Estate, tempo di gelato ma anche di bilanci. ร ora di iniziare a tracciare i numeri di uno dei settori piรน interessanti del panorama gastronomico italiano, un comparto che cresce a poco a poco, e che continua ad alzare l’asticella della qualitร , regalando un prodotto sempre piรน completo, come dimostra ogni anno la guida Gelaterie d’Italia, che raduna i migliori artigiani del freddo della Penisola. I dati dell’Osservatorio di Italian Exhibition Group sono positivi: crescita del 6% per le catene, alta attenzione all’export. In particolare, Asia e Nord America sembrerebbero essere le nuove frontiere del gelato artigianale, come conferma l’Osservatorio Sigep: puntano all’estero i tre quarti dei macchinari per la produzione di gelato, con una ripresa del mercato tedesco e l’exploit della Corea del Sud.
“Il gelato รจ metereopatico“, osserva Roberto Leardini, presidente del Gruppo Prodotti per gelato di Unione Italiana Food. E per questo “segue la bella stagione a tutte le latitudini“: ecco allora che si registra una crescita significativa in Medio Oriente, un trend iniziato giร prima della pandemia. E se da Cina e Sud Est asiatico continuano ad arrivare segnali positivi, anche Stati Uniti ed Europa si mostrano attivi: “Il mercato europeo totalizza circa il 60% dei nostri volumi di produzione“. Terzo mercato europeo per il gelato artigianale รจ la Spagna, preceduta dalla Germania, ma lavora bene anche la Polonia. Ora รจ il momento di investire, con una “promozione struttura e sostenuta che parta dall’ICE e arrivi alle aziende, passando per le Camere di Commercio“.
Nonostante le restrizioni legate alla pandemia e la generale crisi del settore dovuta all’emergenza sanitaria, la prima metร del 2021 ha portato buoni risultati per il mondo del sottozero in Italia, come ricorda Marco Cavedagni, presidente di ACOMAG, l’associazione che raduna i costruttori italiani di macchine per gelaterie, “ci attendiamo un rimbalzo a due cifre“. Buone nuove da Carpigiani, che racconta nell’anno 2020/2021 l’export dei macchinari ha raggiunto il 90% a valore della produzione, soprattutto in Corea del Sud, Stati Uniti e Regno Unito. Sempre Carpigiani, poi, ha monitorato l’andamento dei corsi di specializzazione e le aperture commerciali, grazie alla sua Gelato University: 6mila gli iscritti nei 20 campus del mondo, di cui 2.500 in quello di Bologna.
Procede bene anche il fronte catene, come spiega Antonio Verga Falzacappa, fondatore di Sistema Gelato, che accompagna le realtร del settore nei processi di capitalizzazione: “Negli ultimi 18 mesi รจ emerso un saldo positivo del 6%, pari a 36 unitร su scala globale. Se teniamo conto che questi investimenti, tra aperture dirette e affiliazioni, si pianificano con almeno un anno in anticipo, possiamo concludere che se non vi fosse stata la pandemia la crescita del settore sarebbe stata piรน sostenuta“. Da non sottovalutare, poi, il dinamismo dei marchi italiani come Venchi e La Romana, che crescono soprattutto in Medio Oriente.
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