Il ribaltone

Si dimette il CdA di Terre d'Oltrepò. Ora una cordata per rilanciare la più grande cooperativa lombarda

Altro ribaltone per la viticoltura pavese. Nel nuovo piano di rilancio della cantina sociale potrebbe entrare in gioco anche un celebre nome piemontese ...

  • 10 Luglio, 2025

Nuovo scossone per la più grande cantina cooperativa della Lombardia. Martedì 8 luglio il CdA di Terre d’Oltrepò, protagonista negli ultimi mesi di un tentativo ambizioso di rilancio della cooperazione vitivinicola pavese, ha annunciato le dimissioni irrevocabili con effetto immediato, chiudendo una fase segnata da profonde tensioni nonostante l’articolato piano industriale presentato. Una scelta definita “di responsabilità” dai dimissionari, assunta in seguito alla presentazione di una nuova lista di candidati, sostenuta formalmente dalla Regione Lombardia e dalle associazioni di categoria. «Lo facciamo – dichiarano i consiglieri uscenti – per rispetto del mandato ricevuto, della verità dei fatti, e soprattutto per amore del territorio».

I momenti critici e la nascita della Spa

Insediatisi nel febbraio 2023 per la Cooperativa e nel dicembre 2024 per la S.p.A., gli amministratori ricordano di aver operato in un contesto definito “complesso, talvolta ostile”. Tra i momenti più critici, la vendemmia 2024, considerata tra le peggiori degli ultimi decenni: appena 159.000 quintali di uva raccolti, contro i 309.000 del 2023. Tra i risultati rivendicati dalla governance uscente, la trasformazione strutturale del gruppo con l’introduzione della S.p.A. come braccio operativo accanto alla cooperativa.

Tra gli interventi, la riqualificazione dello stabilimento di Broni con la creazione di un nuovo magazzino climatizzato per il Metodo Classico (capacità: 400.000 bottiglie), la crescita delle produzioni spumantistiche (oltre 800.000 bottiglie nel 2024) e il riconoscimento del marchio La Versa come “Marchio Storico di interesse nazionale”. «Abbiamo lavorato con dedizione e passione per costruire un futuro sostenibile. Ora lasciamo spazio a chi sarà chiamato a proseguire questo percorso, oggi più che mai necessario», concludono gli amministratori uscenti con in testa l’Ad Umberto Callegari.

Le difficoltà finanziarie

Sul fronte opposto, le difficoltà finanziarie non sono mancate: dalla gestione “inevitabilmente tesa” alle frizioni interne con una parte dei soci, fino al contenzioso con Mack & Schühle Italia, che – si legge nella nota – avrebbe bloccato i conti della cooperativa per oltre cinque mesi. Una crisi affrontata con l’attivazione dello strumento della Composizione Negoziata presso la Camera di Commercio, con l’obiettivo di tutelare azienda, lavoratori e filiera.

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Una nuova cordata per salvare la cooperativa

Intanto, tra le colline vitate del primo distretto del pinot nero in Italia cominciano a circolare rumors su un possibile ingresso nella nuova cordata di un grande nome della vitivinicoltura piemontese: Gancia, legato storicamente all’Oltrepò. L’ipotesi che vedrebbe il coinvolgimento di Lamberto Vallarino Gancia è suggestiva, si pensi che il primo metodo classico d’Italia fu prodotto nel 1865 da Carlo Gancia anche con uve oltrepadane. I tempi non sono ancora maturi, e le carte in tavola numerose, ma sarebbe un ottimo stimolo per il territorio, incentivando la chiara vocazione delle colline del “Vecchio Piemonte” per il Metodo Classico, che da pochi mesi ha trovato un nuovo marchio per la Docg, il Classese. 

 

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