La voglia di stare all’aria aperta accomuna un po’ tutti in questo periodo. E noi abbiamo sviluppato una guida apposita, Italia all’Aria Aperta, realizzata in collaborazione con Enel Green Power, con l’intento di raccontare lo straordinario patrimonio ambientale del Paese e valorizzarne le produzioni agroalimentari. Qui vi sveliamo i vini e i prodotti tipici del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Quasi centโanni fa, sulle cime scolpite dai ghiacciai di un territorio montano a cavallo fra il Piemonte e la Valle dโAosta, nasceva lโarea protetta piu? antica dโItalia: il Parco Nazionale del Gran Paradiso, dal nome del massiccio in cui Vittorio Emanuele II aveva gia? da tempo costituito una riserva di caccia ad uso personale. โFu proprio lโemergenza faunistica a decretare lโistituzione di unโoasi tanto grande, estesa su una superficie complessiva di 71 000 ettariโ, spiega il Presidente Italo Cerise. โCon la Seconda Guerra Mondiale, infatti, il numero di stambecchi diminui? di colpo: alla fine del conflitto se ne contavano circa 400 esemplariโ. Pochissimi, rispetto ai 50 000 attualmente censiti fra le Alpi Marittime e la Slovenia; di questi, 2700 vivono entro i confini della riserva, che durante i primi anni di attivita? dedico? tutti i suoi sforzi alla cattura e al reinserimento dei capi lungo lโarco alpino, riuscendo cosi? a salvare la specie dal rischio di estinzione.
Oggi lo stambecco rappresenta lโanimale- simbolo del parco, ma e? in buona compagnia. Insieme a lui, lโhabitat del Gran Paradiso ospita 8000 camosci e un discreto numero di volpi, lepri, marmotte, aquile e gipeti (anchโessi scomparsi per un lungo periodo e reintrodotti solo di recente). Per la gioia dei visitatori, sono animali piuttosto facili da osservare durante le escursioni fra i boschi del fondovalle, i pascoli alpini e i sentieri dโalta quota, dove la fatica del percorso e? ripagata dalla bellezza del paesaggio. Anche perche? ogni angolo di suolo pullula di biodiversita?: โBasta tenere gli occhi ben aperti, per individuare insetti e piante rare. Inoltre, fra giugno e luglio le famiglie hanno la possibilita? di visitare Il Giardino Botanico Alpino Paradisia situato a Valnontey (una frazione del comune di Cogne) a 1700 m di quota, in cui vengono custodite e illustrate a scopo educativo oltre 1000 varieta? di specie vegetali, sia indigene, che esoticheโ. Sul fronte geologico, invece, โvale la pena sottolineare che il Gran Paradiso e? lโunica vetta con unโaltezza superiore ai 4000 metri sul territorio nazionale. Una meta perfetta, non solo per biologi appassionati di infiorescenze alpine, ma anche per gli scalatori professionisti. Con una precisazione: il versante piemontese – perlopiu? granitico – si presta bene allโalpinismo, quello valdostano – caratterizzato da una pietra particolarmente friabile – vede protagonista lโarrampicata sul ghiaccioโ.
La Fontina e? uno dei piu? celebri formaggi italiani, Doc dal 1955. Lo si produceva e lo si produce con latte crudo di vacche di razza pie rouge (Pezzata Rossa) che dโestate frequentano i pascoli ad alta quota, profumati di fiori e di essenze aromatiche. I mieli locali prodotti allโinterno del Parco sono il frutto della generosa flora alpina tra cui spicca la pianta di Rododendro dalla quale si ricava lโomonimo miele. Oltre al Rododendro, meritano una nota i millefiori alpini, il castagno e i tigli di fondovalle. Lโapicoltura e? unโattivita? a ciclo energetico chiuso e a impatto ambientale nullo.
Boudin. Grande classico della cucina tradizionale valdostana, e? un insaccato che in origine si faceva mescolando al sangue di maiale patate bollite, rape o barbabietole rosse, lardo, sale, pepe, aglio, cannella, noce moscata, salvia, rosmarino, bacche di ginepro.
Mocetta. Detta anche motzetta, e? una carne conservata tipica della Valle dโAosta e del Canavese. Un tempo la mocetta si ricavava dalla coscia disossata dello stambecco; da quando questo ruminante fa parte della fauna protetta del Parco Nazionale del Gran Paradiso, si usa carne di camoscio (dโallevamento, quasi sempre importata) o di capra.
Salame di patate. Tipico del Canavese e del Biellese, era uno dei piu? classici espedienti per aumentare il cibo a disposizione delle famiglie contadine. Si preparava il giorno dellโuccisione del maiale; oggi lo si produce in genere fra ottobre e marzo, prima che le patate comincino a fermentare.
Nonostante condizioni pedoclimatiche decisamente sfavorevoli (basti pensare che in Valle dโAosta si coltiva il piu? alto vigneto dโEuropa: il Blanc de Morgex et de La Salle, tra gli 800 e i 1200 metri, praticamente ai piedi dei ghiacciai del Monte Bianco) qui si fanno vini eccellenti, anche se in quantita? modeste. I vini sono tutti racchiusi sotto lโunica denominazione Valle dโAosta-Valle?e dโAoste doc, declinata in 7 sottodenominazioni di area e 15 di vitigno.
Alla guida Italia allโAria Aperta abbiamo dedicato anche unโintera sezione sul nostro sito,
www.gamberorosso.it/italia-all-aria-aperta/, dove potete navigare tra i Parchi Nazionali con le mappe interattive e scoprire tutti gli indirizzi consigliati da Gambero Rosso per mangiare e dormire, oltre a una serie di approfondimenti per visitare le principali centrali idroelettriche.
Italia allโAria Aperta โ 352 pp. โ 14.90 โฌ โ Acquistabile in edicola e libreria dal 5 agosto e on line
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