confagricoltura che ha fatto sapere di aver già informato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, chiedendo un piano di interventi urgenti sia per tamponare l’emergenza sia per dare respiro al settore nel medio-lungo periodo. «Il comparto corilicolo versa in condizioni drammatiche – spiega Dario Di Vincenzo, presidente della Federazione nazionale di prodotto frutta in guscio di Confagricoltura –. Servono ristori immediati per coprire le perdite di quest’anno e misure strutturali in grado di assicurare redditività, competitività e stabilità produttiva a un settore strategico per molti territori».
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