Grandi ritorni

L'antica tradizione napoletana de 'o per e 'o musso rinasce in veste di pizza

Non c'è preparazione che più si presta ad essere usata come tela bianca da dipingere della pizza, che, negli ultimi anni, si fa anche veicolo di sintesi e rinnovamento di ricette antiche, come nel caso di questo classico piatto napoletano

  • 27 Luglio, 2025

Le ricette a base di quinto quarto sono l’esempio principe della nobilitazione operata dalla cultura popolare sugli ingredienti meno semplici da preparare: piatti poveri che potevano soddisfare le esigenze alimentari della popolazione contadina e del popolino d’un tempo.

‘O per e ‘o muss

A Napoli, luogo d’origine dei primi carnacuttari, coloro che cucinavano le carni (le zendraglie, les entrailles) di scarto delle case nobiliari francesi, nei paesi vesuviani (e non solo) ‘o pere e ‘o muss era ed è tutt’oggi l’antica forma di street food a chilometro zero, rispettosa della saggia indicazione di non scartare nulla del maiale e pure degli altri animali, perchè in realtà non era insolito insaporire i piatti anche con l’aggiunta di parti del vitello e del capretto, anche se la vera tradizione si è legata al suino.

Piatti antichi trapiantati nell’oggi

Venduto su carrettini (o meglio, furgoncini) a bordo strada, illuminati dalla luce flebile di una lampada al neon e adornati da cascate di limoni, la pietanza è composta solitamente da piccoli ritagli del piedino e del muso, in particolare naso e guancia e da frattaglie pulite, cotte con una lunga bollitura e servite con sale e limone. A Nocera Inferiore il piatto assume una nuova veste. Da WIP Burger & Pizza – Due Spicchi sulla guida Pizzerie d’Italia – la tradizione è di casa anche nell’arte del creare pizze fantasiose, nell’eterno compromesso tra semplicità e contemporaneità. Il disco di pasta lievitata si ricompone anche nelle ricette tipiche della Campania, quelle che hanno fatto la storia della cucina popolare.

Dalla genovese alla classica patate e provola, per finire tra ragù, soffritto e varie composizioni a base mozzarella di bufala, non manca certo l’inventiva ai maestri pizzaiuoli – così amano essere chiamati –  per dar voce a territori diversi per l’espressione del paesaggio e per l’economia, ma legati dal filo rosso delle origini spagnole borboniche e francesi. Tante infatti le contaminazioni che si sono inserite nelle varie dominazioni succedutesi nei secoli in questi luoghi.

Una pizza che omaggia ‘o per e ‘o muss

Domenico Fortino e Lorenzo Oliva, titolari della pizzeria nocerina, non potevano resistere alla tentazione di ricreare ad arte l’aspetto cromatico e la consistenza d’o pere e ‘o musso in una pizza special, gustosa sin dal primo morso. Impasto diretto, base bianca di fiordilatte, colore rosa dato dal salame sfilacciato, carpaccio bianco di finocchio a ricreare l’idea gelatinosa del collagene, zest di limone e lupini sul finale, quell’elemento in più che dona carattere e croccantezza al palato. Chiudendo gli occhi basta davvero poco a rivivere i ricordi dell’infanzia, fatta di colori e sapori non facili da replicare.

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