Finto Champagne prodotto con vino di bassa qualità acquistato in Spagna o in Ardèche, e poi miscelato con anidride carbonica e liquore. Questa è stata l’ammissione di Didier Chopin, titolare dell’omonima azienda, di fronte al tribunale di Reims. L’imprenditore, infatti, ha dichiarato di aver prodotto e venduto centinaia di migliaia di bottiglie di falso Champagne per un anno, tra il 2022 e il 2023.
Secondo l’accusa, Chopin gestiva due siti produttivi: uno a Billy-sur-Aisne (Aisne), dove venivano miscelati vini di bassa qualità provenienti da Spagna e Ardèche, aggiungendo gas carbonico, “liqueur” e zucchero; e un altro a Champlat-et-Bojancourt (Marna) dove apponeva etichette con indicazione d’origine “Champagne”. Il vino contraffatto poi veniva immesso nella grande distribuzione a circa 15 euro la bottiglia. Anche se il titolare ha dichiarato che le bottiglie contraffatte erano all’incirca 500mila, in realtà l’operazione avrebbe coinvolto la vendita di 800.000–1.500.000 bottiglie, per un danno stimato tra 3 e oltre 5 milioni di euro. A seguito di queste accuse il pubblico ministero ha chiesto ha richiesto ulteriori 2 anni di reclusione con sospensione e 100mila?euro di multa per sua moglie, Karine Faye, imputata per gli stessi reati. Inoltre è stata richiesta l’interdizione perpetua dalla gestione di imprese e attività legate alla produzione di Champagne, la confisca dei beni personali, la distruzione delle bottiglie contraffatte e 300mila di multa per la loro holding, SAS?Chopin, per abuso di beni sociali.
Mentre vendeva questo prodotto nei supermercati a prezzi imbattibili, Didier Chopin fu denunciato dai suoi dipendenti. Nel 2023, Ludivine Jeanminigin, responsabile di uno degli stabilimenti di produzione di spumante dell’azienda, rivelò la produzione di Champagne contraffatto, con prove a supporto. In precedenza, aveva scoperto tappi e capsule “Grands vins de Champagne” sulle linee di produzione dell’azienda nel dipartimento dell’Aisne. Le bottiglie prive di etichetta venivano quindi inviate alla sede centrale dell’azienda nel dipartimento della Marna per essere etichettate nella zona di denominazione. Rivelazioni che hanno fatto partire un’indagine per frode da parte della procura di Reims, permettendo così di porre l’azienda in amministrazione controllata. Dopo questo provvedimento Didier Chopin è fuggito in Marocco, dove ha iniziato a lavorare come orticoltore. Lì è stato arrestato e incarcerato per reati finanziari, ma nel frattempo sarebbero state presentate cinque denunce per molestie, violenza sessuale e stupro da parte di ex dipendenti.
Chopin ha ammesso gli errori ma ha sostenuto di non essersi arricchito personalmente, «costretto dalla pressione di un contratto con la grande distribuzione». Ha inoltre ricordato di aver scontato 7 mesi di carcere in Marocco nel 2024 per assegni scoperti, sottolineando le difficoltà personali. Il Comité Champagne, organismo interprofessionale francese, ha definito la frode un attacco “intollerabile” alla denominazione e richiesto “una sanzione esemplare” per tutelare l’integrità del patrimonio condiviso. Il verdetto finale è atteso per il prossimo 2 settembre 2025, nel frattempo però continueranno le indagini riguardo le esportazioni, ma soprattutto quelle legate all’inchiesta separata sulle presunte aggressioni sessuali e molestie presso i siti produttivi tra il 2018 e il 2022, che include anche denunce per stupro.
Niente da mostrare
ResetNo results available
ResetNo results available
Reset© Gambero Rosso SPA 2025
P.lva 06051141007 Codice SDI: RWB54P8 Gambero Rosso registrazione n. 94/2021 Tribunale di Roma
Modifica impostazioni cookie
Privacy: Responsabile della Protezione dei dati personali – Gambero Rosso S.p.A. – via Ottavio Gasparri 13/17 – 00152, Roma, email: [email protected]
Resta aggiornato sulle novità del mondo dell’enogastronomia! Iscriviti alle newsletter di Gambero Rosso.
© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.
Made with love by Programmatic Advertising Ltd
Made with love by Programmatic Advertising Ltd
© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati