Le associazioni di categoria parlano di danni ingenti dovuti al maltempo: Coldiretti e Confagricoltura stimano una produzione dimezzata a causa dell’andamento anomalo delle ultime settimane con temperature basse, venti battenti, piogge e grandinate che hanno compromesso i frutti proprio al culmine del ciclo. Una situazione complicata un po’ in tutta la Penisola per uno dei fiori all’occhiello della nostra agricoltura: lโItalia รจ il quinto produttore mondiale di ciliegie e il primo in Europa con una produzione media di circa 120mila tonnellate l’anno, un dato – fino a quest’anno โ in crescita con nuove varietร e porta innesti che segnano aumenti produttivi e nelle superfici coltivate. In questo panorama non mancano realtร che si dedicano, invece, alla riscoperta di varietร antiche e alla cura di alberi secolari.
โPioggia e grandineโ sottolinea Coldiretti โsi sono abbattuti sui frutteti proprio allโinizio della raccolta che scatta prima in Puglia e Campania per in Emilia e in Venetoโ. Ovviamente al netto di varietร precoci come nel caso delle varietร coltivate da Duipuvrun di Stefano Scavino a Costigliole d’Asti. Nel suo campo sperimentale coltiva ecotipi locali che rischiavano l’estinzione, con un progetto di miglioramento genetico in campo anzichรฉ in laboratorio messo a punto assieme al dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dellโUniversitร di Torino, al Cnr e allโente di ricerca privato Agrion. Il suo ciliegeto storico ha circa 60 piante (ma non chiedetegli la resa: non la sa!) di 8-10 varietร locali che hanno tempi di sviluppo diversi. โDal 15 maggio abbiamo cominciato a raccogliere le varietร piรน precoci, che hanno preso molta pioggia e poco caldo. Sono ciliegie acquose che tendono a spaccarsi e vanno consumate a 24 ore dalla raccolta. Anche se il nostro รจ un mercato locale, commercialmente non รจ proponibile un frutto che deve essere mangiato entro il giornoโ. Discorso diverso per le varietร che si raccolgono verso la fine di maggio: โfino a ora non hanno patito, se il clima continua cosรฌ, soleggiato ma abbastanza fresco, dovrebbe andare bene per chi come noi coltiva senza alcun trattamento. Con temperature non troppo alte la mosca, quella tipica che porta il verme, non si sviluppaโ.
โI nostri produttoriโ dice Walter Monari del Consorzio Vignola Igp โhanno perso a oggi la maggioranza delle varietร precoci: circa il 10% della produzione, volendo stare larghi il 20%โ. Anche in questo caso le precoci sono acquose e pono saporite, a causa del clima quasi autunnale, ma la raccolta cominciata una settimana in ritardo li ha favoriti, โperchรฉ le precoci si sono spaccate, noi essendo in ritardo ci siamo salvati. Certoโ continua โle precoci incidono perchรฉ le prime costano di piรน. Ora dipende dai prossimi giorni: se la stagione sarร buona e non piove piรน, tra 8 giorni siamo nel pieno della campagna, con solo una settimana di ritardoโ.
Nel Lazio Alessandro Latini – dell’Azienda agricola Latini diย Genzano di Roma – racconta di un inverno caldo e senza piogge e di una chiiusura di primavera con temperature scese sotto il livello di guardia, temporali e tanta, tanta acqua. Nella zona di Vignola, molte piogge e una nevicata in collina il 5 maggio, hanno rallentato la maturazione dei frutti: โla produzione si presentava ottima come qualitร e quantitร โ dice Monari โma la stagione non ci ha aiutatoโ. Il Consorzio Ciliegia di Vignola Igp riunisce 700 piccole aziende a coltivazione diretta distribuite in 28 comuni delle province di Modena e Bologna, che fanno per lo piรน lotta integrata, con un 30% con impianti di copertura che salvano dalle piogge. Una produzione che si aggira intorno ai 60-70mila quintali โ โdati realiโ sottolinea Monari – di cui il 65% a marchio Igp, oltre 20 varietร che il consumatore medio non conosce โse non nel colore, se rosse o nere, e nella provenienza: il nostro marchio garantisce provenienza e varietร โ. Un comparto che fattura sui 20 milioni di euro piรน l’indotto.
In Piemonte c’รจ stato un inverno praticamente senza precipitazioni โin 4 mesi nessuna pioggia e solo due nevicateโ racconta Scavino โnon si sono create le riserve idriche. Avevamo dei livelli di siccitร molto preoccupanti, poi ad aprile e maggio le piogge tardive hanno provocato un grande ritardo nelle coltivazioni, uno sfasamento che mette in difficoltร , anche se con il tipo di lavoro che faccio ho meno problemiโ. Parla della riproduzione dei semi: โla genetica delle mie sementi, in 4 o 5 anni, si รจ perfettamente ambientata al territorio, perchรฉ non sono prodotte in laboratorio. Cosรฌ i miei semi hanno scritto nel loro Dna le informazioni di questo ambiente, di questa collina, e sono piรน capaci di rispondere e adattarsi alle condizioni e ai cambiamenti climatici di questo specifico luogo e del suo microclimaโ.
โIl raccolto di ciliegie รจ tutto rovinatoโ dice Latini: 5 ettari, per la metร destinati alle api, il resto orto e alberi da frutto secolari, tra cui 5 ciliegi: uno di Ravenna, gli altri non lo sa โperchรฉ sono alberi che hanno piantato i miei nonni, ho tanta frutta di cui non so i nomiโ. ร il bello della sua azienda, tutta orientata a un’agricoltura rispettosa della natura. Ma i rischi sono tanti. โHo controllato le ciliegie venerdรฌ e deciso di raccoglierle la domenicaโ riprende โtroppo tardi: con l’acqua che ha fatto, sono tutte marciteโ. Nulla, a fronte di 5 quintali raccolti nel 2018 su due alberi, โgli altri tre non ho fatto in tempo. E non sono riuscito a trovare aiutiโ.
Per ovviare a questo problema, piรน diffuso di quanto si immagini, sono diversi i cerasicoltori che organizzano delle feste della raccolta, in cui chiamano in soccorso quanti – โdi buona volontร โ come li definisce Latini – vogliano collaborare a un momento cruciale e conoscere meglio questo mondo. Per Duipruvum l’appuntamento con Ciliegeto aperto รจ il 2 giugno dalle 17 alle 20 a Revigliasco d’Asti, per cimentarsi nella raccolta, mangiare sul posto, comprare e soprattutto riscoprire un frutto per anni al centro dellโeconomia di questo paese. โI nostri alberi sono in collina dove non รจ possibile fare impianti meccanizzati, se non a costi molto alti, quindi รจ tutto manualeโ e molto faticoso e delicato, per questo la coltura รจ stata gradualmente abbandonata, anche se tradizionale di questo angolo di Piemonte dove l’industria alimentare, un tempo, attingeva alle varietร tipiche come la Graffione da spirito (impiegata sotto grappa o altri spiriti) una ciliegia chiara, quasi gialla, a differenza della mora di Revigliasco che รจ scura, succosa e dolce, una ciliegia da tavola e non da confettura. Entrambe coltivate da Scavino insieme a varietร diffuse in altre zone d’Italia, come la Ferrovia.
Il 2 giugno รจ l’appuntamento anche nella valle del Ticino, alla Riserva San Massimo – sito di interesse comunitario a protezione speciale, culla di biodiversitร – per la sesta edizione della Raccolta delle ciliegie, una giornata dedicata alla scoperta della riserva e dei suoi ambienti, alla raccolta delle ciliegie e alla solidarietร a favore della Onlus Prato, con la partecipazione di numerosi chef che interpretano il riso Carnaroli dell’azienda.
La ridotta disponibilitร dei prodotti sul mercato, pesa anche nelle tasche degli italiani che dovranno fare i conti con un andamento irregolare dei prezzi, al pari del meteo. Non per tutti, perรฒ: nรฉ Scavino, nรฉ Latini ritoccheranno i prezzi per l’andamento della stagione delle ciliegie, โper politica aziendale, e non solo: sui mercati all’ingrosso i prezzi oscillano in base alla disponibilitร di prodotto e al suo ritardo, la nostra รจ una realtร di nicchia, con una clientela selezionata e consapevole che se si coltiva in un certo modo ci sono tempi diversi. Chi ha una coltivazione continuativa puรฒ avere conseguenze che si riflettono sui prezziโ spiega Scavino. โNon รจ detto che i prezzi saranno piรน altiโ conferma Monari โla campagna partita รจ male con i prezzi bassi delle fragole: la congiuntura economica รจ difficile, c’รจ disponibilitร a pagare bene la qualitร molto alta, ma per la qualitร media i consumatori non sono portati a spendere: non riusciamo a fare decollare i consumiโ.
Le ciliegie potrebbero essere il primo frutto di stagione calda a patite il meteo, ma non l’unico: โdanni si estendono dalle fragole nei campi allagati della Romagna alle albicocche fino alle pere in Emilia e Veneto per la caduta dei frutti dagli alberiโ segnala Coldiretti.
Per Latini anche le fragole – da coltivazione sinergica โ hanno subรฌto un crollo: โsono passato da 90 chili al giorno, nei mesi scorsi, a 40 in queste settimaneโ. Pure le api soffrono, e tanto: in questo periodo hanno giร cominciato a covare e hanno bisogno di nutrimento: fiori e pollini, che quest’anno scarseggiano. Latini le sta aiutando, โma visto il clima caldo che c’รจ stato fino a qualche settimana fa sono passato da un’alimentazione solida a una liquida, pensando che il freddo fosse passato. E ora รจ un disastro, perchรฉ e arnie sono piene di api che stanno letteralmente morendo di fame, le trovo accalcate sul nutritoreโ da cui fa passare di marmellate in inverno (realizzate a partire dai suoi frutti) e sciroppo con il caldo. Ora il ritorno del freddo ha sorpreso le api in piena cova ma con una fioritura indietro e diluvi che non consentono alle api di uscire. Un disastro, dice Latini, che oggi rileva una situazione difficile anche per le piante a terra, che non crescono per il freddo: per pomodori e peperoni (per esempio) servono almeno 13 gradi nella terra, invece siamo sotto, in piรน la terra รจ piena d’acqua e si rischiano le malattie. โBisogna aver paura di quando arriverร il caldoโ aggiunge โnon sappiamo come riusciremo a parare parassiti o malattieโ. Per loro la lotta non passa per agrofarmaci nรฉ altro: โnel caso di problemi con afidi o altro, usiamo macerato di aglioโ.
a cura di Antonella De Santis
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