Cosaporto: il successo del food delivery di qualità. Come funziona

24 Giu 2019, 15:00 | a cura di
Da Roma a Milano e Torino, spedizioni in tutto il mondo e ordini che - all’incirca - quadruplicano di anno in anno. Il servizio di consegna lanciato nel 2017 da Stefano Manili procede bene. Ci siamo fatti raccontare cosa è successo e cambiato dagli esordi a oggi.

Era l’estate del 2017 quando Stefano Manili lanciava Cosaporto (e nello stesso anno ve lo abbiamo raccontato), un servizio di delivery dedicato alla regalistica di qualità, che sul sito cosaporto.it raccoglie un ventaglio di prodotti enogastronomici e non, da pizza e succhi detox a bouquet di fiori e oggetti di design. Nel tempo il progetto è cresciuto, agli esordi era attivo solo su Roma mentre ora è operativo pure a Milano e Torino, senza mai perdere di vista i suoi punti fermi.

Cosaporto. I punti cardine: insegne selezionate e convivialità

Anche perché tali punti fermi sono proprio quelli che gli hanno assicurato un successo andato oltre le aspettative iniziali: “abbiamo mantenuto il nostro posizionamento, selezionando determinate insegne di livello, e l’impostazione della convivialità”, ci spiega Manili. D’altronde Cosaporto nasce dalla classica domanda che ci si pone dopo aver ricevuto un invito a cena o a casa di amici, e la destinazione d’uso continua a seguire tale impronta: per quanto riguarda il cibo, ad esempio, non sono previste monoporzioni, ma come minimo box per due persone.

cosaporto, i punti chiave

Dal prodotto all’esperienza

L’idea delle box prelude a una delle più importanti novità progressivamente introdotte: “la collaborazione dimostrata dai nostri partner è stata fondamentale per riuscire a proporre vere e proprie idee ed esperienze”. Quindi non più solo la singola torta o la bottiglia di vino, ma il “pranzo della domenica” messo a punto da Arcangelo Dandini (a lui sono inoltre affidati gli unici supplì che trovate su Cosaporto) o diverse opzioni per la colazione firmate Le Levain. Insomma, i grandi protagonisti dell’alta gastronomia, chef, pasticceri e panificatori del calibro di Cristina Bowerman, Walter Musco e Gabriele Bonci, hanno dimostrato di non snobbare affatto il delivery, purché sia all’altezza dei loro standard: “dato che consegniamo in tutta la città, in realtà per loro siamo uno strumento utile per raggiungere mercati e clienti che altrimenti sarebbero più difficili da intercettare”.

Cosaporto

Nuovi orizzonti e consegne in tutto il mondo

Consegna in tutta la città e in diverse città (a proposito, il prossimo ampliamento prevede l’arrivo a Bologna e Palermo, con Londra in cantiere come prima metropoli estera) e non solo, perché ora le spedizioni – chiaramente solo per le categorie merceologiche che lo consentono – possono essere effettuate ovunque. Allo stesso tempo, sono sempre di più gli ordini (che, in generale, all’incirca quadruplicano di anno in anno) in arrivo da ogni parte del mondo, dalla mamma che sta in Australia e cerca un regalo per la figlia che vive a Roma, fino all’azienda di produzione cinematografica californiana che richiede 100 cornetti per la colazione della troupe a lavoro nella Capitale.

Cosaporto. Il lavoro con le aziende e con l’hôtellerie

Un grande meccanismo, dunque, che consente al cliente di ottenere personalizzazioni ad hoc e di concentrare in un unico ordine prodotti realizzati da più artigiani presenti sul sito cosaporto.it: un plus importante specialmente quando il cliente è un’azienda. “Da questo punto di vista siamo cresciuti molto”, conclude Manili, “per catering, business lunch o colazioni di lavoro il nostro contributo permette al/ai singolo/i a cui l’azienda vuole rivolgersi di essere più facilmente in grado di soddisfarne le esigenze, perché ci dedichiamo a un’organizzazione preliminare dell’evento che semplifica la gestione”. Discorso simile per un altro settore che ha segnato l’espansione del delivery: la partnership con l’hôtellerie, specialmente con i b&b che non possono offrire direttamente la colazione e che così non sono costretti a rinunciare a tale servizio.

cosaporto.it

a cura di Agnese Fioretti

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