Degustare vini italiani a quasi 20mila chilometri dai nostri confini ha un sapore diverso. Se poi si tratta di andare in Oceania, portando il meglio del Prosecco Doc, proprio lรฌ dove da anni il Prosecco รจ al centro del dibattito, diventa ancora piรน stimolante.
Il Worldtour del Gambero Rosso questa volta ha fatto tappa in Nuova Zelanda e Australia: due isole vicine, ma distanti nel loro approccio al vino. E lo dimostra anche il loro atteggiamento nei confronti del caso Prosecco. LโAustralia non riconosce la Doc italiana e continua a produrre, noncurante, il proprio Prosecco; la Nuova Zelanda pochi mesi fa ha riconosciuto la denominazione italiana, decidendo di bloccare nei prossimi anni le importazioni di Prosecco australiano, giร bandite da anni allโinterno dellโUnione Europea.
Nei giorni del tour, abbiamo provato a capire perchรฉ il Governo australiano continui a non riconoscere il Prosecco Doc come una denominazione di origine geografica protetta. La motivazione รจ nella produzione locale di Prosecco, sospinta soprattutto da italiani di prima, seconda e terza generazione, per un giro di affari oltre i 200 milioni di dollari. Viceversa, le importazioni in Australia di Prosecco italiano hanno toccato nel 2022 i 9 milioni di bottiglie.
Le negoziazioni tra Unione Europea e Australia vanno ormai avanti da cinque anni, al centro del Free Trade Agreement ci sono anche altri nodi, come la feta greca, il prosciutto di Auvergne o il Queso Castellano. Secondo le fonti ufficiali, il trattato dovrebbe essere siglato entro la fine del 2023, le parti sono ancora distanti.
โNel 2009, con lโistituzione della Doc Prosecco, รจ stata riscritta la storia di punto in bianco. Prosecco รจ stato sempre il nome della varietร , giร dal 1700 e la cittร di Prosecco non ha nulla a che vedere con la produzione del vino. Ci sono tante ricerche che confermano questo percorso, non vedo perchรฉ i produttori australiani debbano stravolgere il loro modo di lavorare sulla base di tutto questoโ, ci dice in maniera perentoria Michael Tierny del portale di wine finder Awesomme, durante la masterclass di Melbourne.
In questa direzione la ricerca condotta dalla Monash e Macquarie University. โLโevidenza รจ lampante, il termine Prosecco รจ stato per secoli il nome per la varietร . Proteggere la parola come un indicatore geografico รจ uno sforzo cinico di evitare la competizione da parte dei produttori australianiโ, sostiene il professore Mark Davison della Monash University.
โSe il Governo australiano rinuncerร al nostro diritto di chiamare la varietร con il suo nome, ci sarร un impatto devastante per i viticoltori e produttori in piรน di 20 regioni dellโAustralia. In questo momento non stiamo prendendo in considerazione nessuno scenario di questo tipoโ, rincara Lee McLean dellโAustralian Grape & Wine Association, nella recente intervista della giornalista italiana Francesca Valdinoci.
Il tour del Gambero Rosso รจ stata anche lโoccasione per il Consorzio di spiegare perchรฉ il Prosecco รจ solo quello italiano, regolarmente riconosciuto come denominazione di origine protetta.
โNel 2009 si รจ posta una pietra miliare nella storia del Proseccoโ spiega direttamente da Auckland il presidente del Consorzio Prosecco Doc Stefano Zanette โUna storia che, spiace deludere gli amici australiani, trova il suo fondamento scritto in un documento del 1715. Un testo che puรฒ essere considerato una sorta di paleo-disciplinare, che non parla di varietร e che testimonia come, quel vino, con quel nome, che riferiva ad un particolare territorio, godeva di una notorietร tale da spingere altri ad appropriarsi impropriamente di quella che la legislazione moderna identifica, in oltre 60 Paesi nel mondo, come unโindicazione geograficaโ.
La posizione del Consorzio รจ, quindi, chiara: nessun compromesso che possa in qualche modo contrarre o limitare i risultati raggiunti: โMeglio non si giunga ad un accordo piuttosto che si ceda ad un cattivo accordoโ. Dโaltro canto, dopo che Cina e Nuova Zelanda hanno riconosciuto il Prosecco Doc, lโAustralia rimane lโunico grande Paese a restare sulle sue posizioni. โAvremmo ritenuto assolutamente ragionevole una soluzione non dissimile da quella neozelandese, che desse loro modo di individuare come valorizzare le loro produzioni nellโambito delle loro denominazioniโ continua Zanette, che poi affonda: โPer gran parte dei consumatori il Prosecco รจ quello che nasce in Italia. Cosa che gli australiani sanno bene, tanto da utilizzare molto spesso, in modo parassitario, riferimenti al nostro Paese.
a cura di Lorenzo Ruggeri
L’articolo completo รจ stato pubblicato sulย Settimanale Tre Bicchieri del 25 maggio 2023
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