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Sugar tax

L'Inghilterra vuole tassare anche milkshake e frappè

Dopo aver colpito le bibite gassate, il fisco britannico si appresta ora a invadere territori finora ritenuti sicuri. Obiettivo estendere la sugar tax agli zuccheri nascosti in bevande a base di latte e alternative vegetali

  • 14 Maggio, 2025

Nel Regno Unito la guerra allo zucchero si prepara a entrare in una nuova fase. Il governo britannico ha annunciato una svolta significativa nella lotta contro l’obesità giovanile manifestando la volontà di estendere la sugar tax, finora applicata alle bibite gassate, anche a altri comfort food. Nel mirino, questa volta, milkshake, smoothie e bevande a base di latte – oltre alle alternative vegetali come quelle a base di avena o riso – che presto potrebbero essere tassate perché troppo dolci. La proposta, presentata dal Tesoro e ora in consultazione pubblica fino al 21 luglio, mira a ridurre il consumo di zuccheri e a incentivare l’industria a riformulare i propri prodotti. Una mossa che promette di cambiare non solo le etichette sugli scaffali, ma anche il rapporto degli inglesi con alcuni dei prodotti più amati in Uk. 

Cosa prevede la nuova proposta

Già lo scorso anno la Cancelliera dello Scacchiere, Rachel Reeves, aveva dichiarato che il governo avrebbe preso in considerazione l’idea di estendere la tassa anche a questa tipologia di bevande. I primi segnali sono arrivati però solo a fine Aprile, quando il dipartimento delle finanze inglese ha confermato l’intenzione di procedere con le modifiche alla Soft Drinks Industry Levy (SDIL). 

milkshake tavolo

L’obiettivo principale è infatti porre fine all’esenzione dal prelievo per le bevande a base latte, in grado di tutelare l’apporto di calcio nei bambini. Un’eccezione da rimuovere visto che solo il 3,5% dell’apporto di calcio nei giovani proviene da queste bevande zuccherate e che i rischi legati allo zucchero superano i benefici. Inoltre, secondo la bozza, la soglia di zucchero che fa scattare la tassa potrebbe scendere da 5 a 4 grammi per 100 ml. Una riduzione che renderebbe tassabili un numero maggiore di prodotti. Secondo le stime, il 93% delle bevande lattiero-casearie preconfezionate attualmente sul mercato rischia di essere soggetto alla sugar tax.

Gli obiettivi e le reazioni

L’intento dichiarato è duplice: da un lato contribuire a contrastare l’epidemia di obesità tra i più piccoli, dall’altro spingere i produttori a ridurre ulteriormente gli zuccheri. Una strategia che aveva già funzionato in passato dopo l’introduzione della SDIL. Dal suo avvento nel 2018, infatti, l’89% delle bibite gassate è riuscito a sfuggire alla sugar tax grazie a riformulazioni che ne hanno ridotto la percentuale di zucchero. Tuttavia, non mancano le critiche. L’Institute of Economic Affairs, in un’intervista al quotidiano britannico The Guardian, ha definito l’imposta come un «fallimento drammatico», sostenendo che dovrebbe essere abolita, non ampliata, e che simili tasse non hanno mai funzionato in nessun Paese. Una voce non proprio fuori dal coro, visto che anche altri osservatori temono ripercussioni sui prezzi al consumo in un momento di difficoltà economica.

milkshake uk

Cosa succede ora

Il governo ha avviato una consultazione pubblica che si concluderà a fine luglio, durante la quale produttori, associazioni di categoria e cittadini potranno esprimere le proprie opinioni su questa svolta normativa. Nel caso in cui la misura dovesse essere adottata, il cambiamento per il settore delle bevande sarà radicale, influenzando sia le abitudini di consumo sia le strategie commerciali dei produttori. Un progetto che potrebbe far diventare il Regno Unito un modello per altri Paesi europei alle prese con sfide simili. Resta da vedere se la pressione fiscale porterà a una reale diminuzione del consumo di zuccheri o se, come temono i critici, finirà solo per pesare sulle tasche dei consumatori senza benefici tangibili per la salute collettiva.

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