Parte da Milano la storia di Peck che ha da poco posato la prima, importante bandierina fuori il capoluogo meneghino. ร la prima volta che l’insegna, oggi capitanata da Leone Marzotto (la famiglia Marzotto l’ha rilevato nel 2011), varca i confini cittadini, primo assaggio di una possibile espansione che vorrebbe portare il marchio – uno dei simboli del buon mangiare in salsa milanese โ in giro dentro e fuori l’Italia.
Al negozio storico di Via Spadari, in piedi giร dal 1883 – l’ammiraglia della famiglia Peck con 4mila metri quadrati tra laboratori e negozi di vendita con due ristoranti โ si sono aggiunte altre insegne, nel 2018 a City Life e l’anno successivo a Porta Venezia, con un locale dedicato alla gastronomia con i prodotti in arrivo proprio dai laboratori di via Spadari. โAnche se ogni locale ha una sua cucina, ce ne รจ una centrale, รจ grazie a quella che possiamo assicurarci ovunque la qualitร di prodotti, lรฌ selezioniamo e lavoriamo la materia prima, e abbiamo una squadra solidissima: il macellaio che riceve e lavora la carne รจ lรฌ da 30 anni, altri sono con Peck da 15, impossible pensare di avere in ciascun piccolo Peck che apre, questo tipo di professionalitร โ.
Durante il lockdown ha giocato un ruolo decisivo il delivery โ sia con mezzi propri, per cucire un servizio su misura della clientela, che attraverso la piattaforma Cosaporto โche assicura un livello di servizio adeguato al livello di Peckโ – e ora si consolidano ricerca di prodotti e servizi. E non solo.
Oggi, passato il momento piรน duro della pandemia, Marzotto riprende in mano il progetto di espansione di cui ci aveva giร anticipato tempo fa. โQuesta di Forte dei Marmiโ spiega Leone Marzotto โรจ una apertura molto importante nell’ambito della nostra strategia imprenditorialeโ, vero banco di prova della capacitร di portare fuori Milano lo stesso livello qualitativo nei prodotti e nei servizi cui Peck ha abituato i suoi clienti. โAnche se non abbiamo un piano che prevede chissร quante aperture, valuteremo altre opzioniโ. Che sia la Costa Azzurra o qualche altra localitร di villeggiatura invernale o estiva, oppure una capitale europea: โla nostra mira รจ mantenere gli standard qualitativi, รจ un lavoro complesso, devono esserci delle condizioni preciseโ. Ma non manca l’interesse di potenziali investitori per franchising o partnership, in Europa, negli Emirati o negli Stati Uniti, โma la prima condizione รจ che ci sia un partner capace, con un po’ di know how, paradossalmente รจ piรน facile aprire direttamente perchรฉ possiamo garantire che tutto sia come lo vogliamo noi: personale, prodotti, cucina. Ora, siamo sicuri che ogni piatto รจ uguale in tutti i locali, anche in Toscanaโ.
โEra da un po’ che pensavamo di portare Peck in vacanza, quando ci si concede alle gioie del palato piรน volentieriโ continua โlo scorso anno abbiamo trovato qui le condizioni ideali per aprire il primo locale fuori Milanoโ. Forte dei Marmi rappresenta l’emblema di un certo tipo di villeggiatura, meta com’รจ di un turismo quieto e rilassato, simbolo del bon vivre e di un certo stile, lo stesso che caratterizza il salotto che si stringe intorno alla piรน famosa e consolidata gastronomia meneghina, โabbiamo scoperto che siamo piรน conosciuti di quanto ci aspettassimo. Forte dei Marmi รจ solo a 2 ore e mezzo da Milanoโ. E poiโ aggiunge โรจ una localitร in cui il flusso turistico non muore mai, anche se ci sono picchi a luglio e agostoโ.
Approdando in Versilia, Peck conferma la sua vocazione all’alta gastronomia, sperimentando un modello che potrebbe diventare un format replicabile anche altrove: vasta offerta di prodotti โ qui condensati in 6 metri di gastronomia e 3 di formaggi – 500 etichette vino di alto livello, 1000 prodotti confezionati a marchio Peck e poi macelleria e pasta fresca, uno spazio di 150 metri quadrati gestito da 6 persone fisse โ tutte in arrivo da Milano – cui si aggiungono secondo esigenza alcune figure in prestito da via Spadari: โla nostra forza รจ poter reclutare anche oggi per domani i grandi professionisti che abbiamo negli altri locali: siamo molto elasticiโ. Dalla sede centrale arrivano anche alcuni prodotti e piatti pronti, โnon siamo cosรฌ lontani, possiamo contare su consegne frequenti con i mezzi refrigeratiโ.
Nei primi giorni di apertura si sono alternati grandi classici e nuove proposte studiate per l’occasione, per esempio a base di arselle, โil nostro spaghettino freddo al caviale crediamo potrร diventare un signature dishโ. Piatti pronti, ma niente ristorazione, almeno per quest’anno: โAbbiamo uno spazio esterno di 50 metri quadrati a nostra disposizione: il prossimo anno ipotizziamo qualche forma di somministrazione. Del restoโ continua โabbiamo sdoganato il concetto di mangiare in gastronomia a Milano nei piccoli Peck, credo che sia una formula che ancora manca sul mercato, mentre di ristoranti e trattorie ce ne sono a migliaiaโ: un posto in cui mangiare un ottimo culatello o un plateau di formaggi a latte crudo con un grande vino abbinato, insomma: โcredo manchino posti dove mangiare in modo easy puntando sulla grande qualitร ma senza alcuna pompositร โ.
โLa veritร รจ che la vendita รจ il nostro core business: รจ naturale per noi orientarci su quello per cui siamo conosciuti e riconosciutiโ. Insomma Peck รจ piรน negozio che ristorante, ma ha una storia di lungo corso con esperienze che vanno dal panino al ristorante d’autore โรจ vero, la ristorazione di qualsiasi tipo fa parte del nostro savoir faire, ma credo che nella gastronomia ci si riconosca una leadership. E oggi vogliamo puntare a un’esperienza non formale, di altissimo livello per la qualitร e il servizio, ma spogliata da certi aspetti che in alcuni contesti possono essere dei fronzoliโ. Insomma: una ristorazione pop, ma a prova di gourmet. Sono lontani i tempi in cui a Peck si associava il nome di uno dei nostri maggiori chef, quel Carlo Cracco che ancora non aveva raggiunto le platee televisive. Nessuna idea di tornare su quei passi? โLa ristorazione di lusso ha codici diversiโ fa โma in realtร non escludiamo di avere di nuovo, un giorno, un ristorante gastronomico e ripercorrere quella strada lรฌโ. Il pensiero corre ovviamente allo store al Duomo: โpotrebbe essere una ipotesi, ma tenendo le cose ben distinte: l’esperienza di acquisto in negozio e quella ristorativa sono molto diverseโ.
โPrima bisognerebbe trovare lo chef giusto, uno che sia anche un po’ imprenditore; secondo le nostre esperienze i migliori ristoranti sono quelli in cui c’รจ lo chef patron, coinvolto a 360 gradi nel ristorante e non solo nella cucinaโ. Impossiible strappare un nome: โci sono tanti chef bravissimi che mi piacciono, ma il punto รจ un altro: mi piacerebbe qualcuno sempre presente e non impegnato anche in altri localiโ. Niente consulenze, dunque: โal contrario, siamo desiderosi di incontrare chef che credono in quel che fanno al punto di reinvestire ed essere partner del progettoโ.
Peck – www.peck.it
a ura di Antonella De Santis
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