Dopo oltre due settimane di scioperi, mobilitazioni e cassa integrazione, la protesta dei corrieri che consegnano la spesa a domicilio per Esselunga sembra aver trovato una tregua. Merito di un accordo provvisorio tra le aziende appaltatrici – Brivio & Viganò, Cap Delivery e Deliverit – e Filt Cgil siglato martedì 6 maggio. Un’intesa con i sindacati che garantirà un aumento di stipendio immediato di 250 euro netti per ciascun autista e l’avvio di un tavolo di confronto fino a giugno. Eppure, al di là dell’indennità una tantum grazie alla quale tanti driver torneranno al lavoro, le condizioni del patto restano ancora incerte, tra carichi eccessivamente pesanti, turni massacranti e la spinosa questione delle consegne al piano.
Lo sciopero dei trasportatori ha avuto inizio lo scorso 18 aprile, quando è stato proclamato lo stato di agitazione in tutte le aziende appaltatrici del servizio di consegna per conto di Esselunga con presidi nei principali magazzini della Lombardia, tra cui Settimo Milanese, Dione Cassio a Milano, Varedo e Lallio. Il nodo principale della vertenza? I comportamenti aziendali discriminatori e le gravi criticità nelle condizioni di lavoro dei driver, come straordinari imposti o pressioni affinché i lavoratori si sostituissero a colleghi rifiutatisi di lavorare con mezzi sovraccarichi.
In risposta, il colosso della Gdo ha attivato la cassa integrazione per oltre 200 dipendenti del centro di smistamento di Milano, giustificando la misura come necessaria per evitare sprechi e garantire un servizio stabile ai clienti, in particolare anziani e persone fragili. Dopo giorni di tensioni e un fallito incontro in Prefettura, all’inizio di maggio sono però arrivati i primi segnali di distensione con la sospensione della cassa integrazione e la ripresa parziale delle consegne. Un ritorno al dialogo, sfociato nell’indennità una tantum e nello stop allo sciopero, che non ha però intaccato altre rivendicazioni fondamentali da parte dei trasportatori.
Già, perché restano ancora tante le questioni aperte che dovranno essere affrontate negli incontri che da calendarizzare da qui a giugno. Dalla sicurezza sul lavoro riguardo ai carichi troppo pesanti alle consegne della spesa al piano, attività spesso gravosa e non coperta dal contratto. Su tutte è proprio il riconoscimento economico per il lavoro di facchinaggio ad essere rimasto in stallo, nonostante la richiesta di una retribuzione extra di dieci euro al giorno per circa 18 consegne giornaliere. Al momento non esiste infatti una regolamentazione, eccezion fatta per le consegne a persone anziane, disabili o fragili. Per tutte le altre non è stato ancora definito un compenso o un limite di peso massimo per la merce trasportata.
Senza garanzie, spetterà così ai driver decidere di arrivare o meno alla porta del cliente. Un punto su cui Filt Cgil esige regole chiare :«Continuiamo a chiedere che si risolvano le condizioni di sicurezza dei mezzi, che si normino e si retribuiscano le consegne al piano, che si stabiliscano regole chiare sui carichi che non mettano a rischio i driver. Esselunga deve assumersi maggiori responsabilità». L’accordo raggiunto rappresenta un primo passo per la fine dello sciopero e la ripresa delle attività, ma la partita nazionale resta ancora aperta. La federazione italiana lavoratori trasporti Cgil si è detta vigile nel garantire il rispetto delle condizioni di sicurezza e una regolamentazione più equa delle consegne, soprattutto quelle al piano. Se la trattativa non dovesse portare a risultati concreti, la mobilitazione potrebbe dunque riprendere. Nel frattempo, i lavoratori coinvolti nello sciopero sono rientrati al lavoro, in attesa dell’esito della trattativa che coinvolge altri 500 driver.
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