Cibi vegani, sostenibili, africani, mocktail: erano questi alcuni dei trend gastronomici dellāanno preannunciati a fine 2019. ChissĆ , forse si sarebbero rivelati esatti, se solo il 2020 non fosse cominciato con una pandemia globale che ha costretto la maggior parte dei Paesi alla quarantena, con chiusura forzata di tutti i locali e tante restrizioni sulle uscite, spesa compresa. Rivoluzionando cosƬ le abitudini di consumo di tutti. In Italia, prima dellāemergenza Covid-19 cāera una tendenza sempre più solida a consumare cibi biologici, mangiare spesso fuori casa e ricorrere di tanto in tanto alle consegne a domicilio. In particolare, secondo il rapporto Fipe, i consumi fuori casa nel 2019 hanno rappresentato il 36% del totale, soprattutto colazione e pranzo.
Cucinare e mangiare a casa, ora, ĆØ lāunica soluzione. Dal 16 febbraio al 15 marzo scorso, sono stati spesi circa 750 milioni di euro in più al supermercato rispetto allo stesso periodo del 2019. Burro, zucchero, pasta, riso, farina e pelati sono stati i prodotti più acquistati, senza dimenticare il lievito, protagonista di tante ricette casalinghe divenuto ormai pressochĆ© introvabile. Una corsa agli scaffali che ha fatto aumentare la vendita in tutti i canali del 16,4% solo nella settimana che va dal 9 al 15 marzo, secondo i dati Nielsen sulla GDO (grande distribuzione organizzata). Latte uht a lunga conservazione (+62%), pasta (+65%), farina (+185%), uova (+59.6%) sono stati alcuni dei prodotti più acquistati a inizio quarantena.
Ingredienti base, quindi, fondamentali per fare in casa pane, focacce, dolci. Ma ĆØ aumentata anche la vendita di mozzarelle (+43,3%), di patatine (+31,3%) e affettati (+32,4%). Forse per via degli aperitivi casalinghi? O più semplicemente perchĆ©, in tempo di crisi, si tende a ricercare quei comfort food che rassicurano e danno gioia: snack, creme spalmabili, tavolette e barrette di cioccolato (questāultime hanno registrato un aumento del +21,9%). Vendite che sono continuate a crescere anche nella settimana successiva, ancora una volta allāinsegna di salumi e snack dolci e salati, tisane e gelati, oltre a tantissima mozzarella (+44.6%), probabilmente per via della ritrovata abitudine di preparare la pizza in casa.
Ma che ne ĆØ della tendenza verso unāalimentazione più sostenibile e con una componente vegetale significativa di cui si ĆØ tanto discusso a inizio anno? Secondo i dati forniti da Coop, nellāultimo mese la carne ĆØ tornata protagonista, con un aumento delle vendite del 20%, mentre il reparto ortofrutta ha registrato una crescita minore, del 16%. Calano poi le vendite di pesce (-8%), e continua a diminuire lāacquisto di verdure, maggiore a inizio quarantena. Vero protagonista dellāisolamento ĆØ stato però il vino, le cui vendite sono aumentate sƬ nei supermercati ma prima di tutto sulle piattaforme online, a cominciare da Tannico. Un aumento del 100%, con un incremento del 10% della frequenza di acquisto e del 5% del numero di bottiglie per ogni ordine. Le regioni che hanno comprato più vino? Quelle colpite maggiormente dal virus, dalla Lombardia allāEmilia, passando per Piemonte e Veneto.
Un ruolo centrale in quarantena, infatti, lo ha avuto anche il delivery. Non solo di alcolici, ma di tutti i generi alimentari. Spesa online al supermercato, al discount, e poi consegne da negozi di ortofrutta, macellerie, pescherie: secondo ISMEA giĆ nellāultima settimana di febbraio gli acquisti online sono aumentati dellā81%, per arrivare al 97% nella seconda settimana di marzo. Lo confermano anche piattaforme di delivery di frutta e verdura biologica, come Zolle a Roma o Cortilia a Milano, che giĆ da prima del decreto avevano ricevuto un aumento di ordini notevole.
Ć proprio il delivery ā insieme alle generali abitudini di consumo ā a essere ora al centro dellāattenzione di tante indagini di settore. Come lāultima elaborata dalla giornalista Lavinia Martini e dal fotografo Andrea Di Lorenzo, con il supporto dellāeconomista e statistico Francesco Berardini, pubblicata su Medium.com. Il campione preso in esame comprende 1000 persone residenti in Italia, con una demografia un poā sbilanciata a favore dei residenti nel Lazio, con una prevalenza di donne e unāetĆ distribuita soprattutto nella fascia 30-39 anni e 21-29 anni. Il 35% del campione ha dichiarato di mangiare fuori tra le 2 e le 3 volte a settimana, un altro 35% almeno 1 volta a settimana. Per il 52% la spesa media ĆØ compresa tra i 20 e i 35 euro e avviene perlopiù in pizzeria (58%) e ristoranti di cucina italiana (56%).
Insomma, andare al ristorante unāabitudine piuttosto radicata negli italiani, che sentono infatti la mancanza dei loro locali di fiducia. Quanto? āMoltoā per il 47% del campione, āabbastanzaā per il 38%. Il motivo? La convivialitĆ e poi, a seguire, il cibo, per ultimo il ādesiderio di fare nuove esperienzeā. Più interessante ĆØ però capire cosa avverrĆ dopo, quando finalmente i locali potranno riaprire: il 52% degli intervistati ha affermato di tornare subito nei ristoranti, il 15% ha risposto il contrario, mentre un 33% ĆØ ancora indeciso e ha risposto āForseā. Naturalmente, il motivo dellāincertezza ĆØ dato dalla paura del contagio, e anche dal ātimore che le attivitĆ non rispettino le norme igienicheā, come ha dichiarato il 44% del campione.
Nel frattempo, si procede con le consegne a domicilio, che coinvolgono il 57% degli intervistati, di cui il 55% dichiara di usufruire di servizi di delivery meno di 1 volta a settimana, mentre il 36% almeno 1 volta a settimana (sia da piattaforme di delivery che direttamente dalle attivitĆ ). Fra questi, il 65% utilizzava il delivery anche prima dellāemergenza, mentre il restante 35% si ĆØ approcciato ora per la prima volta a questo tipo di servizio. Il 59%, infine, afferma che continuerĆ ad affidarsi allāonline anche dopo lāemergenza. Protagonista delle consegne ĆØ la pizza (ordinata dal 75,5 % degli intervistati), seguita da cibo straniero, generi alimentari, hamburger e panini. Probabilmente i pasti più desiderati, una volta che i locali potranno finalmente riaprire i battenti.
Per leggere lāanalisi completa La ristorazione e il delivery durante lāemergenza Covid-19
a cura di Michela Becchi
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