L’inaspettato arrivo a Siracusa, per la prima volta in assoluto, di un “macaron” della Michelin, alla fine dell’anno 2023, ha sorpreso solo coloro, in discreta quantità, che non conoscono a fondo il mondo della cucina e il milieu dei cuochi. Lo stupore, e qualche spruzzata (inevitabile) di malcelata invidia per il prestigioso riconoscimento al giovane Giuseppe Torrisi, al timone del raffinato Cortile Spirito Santo, a Ortigia, ha premiato uno chef con un retroterra di prim’ordine e lunghissime esperienze (non qualche mese o alcune settimane!) in ristoranti fine dining di considerevole caratura internazionale, che è bene conoscere.
Giuseppe Torrisi
Ma andiamo con ordine: Palazzo Salomone (13 camere), luxury hotel che ospita il locale, nasce nel 2020 giusto a due passi dal magnifico Castello Maniace, poderoso maniero legato alla memoria di Federico II, re, imperatore e fulgente imperituro mito di Sicilia. Nasce per volontà, visione e voglia di fare di due coppie (Francesco Boscarino ed Elisa Di Giorgio, Luigi Latino e Simona Castelluccio) – che nella vita si occupano di altro rispetto a hôtellerie e ristorazione – appassionate di viaggi e cibo di qualità, desiderose di dotare la propria città, Siracusa, di una struttura per un turismo di fascia alta, parecchio abbondante, tutto l’anno, nello splendido centro greco che osò rivaleggiare con la stessa Atene. Al momento dei colloqui di lavoro, i 4 titolari (ma adesso sono solamente le signore a gestire il tutto) rimasero molto impressionati dal curriculum di Torrisi nonché dal suo modo garbato e maturo di porgersi, in una logica di sistema, squadra, condivisione degli obiettivi, senza spocchia e presunzione, caratteri senz’altro poco graditi a chi il mondo lo conosce bene e davvero.
Il valente giovanotto – studi all’Istituto Alberghiero di Catania – ha iniziato subito dopo un lunghissimo apprentissage, come è di regola nella formazione di tanti giovani cuochi, che lo ha portato in locali di rango fra Taormina e Catania e poi a 12 formidabili anni all’estero, di cui 9 nella Svizzera francese e tedesca e 3 in Francia. Con 2 fondamentali esperienze, la prima fra Saint Moritz e Verbier, in territorio elvetico, e la seconda a Saulier, nella Borgogna-Franca Contea, dove Torrisi ha perfezionato la sua formazione; soprattutto Oltralpe, a “La Cote d’Or” di Bernard Loiseau, il segno, in tre fruttuosi anni, è stato indelebile, addirittura impressionante, per più evidenti ragioni: stiamo parlando di un Tre Stelle Michelin ai vertici mondiali, osannato da pubblico e critica, e Loiseau, uno dei più illustri e sensibili cuochi del pianeta e comunque un genio, è purtroppo rimasto nella storia pure per il suo terribile straziante suicidio, dovuto allo stress cagionato da malevoli voci riguardo alla possibile perdita di una stella del suo celebre locale, ed è diventato famoso financo in letteratura per il memorabile libro “Il perfezionista, vita e morte di un grande chef”, scritto dal suo intimo amico Rudolph Chelminski, gourmet e prosatore insigne.
Tornando a noi, le nostre più recenti visite hanno riscontrato una cucina di mare e terra (e vegetariana) fortemente legata al territorio, Iblei ed Etna inclusi, in ulteriore crescita per bontà ed estrema precisione tecnica, in cui c’è quasi sempre qualche tocco innovativo. Torrisi si diverte ed emoziona con piatti molto belli e colorati ma soprattutto gustosi ed originali in cui prova ad alzare l’asticella della complessità, qualche volta venandola di giochi, rimandi e piccole “provocazioni”, e riuscendo, con classe, ad approntare pietanze haute cuisine magistrali, nello stesso tempo, siciliane autentiche e “leggibili” da ogni commensale, anche non necessariamente gourmet o gastrofanatico.
Da 4 menu, a 110, 120, 140 e 160 euro, o dalla ricca carta, qualche suggestione per provare a darne una idea: si potrà iniziare con la stuzzicante cipollata di seppia, guanciale, broccoli e ricci di mare per proseguire con “ricordo di una “scacciata” catanese”, saporiti e intensi ravioli, cavolfiore, salsiccia, Pecorino Dop e sommacco. C’è imbarazzo al momento dei secondi, perché sono proposte che restano nella memoria l’agnello locale con zabaione, scorzonera e dragoncello e la rana pescatrice alla mugnaia con finocchietto e asparagi. Terra di dilemmi anche il capitolo dessert, nel dubbio ne abbiamo assaggiati 2: “Omaggio al Bosca” con cioccolato, tabacco e rum e “Made in Sicily, insolita e riuscitissima coabitazione fra consistenze di mandorla, sale di Mothia e olio extravergine di oliva. La proposta enologica annovera nomi illustri del mondo, etichette di nicchia e preziose scoperte di territorio, non poche a calice, e fruisce di un servizio appassionato ed empatico. Il team di sala, molto giovane, nel suo insieme colpisce per eleganza di attitudini, dedizione e competenza; è giusto ricordare almeno le figure principali: Raffaele Condò, restaurant manager, il maître Rosario Campailla e Antonino Amato, sommelier di reputazione nazionale.
Cortile Spirito Santo – Siracusa – via Salomone, 21 – 0931 1815404 – cortilespiritosanto.com
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