ร stato un weekend di attesa per la ristorazione italiana. Sciolta, in una domenica mattina che ha concretizzato le nuvole che si addensavano all’orizzonte, dall’ultimo dpcm sancito dal governo Conte. Si chiuderร alle 18, dunque, con la possibilitร di aprire anche nel fine settimana; di fatto, perรฒ, questo per la maggior parte dei ristoranti significherร fare servizio solo a pranzo, integrando con l’asporto e il delivery a cena. E in queste ore di grande incertezza, mentre i pensieri si fanno piรน scuri, la categoria cosรฌ fortemente danneggiata dal provvedimento (non รจ l’unica: basti pensare a teatri, mondo degli eventi e dello sport amatoriale) si aggrappa alla speranza che gli indennizzi promessi โ il ristoro cui Conte ha fatto riferimento in conferenza stampa โ siano sostanziali e arrivino in tempi brevi. Reagiscono intanto – e fanno sentire una voce autorevole che non cede all’isteria del momento โ le figure piรน carismatiche del settore.
Lo fa con un lungo post Niko Romito, prima di accingersi a completare l’ultimo servizio serale, colto da โun misto di rabbia, frustrazione e pauraโ per il futuro suo e dei suoi ragazzi. โTanti di noi non avranno la forza di reggere alla scelta del governo di far chiudere bar e ristoranti alle 18 e di costringere un intero settore a rinunciare per un periodo di tempo probabilmente indeterminato a ben piรน del 50% del proprio fatturato. Non sarร sufficiente per molti di noi il โcospicuo sostegnoโ promesso dal governo per poter affrontare questa seconda traversata nel deserto nel giro di neanche otto mesi. La ristorazione italiana con questa decisione subirร un colpo letale. Per molti di noi quella di ieri รจ stata l’ultima cenaโ, scrive senza mezzi termini. E ricorda il senso di responsabilitร con cui buona parte del comparto ha accolto negli ultimi mesi tutte le precauzioni necessarie a lavorare in sicurezza per sรฉ e per i propri ospiti: โDopo la fine del lockdown la gran parte degli imprenditori del nostro settore ha riaperto investendo in termini di procedure, protocolli e strumentazioni per garantire ai propri clienti un’esperienza in piena sicurezza. Allo stesso modo abbiamo fatto per i nostri dipendenti: test settimanali di controllo, precauzioni, massima attenzione nella vita quotidiana fuori dal luogo di lavoro. Tutto questo non รจ stato sufficiente per instillare nei decisori pubblici lโidea che il nostro settore potesse garantire standard di sicurezza adeguati. I bar e i ristoranti scontano il pregiudizio di essere luoghi ad alto rischio di contagioโ. Ci sono il rammarico e l’amarezza, nelle sue parole, โMa allo stesso tempo cresce il desiderio di fare la nostra parte di cittadini e imprenditori, la nostra parte di membri della comunitร . Io lo farรฒ al meglio delle mie possibilitร , come sempre fatto in questi vent’anni di attivitร insieme a mia sorella Cristiana. Non sarร semplice, ma non รจ il momento di cedere allo sconfortoโ. Dunque i ristoranti del gruppo (il Reale di Castel di Sangro, Spazio a Milano e Roma, Alt) resteranno aperti nel rispetto delle disposizioni del governo.
Colto da uno stupore che cela amarezza รจ anche Ciccio Sultano, patron del Duomo a Ragusa Ibla: โAlle 18, di solito, apriamo per le pulizie. Sono senza parole, di fronte alla prospettiva che dovremo chiudere alle sei del pomeriggio. Tanta vale aprire solo per il pranzo o non aprire proprio. ร inaccettabile che, invece, di assumerci tutti una fetta di responsabilitร , si decida per la legge del taglione. Posso dire che, dal momento della riapertura a oggi, il mio Ristorante come chiunque si sia attenuto e abbia fatto rispettare le regole, ha rappresentato una sorta di presidio medico. Nel mare magnum della ristorazione, le situazioni e i comportamenti non sono sempre gli stessi. Fare di tutta lโerba un fascio, di solito, denota un fondo di paura o di incomprensione della realtร โ. Affida le sue parole al Corriere della Sera lo chef Antonino Cannavacciuolo, patron di Villa Crespi a Orta San Giulio: โCi siamo messi inย regolaย da maggio, rispettando leggi eย regolamenti, riducendo iย coperti, prevedendo iย distanziamenti. Abbiamo fatto tutto per riaprire in sicurezza e ora rischiamo di doverย chiudereย unโaltra volta. Non dovevamo arrivare a questo punto. Per lโimpegno che ci abbiamo messo non ce lo meritiamoโ. Interpellati dalla stessa testata, parlano di โcolpo pesante per i ristoratoriโ Davide Oldani, di โsituazione difficile, ma ci voleva piรน attenzione per le attivitร di ristorazioneโ Andrea Berton, entrambi di base a Milano.
Dalla campagna friulana che circonda L’Argine di Vencรฒ, invece, Antonia Klugmann, che ieri aveva postato una foto dell’attesa al telefono – โcome tutti i miei colleghi oggi. Al telefono. Aspettando. Comunque fortunataโ – a seguito del dpcm รจ molto lucida nel rilasciare le sue impressioni a Cook: โIl problema cardineย di questo decreto รจ che togliendo il servizio seraleย costringe molti di noi a chiudere del tutto, perchรฉ il solo pranzo in alcuni casi non รจ sostenibile. Speravamo che non si arrivasse a tanto: la categoria di ristorazione a cui appartengo ha fattoย enormi sforzi in questi mesi per garantire la sicurezza. Capisco che il settore sia ampio, che le realtร al suo interno siano molto diverse, e che il governo non possa prendere decisioni ad hoc, ma sono molto dispiaciuta. Ciรฒ dettoย non perdo la fiduciaย nelle istituzioni e mi rendo conto che in un momento del genere bisogna pensare alla collettivitร โ.
“Spero che fra un po’ il governo metta un cartello con scritto che stiamo su scherzi a parte. Far chiudere un ristorante alle 18 non solo non ha senso, ma รจ anche umiliante. I ristoranti non sono focolai. Noi siamo imprenditori, ogni volta che escono questi decreti mi sono adeguato facendo in modo di non licenziare e non mandare nessuno in cassa integrazione. Noi siamo come i comandanti di una nave, ma ci devono dare una rotta: ma questa rotta ci sta mandando dritto in faccia agli scogli”, decreta col suo consueto piglio Antonello Colonna, patron dell’omonimo resort a Labico e alla guida di un gruppo di ristorazione che รจ recentemente arrivato anche a Como (con Openissimo), interpellato da Repubblica.ย Fresca di Tre Forchette, da Roma Cristina Bowerman รจ alla guida dell’associazione degli Ambasciatori del Gusto, che si appella al governo per ribadire l’urgenza di non abbandonare la categoria: โLo abbiamo giร dimostrato con i fatti e lo ribadiamo: siamo pronti a fare sacrifici per la salute pubblica e per il bene del Paese, ma chiediamo rispetto per la nostra categoria attraverso un concreto coinvolgimento nel processo decisionale e un immediato chiarimento circa le misure economiche necessarie per non fare fallire lโintero settore della ristorazioneโ. Le richieste sono puntuali: โStavamo lentamente ripartendo ma ora, per la ristorazione intera, รจ di nuovo semaforo rosso. Siamo disposti ad accettarlo a condizione che vengano immediatamente previste e precisate tutte le relative misure economiche e finanziarie. Parliamo in primis della defiscalizzazione dei contributi di tutti i dipendenti, del credito dโimposta per gli affitti e del compenso diretto oggi annunciatoโ. Stessa lunghezza d’onda per i JRE d’Italia: โSiamo molto amareggiati, ci sentiamo colpiti profondamente ma assolutamente non colpevoli, dobbiamo pagare per negligenze altrui. Fin da subito ci siamo impegnati per rispettare le regole e adeguarci a tutte le norme di sicurezza e distanziamento legate alla salute. Questo anche a fronte di importanti investimenti, nonostante il durissimo colpo ricevuto. Ecco perchรฉ i ristoranti e tutte le attivitร che rispettano queste regole hanno il diritto di essere messe in condizione di lavorare. Il problema non siamo noi, non possiamo essere sempre il capro espiatorio di questa situazione. La chiusura alle 18 impedisce a noi ristoratori di lavorare. Chiudere alle 18 significa chiudere completamente. E se questo รจ ciรฒ che siamo costretti a fare, allora รจ imprescindibile la necessitร di un sostegno come รจ accaduto in altri Paesiโ.
Resta vivo l’impegno di molti a resistere, all’insegna di un mantra che in queste ore sta rimbalzando di bacheca in bacheca, sulle pagine dei ristoranti italiani. Lo spirito lo riassume in poche parole Eugenio Boer, che a Milano resterร aperto per pranzo e con l’intelligente servizio di delivery giร avviato durante il lockdown: โSe non possiamo piรน passare le serate insieme, lo faremo a pranzoโ. Sperando che basti per sopravvivere.
Niente da mostrare
ResetGambero Rosso SPA
P.lva 06051141007
Codice SDI: RWB54P8
registrazione n. 94/2021 Tribunale di Roma
Modifica impostazioni cookie
Privacy: Responsabile della Protezione dei dati personali – Gambero Rosso S.p.A. – via Ottavio Gasparri 13/17 – 00152, Roma, email: [email protected]
Resta aggiornato sulle novitร del mondo dell’enogastronomia! Iscriviti alle newsletter di Gambero Rosso.
ยฉ Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.
Made with love by Programmatic Advertising Ltd