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Lo studio italiano che sfata il mito del pollo come "carne salubre"

Un team di ricercatori pugliesi, dopo 19 anni di studi, ha pubblicato una ricerca in cui si parla dei rischi correlati al consumo di pollo

  • 04 Maggio, 2025

Da molti anni l’eccessivo consumo di carne rossa è salito sul banco degli imputati per il suo impatto sul sistema cardiocircolatorio e altre importanti conseguente sulla salute umana, oltre che per l’effetto sulla crisi climatica. A quanto pare, però, non si salverebbe neanche la carne di pollo, da sempre considerata come più salutare. Secondo un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nutrients, anche il consumo di carne avicola è stato collegato ad alcuni tipi di cancro e a un elevato rischio di mortalità.

La ricerca del team pugliese

Uno studio tutto italiano che è stato portato avanti da un gruppo di ricercatori dell’Istituto nazionale di gastroenterologia “Saverio de Bellis”, situato a Castellana Grotte, in Puglia. Il team – composto da Caterina Bonfiglio, Rossella Tatoli, Rossella Donghia, Pasqua Letizia Pesole e Gianluigi Giannelli – ha scoperto che coloro che hanno consumato più di 300 grammi di pollame a settimana avevano un tasso di mortalità superiore del 27% rispetto a coloro che ne hanno consumato meno di 100 grammi. Tale percentuale sale al 61% per gli uomini. Uno studio che si è protratto per ben 19 anni durante i quali i ricercatori italiani hanno studiato oltre 4.869 adulti di mezza età raccogliendo dati sulla dieta, le abitudini di vita, l’anamnesi, l’altezza e il peso dei partecipanti.

Perché il pollo potrebbe far male?

Gli autori hanno affermato che, pur non potendo stabilire con certezza il motivo per cui si verifica questo aumento del rischio, ci sono diverse possibili teorie: tra le ipotesi c’è il fatto che le proteine ??del pollo esposte ad alte temperature durante la cottura possano formare sostanze chimiche in grado di danneggiare le cellule umane, innescando cambiamenti che potrebbero portare al cancro. Tra le cause delle patologie potrebbero anche esserci gli effetti del mangime somministrato al pollame oppure degli ormoni o dei farmaci a cui gli animali possono essere esposti durante il processo di allevamento. Le percentuali così diverse di impatto del pollo tra i diversi sessi è spiegabile invece con la quantità di cibo mangiato dagli uomini rispetto alle donne, che li esporrebbe a rischi maggiori. L’aumento del rischio di cancro è limitato a 11 diversi tipi di tumori dell’apparato digerente o gastrointestinale, tra cui malattie che colpiscono lo stomaco, l’intestino, le vie biliari, l’ano, la cistifellea, il fegato, il pancreas, il retto, l’intestino tenue e i tessuti molli dell’addome.

Una fotografia delle nostre abitudini alimentari

«Quello che abbiamo svolto è un cosiddetto “studio di coorte” che ha cercato di analizzare le abitudini alimentari di due gruppi di persone provenienti da Castellana Grotte e Putignano. Lo scopo di questo tipo di ricerche è fornire una fotografia sulla popolazione e sui trend alimentari. Per capire le cause effettive dell’aumento del rischio di queste patologie sarebbe necessario avviare uno studio interventistico ex novo che per il momento non è in programma, ma non escludiamo di poterlo avviare in futuro», ci ha rivelato la dottoressa Rossella Donghia, autrice dello studio e ricercatrice sanitaria dell’Istituto nazionale di gastroenterologia di Castellana Grotte.

Il consumo di pollo in Italia

Il rapporto Ismea del 2013 ha mostrato un consumo mondiale di pollame pro capite di 13,3 chilogrammi e un aumento previsto di circa il 19% entro il 2022. In Italia, il consumo pro capite di pollame è aumentato dell’8,5% nell’ultimo decennio, passando da 11,7 chilogrammi agli attuali 12,7 chilogrammi. L’ampio consumo a livello globale è principalmente dovuto al fatto che la carne avicola è ragionevolmente economica e accessibile. Le linee guida per un’alimentazione sana indicano 100 g come porzione standard di carne bianca, suggerendone il consumo da una a tre volte a settimana [4]. Le linee guida dietetiche negli Usa definiscono il pollame un alimento nobile poiché fornisce proteine ??di alto valore biologico e spesso ha un contenuto di grassi inferiore rispetto ai prodotti a base di carne di altre fonti animali, come ad esempio il petto di pollo che contiene il 93% di proteine ??e solo il 7% di grassi.

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