Intervista

"I vigneti del Vesuvio sono salvi, nessuna vendemmia a rischio". Il Consorzio smentisce Coldiretti

Intervista al presidente dell’associazione di produttori vesuviani, Ciro Giordano, dopo l'allarme sui possibili danni ai vigneti di Lacryma Christi e i dubbi sulla vendemmia

  • 14 Agosto, 2025

«Nessun disastro agricolo» all’orizzonte e una vendemmia per il 2025 «regolare». C’è resilienza e fiducia nel comparto viticolo campano dopo l’incendio che ha messo a rischio le pendici del Vesuvio. Nei giorni scorsi le fiamme – ora quasi del tutto spente – hanno bruciato oltre 500 ettari di vegetazione nel parco nazionale del vulcano, gettando ombre sulle condizioni dei vigneti, in particolare per la denominazione Lacryma Christi. Una situazione che, soprattutto per voce di Coldiretti Napoli, si era trasformata in un appello per le potenziali perdite per l’annata in corso. L’allarme ha però trovato una smentita sul campo. «Abbiamo temuto il peggio ma l’incendio non ha provocato danni rilevanti ai vigneti della Vesuvio Dop», spiega al Gambero Rosso il presidente del Consorzio Tutela Vini Vesuvio, Ciro Giordano. Puntualizzando: «Sbagliato generare apprensione nel mercato nazionale e internazionale».

Vigneti e vendemmia al sicuro

Di fronte a uno scenario di emergenza ambientale reale, l’associazione dei produttori vesuviani ha deciso di avviare una ricognizione per valutare direttamente la situazione. «Ai piedi del Vesuvio abbiamo 260 ettari di vigneti vitali», ci spiega Giordano. «Purtroppo abbiamo avuto un danno di circa 2 ettari nel comune di Terzigno, dove le fiamme hanno lambito alcune vigne attaccate al bosco, sia a destra che a sinistra». «Voglio però essere chiaro: questo non significa che la vendemmia sia distrutta» chiarisce il presidente, ridimensionando la percezione di una crisi vinicola imminente. «L’effetto sulla produzione del prossimo anno sarà nullo o comunque poco significativo».

Il monitoraggio, racconta, è stato rigoroso. «Siamo andati personalmente sul posto insieme all’assessore all’Agricoltura Nicola Caputo e ai proprietari delle aziende agricole. La Regione sta mettendo in moto tutti gli strumenti per affiancare le aziende che hanno subito un piccolo danno rispetto alla porzione totale del nostro territorio». Ad ogni modo, continua Giordano, «la situazione complessiva dei vigneti è buona. Ieri è arrivata anche la pioggia che ha permesso di domare ancor di più l’incendio che ormai è fermo. Le vigne si sono lavate e riprese e ora la maggior parte di esse sono in perfetto stato di salute». «Un quadro ben diverso da quanto prospettato. Non esiste nessun allarme sulla mancanza di uva per poter fare il vino», tiene a precisare.

Niente paura per il turismo enogastronomico 

Già, perché il rogo ha colpito solo zone marginali dei filari, come i bordi laterali, risparmiando così gran parte delle viti. Un elemento che sta garantendo la disponibilità di uva sana e di qualità per la produzione dei prossimi mesi. «Durante tutto il periodo critico – ricorda il capo del consorzio – siamo stati in stretto contatto con la Regione Campania e l’ICQRF, assicurando tutte le verifiche necessarie per garantire gli standard di tracciabilità della Vesuvio Dop. Chi acquista i nostri vini può farlo con piena fiducia».

Insomma, nessun pericolo per produttori e consumatori. E neppure per il business legato ai tour, alle degustazioni e alla vendita diretta. Grazie all’intervento di autorità e volontari, infatti, sono stati salvaguardati i campi e le loro produzioni di pregio, mantenendo costante l’attività del comparto vitivinicolo e ricettivo prossimo al vulcano. «Non si tratta di un disastro agricolo», chiosa con fermezza Giordano.

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