Parlare di transizione ecologica significa perseguire i principi di uno sviluppo sostenibile che oggi sembra piรน che mai improcrastinabile per progettare un futuro migliore. La pandemia ha mostrato in modo ancor piรน lampante quanto questo obiettivo, cardine dell’Agenda 2030 stilata dall’Onu, sia una prioritร . E l’Italia, che nel 2021 si troverร a guidare il G20, dovrร spendersi per rilanciare l’azione sui finanziamenti allo sviluppo sostenibile, mobilitando cittadini, imprese e istituzioni. In questo quadro, c’รจ giร chi non manca di far sentire il proprio contributo.
In Italia, un’impresa agricola su tre รจ gestita da donne: il 32% delle attivitร censite nel comparto (361.420 aziende su un totale di 1.145.680) sono a conduzione femminile. Lโagricoltura โin rosaโ conta 234.000 donne su un totale di 872.000 addetti (il 26,8%), ma il dato piรน rilevante รจ legato alle cosiddette aziende multifunzionali, impegnate in prima linea per rispondere al bisogno della societร di cibo genuino, prodotto con pratiche rispettose dellโambiente, di servizi alla persona, di inclusione sociale e di attenzione alla tutela delle tradizioni e delle biodiversitร locali: in questo caso, la percentuale di donne al comando aumenta. Il mondo dell’agriturismo virtuoso, delle fattorie didattiche e sociali, della filiera chiusa improntata a trasformazione e vendita diretta di prodotti di fattoria รจ dunque in buona parte appannaggio dell’imprenditoria femminile, che si รจ particolarmente distinta anche durante la pandemia, sviluppando azioni di contrasto alla crisi aperta dall’emergenza sanitaria. ร quanto emerge dal rapporto presentato dal WWF in occasione dell’International Day of Rural Women, che si รจ celebrato di recente.
Questa propensione all’innovazione e alla multifunzionalitร , spiega il report, รจ dovuta al fatto che le donne non percepiscono l’azienda solo come fonte di reddito, ma anche come stile di vita. Ecco perchรฉ, titola l’indagine, โla transizione ecologica del sistema agricolo oggi รจ donnaโ. E questo in un contesto giร di per sรฉ meritorio per l’Italia, che in ambito europeo รจ il Paese che piรน di ogni altro pratica lโagricoltura multifunzionale: sono 22.661 di aziende agrituristiche autorizzate ad operare in Italia (il dato si riferisce ancora al 2016, ma il trend negli ultimi anni รจ in crescita costante), e in questo segmento le attivitร a conduzione femminile incidono per ben il 39%. In termini di valore economico, dunque, l’Italia, con oltre 4,9 miliardi di euro, detiene il primato per valore della produzione delle attivitร di servizi forniti dallโagricoltura multifunzionale, seguita dalla Francia e Germania. Ma cos’รจ una azienda agricola multifunzionale? Un’attivitร che promuove pratiche di lavoro basate sulla tutela e la valorizzazione del capitale naturale (rigenerazione del suolo, biodiversitร ), definendo al contempo nuovi servizi (turistici, didattici e sociali), focalizzati su azioni nel settore della tutela e della fruizione dellโambiente e nella promozione di inclusione sociale. In primis, fattorie didattiche e aziende che praticano agricoltura sociale, che, ripetiamolo, in Italia sono in buona parte guidate da donne.
Inoltre, incrociando i dati relativi agli ultimi anni, le aziende a conduzione femminile risultano moltoย efficienti anche nellโutilizzo dei fondiย della Politica Agricola Comune dellโUnione Europea (PAC) e registrano un’incidenza percentuale maggiore in termini di crescita dei rendimenti economici (qui il dato รจ nuovamente legato al 2016). Nonostante questo, le imprenditrici che vogliono aprire una loro attivitร hanno spesso difficoltร a reperire terreni in zone ad alta redditivitร e questo le costringe a ripiegare verso zone svantaggiate, penalizzate per giunta anche da complicazioni elevate per avere accesso al credito. In tutto il mondo, le donne rurali rappresentano oltre un quarto della popolazione globale e sono un potente vettore di cambiamento, anche se le diseguaglianze di genere spesso gli impediscono di esprimere a pieno le loro potenzialitร .
a cura di Livia Montagnoli
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