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I rischi

"Latte crudo? Presenta rischi per la salute come la carne e il pesce". La difesa di un produttore romano

Giovanni Brandizzi, produttore di latte crudo biologico nella campagna romana, distribuisce i suoi prodotti "on the road” con i furgoni aziendali in oltre 40 postazioni nella capitale

  • 14 Maggio, 2025

A chi abita a Roma sarà capitato di vedere i furgoni con la scritta Biolà in piazze, incroci e strade in diverse zone della città e dell’hinterland, che in giorni stabiliti della settimana secondo un preciso calendario vendono il latte crudo. Un buon latte appena munto e non pastorizzato, prodotto nella campagna di Fiumicino, tra la capitale e la costa tirrenica, da Giuseppe Brandizzi, titolare di un’azienda agricola di 200 ettari con allevamento di vacche di razza frisona, jersey e meticce frisona/jersey. Chi ha avuto modo di assaggiarlo lo sa: un latte ricco di grasso, sapore e aromi, di grande freschezza e pulizia.

Azienda Biolà, Fiumicino (RM)

La storica azienda agricola Biolà

Terza generazione di allevatori, Giuseppe ha fatto crescere la fattoria acquistata dal nonno nei primi anni del ’900, ha portato innovazione, è passato al biologico e ottenuto la certificazione nel 1997. Stanco di vendere sottocosto il tuo latte di alta qualità e bio, nel 2005 ha cominciato a proporlo crudo alla spina “dal produttore al consumatore” attraverso un sistema di vendita itinerante nelle piazze di Roma, e a trasformarlo in yogurt, ricotta, mozzarelle e gelato, formaggi freschi e stagionati.

Nessun calo di vendite di latte crudo sfuso

Dopo i casi di sindrome emolitico-uremica (SEU), malattia rara e talvolta letale causata dall’ingestione di prodotti a latte crudo, che nell’ultimo anno ha colpito bambini in tenera età (qui e qui alcuni articoli pubblicati nell’ultimo anno), e l’allarme del virologo Burioni, non deve essere facile la vita per un produttore che ha puntato parte della sua attività sul latte non pastorizzato. «Sono 20 anni esatti che vendiamo il latte aziendale e continuiamo a venderlo, non abbiamo avuto cali di richieste, viene acquistato regolarmente dai nostri clienti – sdrammatizza Giuseppe Bandizzi – . Ovviamente cerchiamo di minimizzare i rischi: facciamo continue analisi in autocontrollo delle bovine, ed essendo il nostro latte un prodotto sfuso, senza etichetta, come previsto dalla legge abbiamo l’obbligo di esporre sulle macchine erogatrici un cartello dove è scritto in caratteri ben visibili “Prodotto da consumarsi solo dopo bollitura”. Poi se una madre fa bere al proprio figlio il latte crudo, questo nessuno lo può sapere né controllare».

Giuseppe Brandizzi - Fattoria Biolà

Il decreto legge

La legge alla quale Brandizzi si riferisce è il Decreto legge n. 158 del 13 settembre 2012, che regolamenta l’uso di alcuni prodotti alimentari, tra i quali il latte crudo. In seguito a casi di infezione da parte del batterio Escherichia coli O157 e di altri tipi di Escherichia coli produttori di Shiga-Tossina (STEC), che nelle persone
vulnerabili può provocare sintomi gravi e potenzialmente letali, e in alcuni bambini ha sviluppato la SEU, nel gennaio scorso è stata presentata una proposta di legge che prevede una modifica del Decreto legge 158 e vuole rendere obbligatoria l’indicazione in etichetta dei potenziali rischi di questi prodotti per i bambini di età inferiore ai 10 anni, gli anziani e i soggetti immunodepressi, in maniera visibile e leggibile.

«Bisogna fare attenzione alla raccolta, conservazione e lavorazione del latte per evitare in ogni modo contaminazioni e infezioni – dichiara Brandizzi – sicuramente questo prodotto presenta potenziali rischi per la salute superiori ad altri alimenti ma equivalenti a quelli della carne e del pesce crudi, perché demonizzare solo il latte?».

Azienda Biolà - formaggi

In arrivo la normativa sull’etichettatura

Per elaborare la normativa sull’etichettatura dei prodotti caseari a latte crudo è stato istituito un tavolo tecnico del quale fanno parte i Ministeri della Salute e dell’Agricoltura, l’Istituto Superiore di Sanità, gli Istituti zooprofilattici, le associazioni di categoria (Assolate e Coldiretti) e Slow Food. I risultati sono previsti per la fine di maggio.

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