A Seoul anche un semplice boccone rumoroso può trasformarsi in un episodio da prima pagina. Negli ultimi giorni, la storia di un uomo fermato nella metro della capitale sud coreana per aver mangiato rumorosamente del pollo fritto ha fatto il giro del web, scatenando un dibattito sulle regole della convivenza civile e sui limiti della libertà personale negli spazi pubblici. Ma cosa si nasconde davvero dietro questa vicenda? E soprattutto si può finire in cella solo perché il nostro modo di masticare infastidisce gli altri passeggeri?
Secondo alcuni post virali sui social, un uomo sarebbe stato multato e addirittura arrestato per aver mangiato troppo rumorosamente sul treno della metro della metropoli asiatica. La storia, raccontata con toni sensazionalistici, descrive un passeggero che, armato di pollo fritto, avrebbe masticato con tale vigore da attirare le proteste degli altri viaggiatori. Al suo rifiuto di moderare il comportamento, le autorità sarebbero intervenute, sanzionandolo per disturbo della quiete pubblica. L’episodio non trova però conferma nelle fonti locali: sia i quotidiani come Yonhap News, KBS o The Korea Herald che gli organi di stampa sudcoreani non hanno riportato casi simili negli ultimi mesi. Eppure la vicenda non è del tutto campata in aria.
In Corea del Sud, soprattutto nelle grandi città, il rispetto delle regole non scritte della convivenza civile è molto sentito. La metro, in particolare, è un luogo dove silenzio e discrezione sono considerati fondamentali. E i passeggeri sono generalmente molto attenti a non disturbare gli altri, sia con il volume della voce che con il consumo di cibo. Basti pensare che esistono aree specifiche dove è sconsigliato consumare cibo, soprattutto nelle ore di punta. Questo significa che mangiare in metro non è vietato per legge, ma fortemente sconsigliato. In casi estremi, il personale della metro e le forze dell’ordine possono infatti intervenire se qualcuno infastidisce gli altri passeggeri con il proprio cibo, ma nella maggior parte dei casi si parla di una richiesta di moderazione per far cessare il disturbo.
«Non ho mai visto nessuno mangiare in metro qui. Le persone mangiano prima o dopo il viaggio, mai in pubblico. Vale anche per gli snack: non vedrai mai qualcuno con patatine o spuntini in mano», racconta Chiara, nome di fantasia, che da tre anni ha abbandonato Roma per vivere a Seul. «Le bevande sono più accettate, ma mai cibo solido. Credo – confessa – sia una questione di rispetto e di stigma sociale verso il mangiare in pubblico». Insomma, il pericolo di finire in cella per aver mangiato rumorosamente è praticamente nullo, ma il rischio di ricevere occhiatacce è molto concreto.
Anche se raramente sanzionati dalla legge, mangiare, parlare forte o ascoltare musica senza cuffie sono gesti malvisti, non solo in Corea. In altre città del mondo, da Tokyo a Singapore fino a New York, esistono regole più o meno severe sul comportamento in metro. A Tokyo, ad esempio, è vietato parlare al telefono e, in alcune linee, anche mangiare (ma in Giappone il ramen si mangia con il risucchio). A Singapore, mangiare e bere in metro è vietato per legge, con multe salate per chi trasgredisce. Anche in Europa, in città come Londra o Parigi, mangiare in metro non è vietato, ma è considerato poco educato, soprattutto nelle ore di punta. In tutto il mondo infatti, questi comportamenti possono risultare particolarmente fastidiosi, specie per chi soffre di misofonia, una condizione che può scatenare reazioni emotive intense, come rabbia o ansia, in presenza di certi suoni, tra cui appunto la masticazione rumorosa. Un disturbo che può rendere difficile la convivenza in luoghi pubblici.
Il problema del rumore non si limita ai mezzi come metro o bus: nei ristoranti, ambienti troppo rumorosi possono trasformare una piacevole serata in un’esperienza stressante, soprattutto per chi soffre di ipersensibilità uditiva. Un motivo in più per molti locali, anche qui da noi, per investire in soluzioni di design acustico – pannelli fonoassorbenti, tessuti e arredi che riducono la riverberazione e il rumore di fondo – migliorando la qualità dell’esperienza gastronomica e aiutando chi soffre di misofonia a vivere meglio i momenti di convivialità.
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