
Sì, non c’è dubbio. Prima di tutto è uno stabilimento balneare. Gli ombrelloni ci sono, la sabbia e il mare pure. E poi, come tutti i bagni marittimi che si rispettino, si può anche mangiare (molto, molto bene). Ma se pensassimo che Lo Scoglietto sia solo un ristorante sulla spiaggia di Rosignano commetteremo un grande errore. Benvenuti in uno dei luoghi del bere più divertenti, irriverenti e inaspettati d’Italia, uno di quei luoghi frequentati con costanza da stappatori compulsivi, gaudenti della bottiglia, siano essi produttori di vino, giornalisti enoici, ristoratori o semplici, si fa per dire, appassionati.
Le sue origini risalgono addirittura agli anni Cinquanta, come attestano diverse cartoline dell’epoca che ritraggono i Bagni Liana e Lo Scoglietto. La sua attualità la dobbiamo a Claudio Corrieri, grande uomo di sala e grande appassionato (ed esperto) di vini, e a sua moglie Isabella Lazzerini Denchi, ottima cuoca che tiene le redini della cucina. Claudio e Isabella gestiscono l’attività dal 1994, più di trent’anni in cui non si contano le acciughe servite, i totani fritti o i cacciucchi portati a tavola. A proposito di cacciucchi: un giorno arrivarono da queste parti Roberto Petronio e Olivier Puissier, affermati giornalisti della Revue du Vin de France (Puissier fu inoltre miglior sommelier del mondo nel 2000) e, davanti a un spettacolare Blanc de Millenaires 2004 di Charles Heidsieck, contestarono proprio la celebre zuppa livornese. Forse il duo francese si aspettava un piatto di mare più delicato, ma la maestria del Corrieri servì a fargli cambiare idea. Altra bottiglia e locale già segnato come “Coup de Coeur”.
Il Caciucco dello Scoglietto
Ma quelle che sono passate alla storia sono le feste di Sean O’Callaghan. Sean è un vignaiolo che guida la cantina Tenuta di Carleone. I suoi compleanni iniziano al tavolo a mezzogiorno e finiscono con la cena. Degli incontri a metà tra baccanali e raduni hippy in cui si stappa qualsiasi cosa. Obbligatorio iniziare col piatto di acciughe e col frittino accompagnato dalle bollicine (a proposito, la carta annovera un migliaio di etichette e circa 400 Champagne, visto che Claudio è anche importatore), doveroso proseguire con una bella mangiata di pesce con bottiglie che Sean ama definire “funky”, per poi andare avanti con un bel bagno e un altro bicchiere. A un certo punto arriva l’ora di cena e i superstiti sono già pronti per l’aperitivo e per due spaghetti da abbinare alle (poche) bottiglie avanzate. Eccolo qui il vero spirito dello Scoglietto, rilassarsi, sentire le onde sulla battigia, sapere che c’è sempre spazio per un tuffo, ma soprattutto mangiare del gran pesce cucinato a regola d’arte e bere delle grandi, grandissime bottiglie. Lasciate a casa l’orologio e con lui qualsiasi impegno o pensiero.
Non è un caso che tanti noti produttori scelgano Rosignano per una pausa che fa bene al palato, alla pancia e alla mente. Da queste parti, sul taccuino delle prenotazioni, non mancano nomi come Gaja, Antinori, Incisa della Rocchetta, Rinaldi, Manetti, Braganti, Massolino, Germano, Conterno. Alle volte portano i loro vini da assaggiare, qualche vecchia annata, altre volte ordinano dalla carta. Le bottiglie buone non mancano e le bollicine sono sempre pronte, già aperte, immerse nel ghiaccio su tutti i tavoli.
Lo Scoglietto RistoBeach – Rosignano Marittimo (LI) – loc. Rosignano Solvay – 0586 767962 – loscoglietto.com
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