Un semplice gesto quotidiano come bere un bicchiere di latte potrebbe nascondere insidie mortali se si tratta di latte crudo. A lanciare l’allarme è il professor Roberto Burioni, mettendo in guardia contro i pericoli legati al consumo di latte non pastorizzato, soprattutto per le categorie più vulnerabili come bambini e donne incinte (qui la drammatica vicenda di Elia Damonte, bambino di Arenzano di tre anni deceduto dopo aver sviluppato la sindrome emolitico-uremica (SEU) a causa di Escherichia coli). Il virologo con il tweet «No al latte crudo!» è entrato a gamba tesa nel dibattito esploso dopo la recente morte di Zoe Anne Guaiti, la 39enne trentina morta al sesto mese di gravidanza per sepsi dovuta, secondo le ipotesi della Procura, a un formaggio prodotto con latte non pastorizzato. Una vicenda che, insieme alla storia di Mattia Maestri – il bimbo in stato vegetativo da 8 anni dopo aver consumato un formaggio a latte crudo – ha riaperto i dubbi circa il consumo di questo prodotto e dei suoi derivati.
In un’intervista sulle pagine trentine del Corriere della Sera, il medico ha commentato duramente la vicenda, definendo il latte crudo «pericoloso come fare una curva contromano in auto: il rischio di gravi conseguenze è concreto e del tutto evitabile». Burioni ha evidenziato che il latte crudo non è mai sicuro, perché può ospitare batteri pericolosi. «Il latte che troviamo nei supermercati è stato pastorizzato. È un trattamento che ha salvato milioni di bambini e permette di non alterarne il gusto, ma di distruggere quasi tutti i batteri pericolosi. Quando invece parliamo di latte crudo, parliamo di latte appena munto che non ha subito nessun trattamento. Costituisce un grosso pericolo sanitario perché il latte è un alimento molto nutriente non solo per noi, ma anche per i batteri che, se non perfettamente refrigerato, possono moltiplicarsi e diventare pericolosissimi».
Per l’esperto il latte crudo e i suoi derivati rappresentano un rischio sanitario significativo, evitabile non solo con la pastorizzazione ma anche con una corretta informazione ai consumatori. «Purtroppo, tra le mode attuali, c’è quella di pensare che bere latte crudo sia più sano. C’è gente che dice contenga più nutrienti, che protegga da malattie. Non discuto sul gusto, ma dobbiamo dire con chiarezza che è molto pericoloso. Consumarlo è un’imprudenza sempre, ma farlo bere a bambini, donne incinte o persone non in perfetta salute è un rischio gravissimo. Nel latte crudo possono essere contenuti batteri pericolosissimi, come l‘Escherichia coli enteroemorragico. Negli Stati Uniti, in alcuni Stati dove è permessa la vendita, i morti ogni anno per questo batterio si contano a decine, perlopiù bambini sotto i 5 anni».
L’invito è rivolto anche agli allevatori e ai punti vendita: «Non credo sia vietato vendere latte crudo in Italia. Dovremmo raccomandare di bollirlo, come facevamo da piccoli. Invece ho trovato un sito che indica dove comprarlo e addirittura riferisce che ci sono opinioni diverse sulla necessità di bollirlo. Ma non ci sono opinioni diverse: il latte crudo è pericoloso. I divieti sono una scelta politica». Insomma, il consiglio finale del professore è uno e uno solo: «Non bevete latte crudo. Io non ho mai consumato prodotti a base di latte crudo, eppure sono uno al quale piace mangiar bene. Anche se qualcuno lo trova più buono, meglio evitare; anche i fumatori trovano buono il fumo, ma è meglio smettere».
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