Addio

È morto Alberto Bolaffi, pioniere del collezionismo (vino incluso)

Oltre al commercio filatelico, ha diretto la sua casa d'aste fino al 2013 aprendola a vari prodotti di lusso, vino compreso

  • 16 Luglio, 2025

Alberto Bolaffi, Cavaliere del lavoro e presidente della società che porta il suo cognome, è morto la scorsa notte a Torino. A darne notizia un comunicato della stessa azienda fondata da suo nonno nel 1890. Pioniere del collezionismo moderno e interprete acuto dei cambiamenti nei consumi culturali e collezionistici degli anni Sessanta, Bolaffi ha saputo leggere e guidare l’evoluzione del mercato, aprendo nuovi scenari fino ad allora inesplorati. Nel 1986 nasce il Collector Club, struttura innovativa dedicata alla vendita per corrispondenza, pensata per raggiungere collezionisti in tutta Italia con un’offerta selezionata e accessibile. Quattro anni dopo, nel 1990, Bolaffi segna un’ulteriore svolta con la fondazione della propria casa d’aste, dando così forma a un nuovo modo di intendere la compravendita di oggetti da collezione: più trasparente, strutturato e aperto a un pubblico sempre più ampio.

Il vino tra passione e investimenti

La sua grande passione per il vino l’ha portato alla creazione del dipartimento di vini pregiati e distillati di Bolaffi e, già negli anni Sessanta, alla pubblicazione del primo Catalogo Bolaffi dei vini d’Italia in collaborazione con Luigi Veronelli. Per quanto riguarda le aste di bottiglie pregiate, invece, queste hanno esordito nel 2014 con la prima vendita fatta in collaborazione con Slow Food. Tra le vendite più importanti di questo dipartimento, si ricorda sicuramente la bottiglia di Romanée Conti 1990, venduta nel 2020 per la cifra di 100mila euro. Quella della prestigiosa cantina di Borgogna però non è stata l’unica vendita rilevante del dipartimento vino di Bolaffi. Tra i lotti presenti nelle varie aste spiccano gli storici Châteaux francesi come Lafite Rothschild, Cheval Blanc, Petrus e i grandi champagne come Krug, Dom Pérignon e Cristal. Anche l’Italia è rappresentata con le referenze più blasonate: i grandi toscani come Sassicaia, Ornellaia, Masseto, Solaia, Tignanello, Le Pergole Torte, i vini de Le Macchiole e ancora il Brunello di Montalcino come Soldera e Biondi Santi, e i grandi Barolo e Barbaresco di Giacosa, Mascarello, Gaja, Conterno. Ampio lo sguardo anche al resto del Paese, dal Veneto con Dal Forno e Quintarelli, alla Sicilia con De Bartoli. Tra le etichette d’Oltreoceano non mancano Penfold’s, Vega Sicilia e Opus One.

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