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Gelati sempre più cari e sempre più piccoli: la doppia stangata estiva

Lo studio Federconsumatori rivela aumenti vertiginosi: un cono che nel 2002 costava 1,5 euro oggi ne costa quasi 3. E i gelati industriali sono rincarati del 24% in un solo anno. Ma se il prezzo si alza, le porzioni si riducono

  • 18 Giugno, 2025

Con l’arrivo del caldo, arriva anche il rito più dolce dell’estate: andare in gelateria per un cono o una coppetta per rinfrescare le serate. Ma quest’anno, più che mai, il piacere ha un prezzo salato. Molto salato. I dati parlano chiaro: il gelato è diventato una delle voci di spesa che più ha risentito dell’inflazione, con aumenti che in alcuni casi superano ogni logica di mercato. Non si tratta solo di qualche centesimo in più, ma di veri e propri rincari che stanno cambiando le abitudini di consumo degli italiani.

Gelato sì, ma a che prezzo

Federconsumatori ha messo nero su bianco quello che molti sospettavano già: comprare un gelato oggi significa spendere cifre, che fino a qualche anno fa sembravano impensabili. L’associazione dei consumatori ha analizzato l’evoluzione dei prezzi, scoprendo tendenze che lasciano a bocca aperta. Nell’ultimo anno, infatti, i costi sono schizzati verso l’alto del 9%, una crescita che diventa ancora più impressionante se guardiamo alle tipologie specifiche.

I gelati confezionati, per esempio, hanno fatto registrare aumenti record: quelli a stecca, tipo Magnum e Cornetto, sono rincarati del 24%, mentre le vaschette hanno toccato il 23% in più. Ma è il confronto storico, a rivelare la vera portata del fenomeno: dal 2021 a oggi l’incremento medio si attesta al 42%, mentre se spostiamo lo sguardo al 2002 scopriamo che i prezzi sono letteralmente esplosi con un aumento del 138%.

Quando il cono diventò un investimento

Per capire davvero cosa significa questo cambiamento, basta confrontare i prezzi di ieri e di oggi con esempi concreti. Nel 2002, entrare in gelateria con 1,5 euro in tasca significava uscire con un cono piccolo e la soddisfazione di un piccolo piacere quotidiano. Oggi, quella stessa golosità costa 2,9 euro. Le proporzioni, poi, si mantengono per tutte le categorie: il cono di dimensioni medie è passato dai 2,5 euro di ventidue anni fa agli attuali 3,95 euro. Una crescita che non risparmia nemmeno i prodotti industriali: la classica stecca che una volta si comprava con meno di un euro, 0,90 centesimi, oggi richiede un investimento di 2,8 euro. Il cono confezionato ha più che raddoppiato il suo prezzo, passando da 1,2 a 2,5 euro, mentre per le vaschette il salto è ancora più vertiginoso: dai 2,49 euro del 2002 agli attuali 7,98 euro.

Le ragioni dietro la tempesta perfetta

Secondo gli esperti di Federconsumatori, gli aumenti hanno radici precise, ma l’entità del fenomeno va oltre le spiegazioni più ovvie. Certamente pesano i rincari delle materie prime fondamentali: latte, zucchero e cacao hanno tutti subito aumenti significativi negli ultimi anni. A questi si aggiunge il caro-energia che ha colpito tutti i settori produttivi, rendendo più costosa ogni fase della lavorazione. Tuttavia, l’associazione sottolinea come questi fattori, pur importanti, non bastino da soli a giustificare incrementi di tale portata.

Il gioco delle porzioni: meno gelato, stesso prezzo

Come se gli aumenti non bastassero, il mondo del gelato ha adottato una strategia che colpisce doppiamente il consumatore: la riduzione delle quantità. È il fenomeno che gli esperti chiamano “shrinkflation”, pagare di più per avere di meno. Basta guardare i gelati industriali, che si restringono silenziosamente. I gelati a stecca hanno perso il 15% delle loro dimensioni rispetto al 2002, mentre le versioni gourmet, pur promettendo qualità superiore, arrivano in confezioni sempre più piccole.

L’estate che resiste

Nonostante tutto, però, gli italiani non rinunciano al loro gelato estivo. Federconsumatori rileva come i consumi di questo prodotto mantengano livelli stabili, segno che il legame emotivo con questo alimento va oltre le considerazioni economiche. Il gelato, infatti, associato a sensazioni come la gioia, la spensieratezza, l’idea stessa di vacanza, rimane per le persone qualcosa di troppo positivo per essere sacrificato. E, forse, è proprio questo il vero potere del gelato: la capacità di mantenere intatto il suo fascino anche quando il prezzo sulla paletta ci ricorda che i tempi sono cambiati. Perché alla fine, quando il termometro segna 35 gradi all’ombra, la matematica del piacere segue logiche tutte sue.

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