Cos’รจ il sapore? Per rispondere partiamo dalla terra. Lโagricoltura vive da decenni una situazione paradossale. Da una parte, se ne esalta il ruolo, si parla di materia prima, legame con il territorio, chilometro zero, prodotto unico e inimitabile. Dallโaltra perรฒ, fatto salvo il mondo del vino e delle uve, il prezzo delle materie prime รจ definito addirittura a livello mondiale, con la borsa merci. Senza dunque prendere in considerazione le differenze tra un certo prodotto e un altro. Facile immaginare gli effetti di questo modello: chi fa qualitร non riceve un prezzo adeguato, mentre chi produce mediocritร viene premiato, godendo dello stesso prezzo di vendita degli altri.
Senza considerare che il consumatore finale, di fronte a un prodotto livellato e tutto uguale, tende a comprare quello che costa meno.
Se fosse vero, e la materia prima fosse tutta uguale, sarebbe giusto andare avanti con questo modello, che privilegia le grandi aziende, chi puรฒ fare investimenti enormi per poter produrre sempre di piรน, abbassando in tal modo i costi.
Ma sappiamo che cosรฌ non รจ. Basta guardare e poi gustare un burro da pascolo e uno da stalla. Il primo รจ giallo, ha profumi erbacei e un sapore lungo e pieno, il secondo รจ bianco, non ha odore nรฉ sapore. Ma la quasi totalitร degli uomini di scienza ci dice e scrive che lโintensivo รจ il sistema piรน efficiente e che cโรจ una relazione positiva fra quantitร e qualitร , gli stessi produttori pretendono un prezzo unico per tutti, e il riferimento alla materia prima รจ, in realtร , poco decisivo, tanto che tutta lโattenzione dei gastronomi viene spostata sulla parte finale della filiera, quella industriale: latte crudo, fermenti, forno a legna, lievito madre, pasta trafilata in bronzo e essiccata lentamente, luppoli e lievito nella birra. Si parla di questo, molto meno di quel che c’รจ prima. E quel che c’รจ prima ha un impatto decisivo sul prodotto finale. E se anche il mondo che ruota intorno all’agricoltura pare seguire un’altra strada, occorre cercare i giusti strumenti โ prima di tutto conoscitivi – per seguire una strada diversa. Dunque, cos’รจ il sapore?
In che modo? Posso solo dire come e cosa ho fatto io. Ho iniziato a fare la cosa che, allโinizio, mi sembrava la piรน inutile: degustare il prodotto, studiando aroma, sapore, insapore, odori, corpo e via cosรฌ. Non limitandomi, perรฒ, a fare una fotografia dei sentori e degli odori, dei sapori erbacei o fruttati di una birra o un formaggio, ma cercando di arrivare a un’analisi piรน approfondita: analizzandone le diversitร , individuando le molecole che fanno la differenza e capendo cosa determina la presenza di queste molecole nella materia prima.
Perchรฉ queste domande? Perchรฉ se noi non sappiamo leggere la qualitร al momento della degustazione, se non riusciamo a distinguere le molecole interessate e che determinano le diverse sensazioni che abbiamo in bocca e, infine, se non siamo in condizioni di sapere quali fattori incidono sul livello di quelle molecole, allora la degustazione resta un esercizio interessante ma inutile.
Affinchรฉ il prodotto sia ripetibile, affinchรฉ ci siano le condizioni per programmare a tavolino il livello qualitativo del prodotto che vogliano coltivare, dobbiamo sapere queste cose. Ed รจ quello che ho fatto, indubbiamente aiutato dall’avere a disposizione le analisi chimiche di quel prodotto e di poter consultare la bibliografia disponibile.
Ho testato il metodo di degustazione con i formaggi e poi sono passato agli altri prodotti. Ho assaggiato decine di paste e di birre per riuscire a separare il ruolo della materia prima da quello della tecnica di produzione. E cosรฌ con la carne, lโolio, la pizza, il pane.
Per comprendere meglio questo approccio, il caso della birra รจ esplicativo perchรฉ vi si riesce, con relativa semplicitร , a separare gli elementi che fanno la specificitร di un certo prodotto, le molecole interessate e i fattori implicati. Procediamo con l’analisi.
Appena ci avviciniamo al bicchiere, ci viene incontro una nuvola piรน o meno densa di odori. Sappiamo che si tratta di molecole odorose, di monoterpeni e sequiterpeni, e che i responsabili sono i lieviti che il birraio immette nel mosto a seconda della sua ricetta; in qualche caso il luppolo.
A questo punto iniziamo a bere. Lโimpatto puรฒ essere piรน o meno intenso a seconda del tipo di malto, che influisce anche sul colore. Sentiamo comunque lโalcool e gli zuccheri, che servono a bilanciare la forza dellโalcool. Poi, spesso, arriva subito la saliva e lโamaro. I luppoli sono responsabili dellโamaro, quindi iso-alfa-acidi, e di alcune note odorose. Molte birre terminano con note dolci e in questo caso parliamo di destrine.
Non abbiamo ancora incontrato i fenoli, che nel vino sono considerati come responsabili del corpo e dellโeleganza. Nella birra, gli studiosi danno molta importanza ai fenoli per il loro potere antiossidante che puรฒ accreditare la birra come una bevanda utile nella protezione cardiovascolare. E il corpo? I birrai e gli stessi studiosi non danno molta importanza ai fenoli come responsabili del corpo anzi, stabilizzano i tannini con il PVPP (polivinilpirrolidone) perchรฉ i fenoli, polimerizzando, creano problemi alla limpidezza della birra.
Quindi la complessitร , la specificitร della birra dipendono dai lieviti, dai luppoli e dallโacqua. E lโorzo, che ne รจ il costituente principale? I birrai ne tengono poco conto. Hanno selezionato e scelto 4-5 varietร e pretendono solo che la granulometria sia quella giusta. Per cui il prezzo dellโorzo รจ unico per tutti e non si parla mai della sua qualitร . Conclusione: la birra si fa a partire dallโorzo ma questa materia prima conta meno che niente. E lo stesso vale per il grano, per il latte, la carne ecc. Ma se la materia prima non รจ tutta uguale, chi determina questa differenza e come la misuriamo?
Chi si occupa di agricoltura, chi – per mestiere – produce o utilizza un alimento, la prima cosa a cui dovrebbe essere interessato รจ il livello qualitativo della materia prima. Chi produce vino, a prescindere dal vitigno o nellโambito dello stesso vitigno, sa come organizzare i fattori di produzione per ottenere il livello qualitativo che ha deciso al momento di impiantare il vitigno. E cosรฌ abbiamo bottiglie di Cabernet da un euro o da mille euro. Niente avviene a caso e, salvo cattive annate, tutto รจ ben gestito. Dato per scontato che la materia prima deve essere ben lavorata, nel mondo del vino tutti danno per accettato che la qualitร si fa in vigna e che, se si vogliono raggiungere alti livelli qualitativi, si devono abbassare le rese per ettaro.
Nel resto dellโagricoltura, dal momento che il prezzo della materia prima รจ unico, vi รจ la corsa alla produzione. Si dร il premio alla vacca che produce piรน latte, gli animali piรน possenti sono indicati come buoni produttori di carne, le rese per ettaro dei cereali, dei legumi, dei fieni devono essere al massimo e se ne va orgogliosi. Tutto questo ha portato ad un appiattimento dei sapori e dei profumi, il pane non ha piรน odore, le paste hanno tutte lo stesso insapore, la frutta e verdura sono anonimi.
La regola del vino puรฒ valere per le altre materie prime? Se diamo per accettato che le regola della natura valgono per tutti e in qualsiasi luogo, allora non ci dovrebbe essere discussione, saremmo di fronte a un assioma. Ma poichรฉ qualche dato incomincia ad essere evidente e fortemente esplicativo, proviamo a fare il punto della situazioneโฆ
Il seguito alla prossima puntataโฆ Dal latte andremo alla scoperta di molecole che determinano odori eโฆ sapori / 2. continua
a cura di Roberto Rubino
ยฉ Gambero Rosso SPA 2025
P.lva 06051141007 Codice SDI: RWB54P8 Gambero Rosso registrazione n. 94/2021 Tribunale di Roma
Modifica impostazioni cookie
Privacy: Responsabile della Protezione dei dati personali – Gambero Rosso S.p.A. – via Ottavio Gasparri 13/17 – 00152, Roma, email: [email protected]
Resta aggiornato sulle novitร del mondo dell’enogastronomia! Iscriviti alle newsletter di Gambero Rosso.
ยฉ Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.
Made with love by Programmatic Advertising Ltd
Made with love by Programmatic Advertising Ltd
ยฉ Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati