Il centro del mondo nell’anno domini 2022 pare proprio passare per Dubai, complice l’Expo che ha fatto volare in alto i transiti nella cittร emiratina che si trasforma in uno snodo non solo turistico, ma anche gastronomico. Con l’arrivo in massa, negli ultimi anni, di alcuni degli chef-star mondiali, con i nostri Bottura e Romito in prima linea, anzi sul podio, come ha sancito il recente esordio della guida Michelin, che con la sua prima edizione locale ha ufficialmente dato alla cittร il benvenuto nella mappa culinaria mondiale come giร anticipato dalla prima Mena’s 50 Best. A indicare le traiettorie del composito panorama gastronomico locale, ci sono la Francia (con l’asso piglia tutto Yannick Allรฉno a fare da portabandiera) e l’Asia, insieme all’Italia naturalmente, che conquista sempre piรน spazio.
E non solo nella ristorazione, perchรฉ anche se a Dubai non esistono bar con licenze per servire alcolici, รจ proprio qui che ci sono alcuni dei piรน famosi bar del mondo. Comโรจ possibile questa contraddizione? Semplice, da un lato per i residenti musulmani รจ praticamente proibito il consumo di alcolici, ma dallโaltro per gli expat รจ possibile richiedere unโapposita licenza, e per i milioni di turisti che arrivano in cittร ogni anno รจ facile trovare unโofferta di qualitร negli hotel, ma anche nella stragrande maggioranza dei ristoranti con permesso di somministrazione. Da qui il paradosso: nonostante i cocktail bar e nonostante nomi, strutture e identitร ben definite, nessun locale vive in autonomia, ma sono tutti collocati dentro grandi hotel o in ristoranti. Uno dei cardini del successo internazionale di Dubai a livello di cocktail bar negli ultimi anni รจ stato Zuma Dubai – nell’omonimo ristorante, al secondo posto nella Mena’s ma rimasto a bocca asciutta per la Michelin – guidato da Laura Marnich. Esempio di presenza femminile in cittร , quasi a scardinare un immaginario che vuole le donne escluse, in questo paese, da opportunitร lavorative, soprattutto nel settore dell’ospitalitร . Dubai invece sa sorprendere anche da questo punto di vista, e non รจ un caso che qui si trovino anche tante nostre connazionali alla guida di grandi ristoranti e cocktail bar da classifiche internazionali. Vi Abbiamo deciso di raccontarvi due storie, una di bar e una di fornelli, per far capire come ci si impone nel mondo del lavoro, prescindendo dal genere, ma giocandosela solo nel campo del merito.
Quando Dubai era ancora solo una piccola cittร nel deserto da cui partivano preziosi barili di petrolio, fu eretta Pierchic, una piattaforma di imbarco in mezzo al mare, da cui potessero salpare le navi in direzione degli States. Piรน di mezzo secolo dopo la piattaforma รจ ancora lรฌ, ma intorno a essa tutto รจ cambiato: su un lato sorge lโiconico Burj al-Arab, lโhotel a forma di vela, dallโaltro le isole artificiali a forma di palma, alle spalle lo splendido hotel Jumeirah Al Qasr. E su quella piattaforma che ancora porta il nome originale (Pier in inglese significa molo, mentre Chic รจ semplicemente lโabbreviativo di Chicago) sorge lโunico ristorante in mezzo al mare di Dubai. Tra colori pastello e tovaglie candide, in questo luogo – tra piรน iconici di Dubai – si mangia la cucina di Beatrice Segoni, chef marchigiana di lunga esperienza, che prima di spostarsi sul Golfo ha fatto innamorare i fiorentini dei suoi piatti.
Originaria di Castelfidardo, nel 1989 Beatrice Segoni era una stilista di moda. La scelta di seguire il secondo marito nellโapertura di un ristorante la spinge verso la ristorazione prima e verso la cucina poi, cosรฌ frequenta un corso accelerato allโalberghiero di Senigallia, dove impara i primi rudimenti del mestiere. Determinazione e volontร di ferro le aprono le porte di cucine importanti, in primis quella di Gianfranco Vissani, un maestro per la chef marchigiana. Un’esperienza durata tre anni, dopo la quale Beatrice decide di aprire un suo ristorante a Porto Recanati, il Torcoletto; le soddisfazioni non mancano, come quella di cucinare per Bill Clinton in occasione di un G7; in quellโoccasione incontra la famiglia Ferragamo che le anticipa lโapertura di un ambizioso ristorante a Firenze.
Nel settembre 2003 quel progetto diventa realtร , e Beatrice รจ ai comandi della cucina per il battesimo di Borgo San Jacopo, dove resterร per tredici anni con grandi apprezzamenti di pubblico e critica. Dopo ci sono stati una breve parentesi a Convivium, e il Konnubio di via dei Conti, sempre a Firenze, dove pareva aver messo da parte lโambizione per cucinare solo per piacere. Non รจ nel suo carattere quello immortalato da Oliviero Toscani che l’ha ritratta con un sigaro in bocca con uno sguardo di sfida che buca la camera. Poco prima dellโinizio della quarantena la chef decide di trasferirsi con il marito Gianluca (suo compagno di avventure e di lavoro, attualmente suo sous chef) a Dubai, per prendere le redini di quel gioiello in mezzo al mare. Oggi ogni giorno attraversa la passerella pedonale in legno e si prepara per portare il meglio della cucina nostrana nei piatti di tutti i suoi clienti internazionali. Un menรน a base di pasta fresca (imperdibili i Plin di Faraona e la Chitarrina alla pescatora), e piatti regionali come il Brodetto di pesce. Un ristorante dovโรจ facile sentirsi a casa, ma allo stesso tempo dove godere di una cucina raffinata e complessa.
Lauraย Marnichย รจ nata a Udine, dove ha frequentato lโalberghiero con l’obiettivo di entrare in cucina e diventare una chef, ma รจ bastato un primo contatto con il mondo del bar per capire che la miscelazione era la sua strada. Dopo qualche esperienza in Italia decide di trasferirsi a Londra, proprio nel momento in cui cominciava a montare lโonda della New Golden Cocktail Era. Nel 2012 una nuova svolta, verso una meta che all’epoca (sono passati appena dieci anni ma a Dubai il tempo corre veloce) non era cosรฌ conosciuta nรฉ cosรฌ ambita, ovvero Dubai. Qui trova la propria dimensione da Zuma, entrando nel celebre ristorante-cocktail bar di ispirazione asiatica nel 2013 come bartender, e poi crescendo fio a diventare Bar Manager per Dubai e Abu Dhabi. In questa sofisticata izakaya contemporanea รจ riuscita a imporre il proprio stile di miscelazione in un interessante melting pot italo-nipponico. Giocando sui paralleli tra la cultura nipponica e quella nostrana, in un gioco di specchi tra Aperitivo e Nomikai ha creato drink come la sua versione del Garibaldi, con bitter, succo dโarancia appena pressato e un cordiale con yuzu chiarificato fatto in casa, oppure lโAmerikonos, tributo a uno degli ultimi ristoranti aperto a Mykonos, fino al twist sul Ramos Gin Fizz che utilizza una Yuzu-Pannacotta home made al posto della tradizionale doppia panna.
Come nel caso di Beatrice questa storia di successo potrebbe fermarsi qui, ma anche in questo caso non รจ cosรฌ. Dopo dieci anni Laura ha deciso di ripartire con un nuovo progetto chiamato Ergo Dubai – Bar & Bites che segna a modo suo una rivoluzione: si tratta infatti del primo bar di proprietร di una bartender a Dubai. Un concept che vuole riproporre le origini dellโospitalitร genuina tipica dei paesi mediterranei, nei quali la quotidianitร รจ scandita dal bere e dal mangiare, il tutto in un ambiente urban chic. Il lancio รจ previsto per settembre, ma la curiositร รจ giร molta intorno a un progetto che ha nella sua interprete una sicurezza per la clientela emiratina.
Perchรฉ Dubai รจ una cittร dove il talento puรฒ brillare, a prescindere da tutto, e queste due protagoniste del Made in Italy lo dimostrano ogni giorno.
a cura di Federico Silvio Bellanca
foto di Michele Tamasco
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