Non sembrano cosรฌ lontani i tempi in cui il circuito enoturistico italiano tornerร a contare 14 milioni di visite e un giro dโaffari di 2,5 miliardi di euro annui. Questi numeri appartengono al periodo pre-crisi, in particolare al 2019. E pensare di riagguantarli, considerando lโattuale contesto economico, sembrerebbe quasi velleitario. Tuttavia, il miglioramento del clima di fiducia rispetto al 2020 sta portando il settore a credere nella possibilitร di ripartire con grande rapiditร . Una prova della tenacia e della volontร di viaggiare nuovamente ai vecchi ritmi รจ contenuta nel XVIII Rapporto sul turismo del vino, presentato al Vinitaly 2022 da Cittร del vino, Donne del vino e Associazione Puglia in piรน.
Le anticipazioni dello studio, che sarร presentato a Roma nei prossimi mesi, dicono che sei Comuni su dieci, tra quelli aderenti alle Cittร del vino, considerano la pandemia un fenomeno temporaneo e che il 57% di essi prevede un ritorno ai grandi numeri giร entro il 2022. Per i piรน pessimisti, pari a un 29%, ci sarร da attendere tutto il 2023. Anche il ruolo delle istituzioni sarร fondamentale. I padiglioni di Veronafiere sono stati la sede piรน opportuna per chiedere al Governo e al Ministro delle Politiche agricole lโistituzione di una cabina di regia formata dalle migliori competenze nellโenoturismo.
La crisi pandemica ha stimolato il comparto italiano che si รจ riposizionato e riadattato, sviluppando i concetti di creativitร , digitale, sostenibilitร , anche grazie a un ruolo sempre piรน primario dellโuniverso femminile. I dati raccolti da Nomisma-Wine Monitor tra fine gennaio e febbraio 2022 su 92 Comuni italiani e 150 aziende (metodo Cawi) hanno consentito di cogliere il sentiment dei Comuni sulla ripartenza e, allo stesso tempo, di tracciare uno spaccato dei cambiamenti incorsi in questi due anni.
Per quanto riguarda lโobiettivo ripartenza, dopo una pandemia che ha impattato negativamente sui bilanci per il 65% dei Comuni aderenti a Cittร del vino, la ripresa รจ ritenuta possibile tra 2022 e 2023. Spostando il focus dal Comune allโambito nazionale, gli intervistati nel sondaggio Nomisma sono meno ottimistici, prevedendo livelli pre-Covid nel 2022 nel 49% dei casi, contro un 33% che rimanda il tutto al 2023. Considerando i mezzi per raggiungere tali obiettivi, i sindaci delle Cittร del vino indicano soprattutto tre azioni: il 91% ritiene strategico avere un piano di promozione e comunicazione, lโ85% circa chiede fondi a sostegno dei Comuni e delle aziende vitivinicole, il 62% รจ interessato alla novitร degli incentivi fiscali a favore degli enoturisti.
Lโidentikit aggiornato dellโenoturista รจ quello di un giovane sotto i 35 anni (60%), in prevalenza cittadino (75%), con un alto livello di istruzione (95%) e un reddito superiore alle medie (84%). Ama le esperienze dirette, unisce il vino alle risorse del territorio (79%), รจ digital (77%), sceglie lโaria aperta (73%), i tempi brevi (71%) ed รจ un turista di prossimitร (67%). Allo stesso tempo รจ internazionale (66%), aperto alle generazioni (59%) e sempre piรน al femminile (57%).
Quanto spende mediamente un enoturista in Italia? Lโacquisto medio si colloca tra 50 e 100 euro, secondo Cittร del vino, e solo il 18% spende piรน di 100 euro. Da segnalare che questo tipo di esperienze a prezzo piรน alto, la vera novitร post-Covid secondo Cittร del vino, si trovano piรน al centro e al Sud Italia (42%) rispetto al Nord Ovest (24%). Sono le cantine piรน grandi (62%) a mettere in piedi le animazioni piรน costose ed elaborate, rispetto al 32% delle piccole imprese.
Sui territori, le proposte del Nord si basano sulla capacitร di spesa dei clienti, mentre al centro sulla motivazione di viaggio. Lโenoturismo appare piรน destagionalizzato nel Nord Ovest, anche grazie al movimento che ruota attorno al tartufo. Al Sud รจ piรน concentrato dโestate. Appena lโ8% delle cantine italiane apre le porte tutto lโanno. Per le piccole e le medie imprese lโattivitร enoturistica pesa rispettivamente per il 14% e per il 12% del fatturato totale.
Degustazione (99%), vendita diretta (96%) e visita guidata (94%) rappresentano ancora oggi i capisaldi dellโospitalitร enoturistica. Cโรจ un 33-40% di cantine che offre anche pasti, pernottamenti o attivitร agrituristiche. Meno del 20% offre corsi di cucina ed esperienze di vendemmia. E quelle piรน restie a implementare lโofferta, secondo il Rapporto, sono le cantine del Nord Ovest, rispetto a quelle del centro Italia che appaiono piรน strutturate: la visita, infatti, รจ spesso arricchita dallโofferta di prodotti tipici, trekking, escursioni ai centri dโarte nei dintorni, corsi di cucina e benessere.
Il tipo di cliente determina il tipo di offerta e la sua diversificazione. Nel Nord, in generale, รจ scarsa la propensione a uscire dallo schema visita, assaggio e vendita (42% nel Nord Est e 47% nel Nord Ovest); al Sud, oltre sei aziende su dieci pensano a incrementare il numero di esperienze. In generale, sono le grandi cantina a organizzare attivitร ad hoc per gli stranieri (77%) che frequentano soprattutto Nord Ovest (45%) o Sud e isole (29%) rispetto al Centro Italia dove dominano gli italiani di altre regioni (45%). In questo quadro, secondo lo studio, la forbice fra aree dโItalia dove lโaccoglienza in cantina รจ piรน diversificata e quelle dove si esprime su modelli ripetitivi, anche se con standard eccellenti, rischia di allargarsi e aggravarsi in futuro.
Toscana, Piemonte, Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia sono le regioni preferite, nellโordine dalla prima alla quinta; ci sono Sicilia e Puglia al sesto e settimo posto nella classifica del gradimento dellโenoturista, che si muove attratto, prima di tutto, da cultura e arte, paesaggio, poi dalla qualitร e notorietร dei vini, dalla capacitร di accogliere gli stranieri e dalla varietร dei territori.
Le presenze straniere sono a provenienza europea, con la Germania seguita da Svizzera, Paesi Bassi, Belgio e Austria. ร chiaro che si nota lโassenza dei turisti statunitensi, di cui ha sofferto in particolar modo la Toscana. La regione capofila del turismo del vino italiano ha perso, causa pandemia, il contributo della sua tradizionale clientela alto spendente. Motivo per cui il valore medio degli scontrini delle cantine vede in testa il โPiemonte e dintorniโ e il Centro Italia solo in seconda posizione, seguito dal Nord Est.
Fonte: XVIII Rapporto sul turismo del vino
Piรน donne nel vino sia dal lato dellโofferta sia da quello della domanda nel post-Covid. Ed รจ stato un bene in entrambi i casi. Nel primo, le donne occupano, come รจ noto, ruoli nel marketing e nella comunicazione (80% degli addetti) e nelle attivitร prettamente enoturistiche (quota del 75%). Per metร lavorano nel commerciale (51%) mentre scendono al 14% in vigna e in cantina. Il XVIII Rapporto di Cittร del vino evidenzia una crescita del pubblico femminile anche tra i visitatori delle cantine, sebbene non come la classe dei millennial. Alla maggiore presenza di enoturisti donne le cantine hanno risposto con nuove proposte ad hoc, concentrate soprattutto nelle grandi cantine (77%) e nel Sud Italia (58%).
Il rilancio enoturistico del 2022, secondo i pareri dei Sindaci delle Cittร del vino, passa per diversi fattori chiave, tra cui la gestione della sostenibilitร ambientale, economica e sociale (93%), la tutela del paesaggio rurale (91%), lโaccessibilitร dei territori afferente a strade, parcheggi, servizi per disabili (89%), la connettivitร a banda larga (80%) e la pianificazione territoriale e urbanistica (75%). Gli aspetti critici, da migliorare, riguardano proprio la formazione del personale enoturistico in ambito informatico (92%), lโorganizzazione dei servizi turistici (85%) la capacitร di accogliere gli stranieri (77%).
Considerando il rapporto tra Cittร del vino e filiera vitivinicola, i punti qualificanti riguardano la formazione del personale, i corsi di accoglienza e degustazione, servizi commerciali e marketing per lo sviluppo dellโenoturismo, corsi di lingue straniere e competenze digitali. In materia di governance, le Cittร del vino indicano, secondo il sondaggio Nomisma, la varietร di vitigni e vini (97%), i paesaggi e la bellezza dei territori (96%), la varietร e la qualitร gastronomica (95%) e i contesti storico-artistici (90%).
Lara Loreti, Donatella Cinelli Colombini, Stefano Patuanelli, Dario Stefร no, Angelo Radica
Angelo Radica, presidente di Cittร del vino, ha chiesto al ministro per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli, una cabina di regia per lโenoturismo. โร fondamentale e i tempi sono maturi per costituirla e rilanciare con una visione dโinsieme il turismo del vino, un settore che puรฒ decollare con la fine della pandemiaโ. Radica immagina una squadra di esperti, uomini e donne, dei settori pubblico e privato, scientifico e aziendale. Appello condiviso da Donatella Cinelli Colombini, presidente delle Donne del vino: โVorremmo un centro che studi, indirizzi e promuova quello che appare un settore nuovo e performante del business agricolo. Le nostre imprenditrici agricole vogliono far parte di questa squadra per portare idee e valoreโ.
โQuesta tipologia di turismoโ รจ il commento del senatore Dario Stefร no โdimostra di essere una straordinaria leva per la paritร di genere in ambito salariale. In modo quasi paradossale, proprio in quel settore primario da sempre retaggio e appannaggio maschile, si conferma la crescita della presenza femminile soprattutto nella parte relativa al commercio e alla promozione che porta a significativi risultati in ambito di gender pay gapโ. Ma se lโItalia vorrร crescere ancora in questo comparto, dovrร fare di piรน a iniziare dalle Regioni, che dovrebbero fare finalmente squadra in materia di formazione professionale โtroppo spesso ancora tarata su figure non utili alle nuove filiere produttiveโ.
a cura di Gianluca Atzeni
foto di copertinaย di Chetan L da Pixabay
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