Come è cambiato il ruolo del sommelier in un ristorante

14 Feb 2020, 15:59 | a cura di
Come è cambiato il ruolo del sommelier in un ristorante? Quali sono le nuove tendenze nelle proposte? Quanto è importante una giusta comunicazione? Lo abbiamo chiesto a tre importanti sommelier italiani e a un grande ristoratore che nella sua trattoria ha puntato tanto su una carta dei vini divertente e completa.

Andiamo alla scoperta dei relatori che parteciperanno al convegno del Gambero Rosso “Vino 4.0. Distribuzione, comunicazione, promozione, strategie e protagonisti a confronto”. La parola tocca ai sommelier e ai ristoratori.

Oggi il cliente è molto preparato

“La cosa fondamentale è imparare di continuo e non smettere di aggiornarsi - ci dice Alberto Piras, sommelier de Il Luogo di Aimo e Nadia di Milano - Anche e soprattutto perché ormai il cliente è molto attento. Ed è anche per questo che la comunicazione gioca un ruolo di fondamentale importanza. In più noi stiamo molto attenti ad alcune politiche, come quella dei prezzi (il vino di partenza ha un costo di 45 € la bottiglia, quindi davvero accessibile se pensiamo a un ristorante di questo calibro ndr.), così come diamo molto spazio, tramite Enomatic, al servizio del vino al bicchiere”.

Assolutamente concorde sulla formazione anche Rudy Travagli, da anni sommelier e ora anche direttore di Enoteca La Torre a Roma: “La preparazione è fondamentale, a tal punto che da un po’ di tempo anche i camerieri di sala vogliono cimentarsi nel mondo del vino, si iscrivono ai corsi e fanno degustazioni, così come si approcciano al mondo del bere miscelato. Insomma, vogliono essere completi, consci del fatto che il cliente è sempre più preparato rispetto al passato. Un tempo – prosegue Travagli – chi faceva i corsi da sommelier faceva altro nella vita, erano degli appassionati che volevano solo capirne più di vino. Ora mi sembra e lo spero, le cose siano cambiate, e siano tante le persone che studiano per fare questo mestiere”.

E vuole andare al di là della regione e dei confini nazionali

È al servizio del cliente la proposta di Mauro Rastelli, titolare del ristorante trattoria Al Capanno a Spoleto (premiato con i Tre Gamberi dalla Guida del Gambero Rosso). “Il ristorante della tradizione è rimasto, anzi oggi gode di una bella fama. Ma sui vini ci si è evoluti e soprattutto in posti come il mio tanti clienti vogliono bere al di fuori della regione o addirittura della nazione. È per questo che, spinto anche da una mia passione personale, ho voluto fare una carta nutrita, che spazia su tanti territori diversi, che va incontro a tanti grandi vini, così come a bravi artigiani. E non mancano gli appassionati che chiedono Piemonte, Toscana, ma anche Francia, Spagna, Germania o Austria".

È sicuramente di stampo più internazionale la clientela dell’Imago, celebre ristorante dell’hotel Hassler di Roma. È diretto da Marco Amato, che qui ci lavora da quando aveva 23 anni. “I nostri clienti arrivano da tutto il mondo e sono molto preparati. Devo dire che soprattutto gli italiani hanno alzato la conoscenza del vino, si parla e si interagisce con loro con maggiore facilità. Detto ciò - prosegue - è importante approcciarsi ai clienti capendo le loro esperienze, la loro cultura, i loro gusti. Solo così riusciremo a fare un lavoro su misura, sartoriale. Ricordiamoci che dobbiamo ascoltare il cliente perché l’obiettivo e farli felici. Non è sempre semplice, ma è anche l’aspetto bello e avvincente del nostro lavoro”.

a cura di Giuseppe Carrus

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